Il veto di Cipro blocca il piano di azione contro la Bielorussia di Lukashenko
La conferma dell’Unione Europea in merito alle sanzioni contro la Bielorussia non c’è stata. Il veto di Cipro ha bloccato i provvedimenti contro 40 soggetti responsabili dei brogli e delle repressioni del governo di Minsk. Nonostante le accorate denunce da parte del leader dell’opposizione bielorussa Svetlana Tikhanovskaya, la riunione del Consiglio Affari Esteri non ha raggiunto l’unanimità. Eppure, il Presidente della Repubblica di Cipro ha condiviso le sanzioni contro la Bielorussia. Il punto sul via libera, però, ruota attorno alla presa di posizione anche contro le attività della Turchia, proprio ai danni di Cipro.
La tensione tra Cipro e Turchia lungo le zone petrolifere
La Turchia è da tempo impegnata nelle operazioni di perforazione di idrocarburi nel Mediterraneo orientale al largo dell’isola di Cipro. Nonostante le lievi misure restrittive imposte dall’UE, il governo di Ankara non ha mai fermato le trivellazioni. La zona a sud dell’isola di Cipro dispone di una grande quantità di pozzi petroliferi di interesse straniero. Vale a dire che da quando sono stati scoperti i giacimenti, tutta l’area strategica è stata divisa in 13 zone dalle potenze europee tra cui la Turchia insieme alla Francia e l’Italia.
La risposta di Bruxelles, parla il vice-presidente del Consiglio europeo Carl Bildt
Il popolo cipriota attende con impazienza una risposta da Bruxelles per porre un freno alle aggressive ambizioni del regime Turco. Per l’Unione Europea le richieste del governo di Nicosia sembrano un nodo impossibile da sciogliere. “Si deve poter avanzare sulle sanzioni contro la Bielorussia. La situazione nel Mediterraneo orientale è difficile e non sarà risolta in qualche giorno”, ha dichiarato amareggiato il co-presidente del Consiglio europeo Carl Bildt. Dopo una settimana dai sospetti brogli da parte del Governo di Lukashenko, Polonia e Lituania avevano già incalzato l’UE ad adottare le sanzioni economiche. Adesso i leader degli Stati membri dovranno trovare un accordo dopo il veto di Cipro. Ma nella zona petrolifera dell’isola c’è una posta in gioco ben più alta del previsto, il Governo di Nicosia lo sa bene e teme che la questione tra le acque dell’Egeo e del Mediterraneo sarà messa in secondo piano per l’ennesima volta.
Valerio Caccavale