Il veto di Orban sugli aiuti all’Ucraina dopo il via libera per i negoziati di adesione

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Il via libera all’apertura dei negoziati di adesione dell’Ucraina all’Unione Europea è seguito dal veto di Orban sugli aiuti all’Ucraina. Il premier ungherese ha bloccato il pacchetto da 50 miliardi di euro e ha posto il veto anche sulla revisione del bilancio comunitario 2021-2027.

L’adesione all’UE e il veto di Orban sugli aiuti all’Ucraina

Il 14 dicembre in nottata si è svolto un negoziato tra i Capi di Stato e di governo dell’Unione Europea su una revisione del bilancio comunitario 2021-2027. Il negoziato è terminato con un nulla di fatto visto il veto di Orban sugli aiuti all’Ucraina e sulla revisione del bilancio.

Il blocco all’adozione di nuovi aiuti all’Ucraina arriva dopo il via libera all’apertura dei negoziati di adesione dell’Ucraina nell’Unione Europea, sempre da parte del primo ministro ungherese che precedentemente aveva posto il veto. Nel momento della votazione per i negoziati, Viktor Orban non era presente in sala e non ha delegato nessun suo sottoposto, così facendo ha consapevolmente scelto di non partecipare alla votazione permettendone l’approvazione. La giustificazione della mancata presenza riguarda il non voler prendere parte e non avere la responsabilità di una “decisione cattiva”, come ha definito Orban stesso. In un commento ha ribadito la sua contrarietà all’adesione:

L’adesione è un processo basato sul merito, giuridicamente dettagliato, che ha delle precondizioni. Ce ne sono sette per l’Ucraina e anche nella valutazione della Commissione europea tre su sette non sono state raggiunte, per cui non c’è motivo per negoziarla

Nonostante le sue dichiarazioni, però, non ha bloccato i negoziati per l’adesione. Subito dopo il primo ministro ungherese, il leader Ue più vicino a Vladimir Putin, ha posto il veto in Consiglio europeo sull’approvazione del bilancio pluriennale e sull’invio di cinquanta miliardi di euro di aiuti a Kiev. La Commissione Europea ha infatti proposto 50 miliardi di aiuti finanziari, di cui 33 di prestiti e 17 di donazione nei prossimi 4 anni.

Charles Michel, il presidente del Consiglio europeo, ha tentato di minimizzare il veto e di diffondere un messaggio di speranza all’Ucraina sostenendo:

Abbiamo strumenti per garantire la nostra affidabilità, gli ucraini possono contare sul nostro sostegno, in questo pacchetto, su cui c’è ampio accordo politico a 26, ci sono 50 miliardi per l’Ucraina

Con il veto di Orban sugli aiuti all’Ucraina, però, difficilmente potrà portarli avanti senza un accordo con tutti i paesi dell’Unione Europea.

I motivi del veto

Il veto di Orban sugli aiuti all’Ucraina viene spiegato da lui stesso, sostenendo che l’Unione Europea non dovrebbe dare così tanti soldi a un paese non comunitario, senza poter aver un controllo sufficientemente efficace sulle modalità di spesa di questo denaro. Sui social scrive:

Riepilogo della nottata: veto sui soldi extra all’Ucraina, veto sulla revisione del Qfp. Torneremo sulla questione l’anno prossimo nel Consiglio europeo dopo un’adeguata preparazione

Quello di Orban non è l’unico blocco agli aiuti all’Ucraina. Infatti, arriva dopo lo stop ai 60 miliardi di dollari di aiuti dagli Stati Uniti, rischiando di lasciare il Paese senza aiuti in una delle fasi più delicate della guerra contro la Russia. Per questo il veto di Orban sugli aiuti all’Ucraina è frutto di calcoli interni e di una strategia di “mercanteggiamento”. Quest’ultimo aspetto è spiegato da Aldo Ferrari, docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia e responsabile delle ricerche ISPI su Russia, Caucaso e Asia centrale, in un’intervista di Fanpage:

Quella del leader ungherese è però una tattica molto abile, sebbene a noi non piaccia: mercanteggia su tutto e riesce ad ottenere molto per il suo Paese, soprattutto dal punto di vista economico, minacciando continuamente di far saltare importanti progetti europei

Il fatto che il veto di Orban sugli aiuti all’Ucraina sia frutto di calcoli economici è espresso anche dal leader stesso. Infatti, rivendica tutti i fondi europei destinati all’Ungheria e bloccati a causa delle violazioni dello Stato di diritto per rinunciare al suo veto sul pacchetto di aiuti per l’Ucraina. In un’intervista il premier ungherese ha detto:

Ho sempre detto che se qualcuno vuole modificare il bilancio, allora è una grande opportunità per l’Ungheria per chiarire che deve ottenere ciò a cui ha diritto. Non la metà o un quarto

L’Ungheria e Viktor Orban tengono, quindi, alle strette l’Unione Europea, impedendo di portare avanti progetti europei per loro interessi e calcoli economici.

Luisa Campazzo

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