La vicenda di Viviana Parisi e del figlio Gioele si è evoluta, purtroppo, nel modo più drammatico. Il mistero, più fitto che mai, arriva a coinvolgere anche un’opera d’arte: la cosiddetta “Piramide della luce” indicata come la presunta meta di Viviana Parisi.
La “Piramide della luce”, il cui vero nome è “Piramide del 38° Parallelo” è un’installazione ambientale di grande valore artistico che in questi giorni è stata più volte citata dalla stampa e dalla tv, in seguito al suo coinvolgimento nel giallo di Caronia. Il fatto che Viviana stesse per recarsi lì, è, al momento, solo una supposizione. Le circostanze della morte della donna e del suo figlioletto sono ancora tutte da chiarire.
La Piramide fa parte del museo a cielo aperto Fiumara d’Arte, il parco di sculture più grande d’Europa. L’opera è innanzitutto monumento della volontà di un privato, Antonio Presti, che ha creduto e investito nel territorio siciliano e nell’arte contemporanea. Una pratica che in Italia non è così scontata.
All’intero progetto si è però legata una “diffusa mistica” messa in risalto dai mass media ma che, a detta di Presti, è fuorviante.
Qual è il significato della “Piramide della luce”?
La potenza suggestiva dell’imponente opera è innegabile ed è alimentata dall’esistenza del “Rito della luce”, un suggestivo raduno che ogni anno si svolge in quel luogo.
A prescindere dalla tragica storia di cronaca nera, è giusto contestualizzare l’opera d’arte e il progetto culturale che ci sta dietro. La Fiumara d’Arte rappresenta un’eccellenza artistica in Sicilia, riconosciuta a livello internazionale.
LA “PIRAMIDE DEL 38° PARALLELO”
L’artista Mauro Staccioli ha costruito la sua imponente opera su un’altura nel territorio di Motta d’Affermo (ME) che si affaccia sul mare. Il suo nome deriva dalle coordinate geografiche: la piramide è collocata a livello del 38° parallelo, lo stesso sul quale nell’altro emisfero passa il confine tra Corea del Nord e del Sud.
Il monumento bilancia universalmente due opposti: la tensione conflittuale e la sacralità dell’arte.
LA STORIA
L’opera nasce il 21 marzo 2010, nel giorno dell’equinozio di primavera.
La sua costruzione, durata ben 2 anni e mezzo, segna la “seconda vita” del parco di Fiumara d’Arte, dopo le lunghe battaglie legali (col rischio di demolizione di alcune opere) che si sono però concluse con il riconoscimento del percorso turistico culturale di Fiumara d’Arte.
LA STRUTTURA
La Piramide, alta 30 metri, ha una struttura a tetraedro cavo, realizzata con centinaia di lastre in acciaio corten, un materiale che a contatto con l’aria si ossida e assume un colore bruno intenso.
L’opera è un invito a meditare sul nostro destino di lotta perenne tra ordine e caos.
Parzialmente sprofondata nel territorio roccioso, la Piramide presenta una fessura lungo lo spigolo occidentale. Al momento del tramonto, la fessura cattura la luce e la sprigiona in un fascio che scopre la camera interiore.
La luce è di fatto la materia prima di quest’opera, la luce come illuminazione della coscienza contro il male imperante dell’ignoranza.
IL RITO DELLA LUCE
Per il suo forte e innegabile carattere suggestivo, la Piramide è da anni lo scenario prediletto del “Rito della luce”. Un evento affascinante basato su una profonda metafora: il solstizio d’estate come l’inaugurazione di una nuova vita, di una rinascita spirituale e un inno alla gioia di vivere.
Ogni anno la manifestazione offre un ricco programma di eventi tra performance, musica, danza, coinvolgendo tantissimi artisti.
Il “Rito della Luce” è di fatto uno straordinario percorso di politica della bellezza e della conoscenza. Un’eresia laica che è piuttosto un’azione culturale atta a trasmettere messaggi assoluti e supremi che dovremmo accogliere senza pregiudizi.