La nave HMS Terror congelata fra i ghiacci. Partita alla ricerca del Passaggio a Nord-Ovest e affondata 170 anni fa, conserva perfettamente l’attrezzatura di bordo.
La HMS Terror era una delle navi della spedizione di Sir John Franklin del 1845. La spedizione aveva la missione di trovare il Passaggio a Nord Ovest. Una rotta navale capace di collegare, l’emisfero boreale, l’Oceano Atlantico all’Oceano Pacifico, all’interno del Mar Glaciale Artico, attraverso anche l’arcipelago artico canadese.
Sir John Franklin salpò nel maggio 1845 con un equipaggio di 133 uomini con l’obiettivo di scoprire il Passaggio a Nord Ovest. Obiettivo ambito agli esploratori. Le navi affidata alla spedizione erano moderne e dotate di scafi corazzati. La Erebus e la Terror. Dopo essere passati per le isole Orcadi e la Groenlandia, la spedizione partì per il Canada. È qui che si persero le tracce.
Ciò che accadde alla spedizione Franklin, è uno dei grandi misteri della storia. L’importanza del relitto della HMS Terror congelata fra i ghiacci, sta nella possibilità di spiegare la tragedia.
Gli ultimi che videro le navi furono dei balenieri nel luglio del 1845. Le ricerche si protrassero per anni e il ritrovamento di scheletri, attrezzature e prove di cannibalismo evidenziarono l’enorme dramma della spedizione. Il mistero sta proprio nei motivi e nelle dinamiche della tragedia, i pezzi mancanti erano proprio le due navi.
La Erebus venne ritrovata nel 2014 ad undici metri di profondità al largo dell’isola del Re William. La terror nel 2016. Si trova ad una distanza di 45 miglia e a 24 metri di profondità.
Finalmente un team di archeologi marini sono riusciti a filmare il relitto della Terror congelata fra i ghiacci.
Sono spettacolari le immagini che si possono ammirare nel video (link supra). Ciò che desta stupore è il grado di mantenimento dello scafo, in cui potrebbero ritrovarsi anche ulteriori prove per spiegare la tragedia. Il video, pubblicato dalla CNN, mostra manufatti come mappe, tronchi e strumenti scientifici. Nel video si possono vedere anche piatti e bicchieri per la cena ancora sugli scaffali. Letti e scrivanie, strumenti scientifici nei loro contenitori. La speranza è di ritrovare anche fotografie e documenti che possano spiegare l’accaduto.
Un relitto affondato 170 anni e perfettamente conservato come congelato nel tempo.
Leandro Grasso