Il velo tra Islam e Cristianesimo

Nelle ultime settimane abbiamo sentito spesso parlare del velo come un elemento tipico della religione islamica. In realtà l’usanza di coprirsi i capelli è una tradizione che attraversa molte altre religioni

Un segno di potere e un simbolo religioso

Le prime testimonianze in merito all’utilizzo del velo sono incise nel Codice di Hammurabi, una delle più antiche raccolte di leggi (1800 a. C.) mai scritte,  appartenente alla civiltà babilonese. Nel Codice si legge come le donne fossero obbligate a portare il velo in segno di umiltà e sottomissione nei confronti della divinità. Nella legge assira risalente a qualche secolo dopo, lo stesso obbligo veniva prescritto alle donne sposate o vedove. Inizialmente il velo era considerato un segno di potere, di appartenenza alle classi sociali più agiate ed era diffuso in egual modo tra uomini e donne. Nascondere i capelli agli sguardi indiscreti veniva considerato un segno di rispettabilità, tant’è che veniva utilizzato anche dalle patrizie romane. Perfino il flamen dialis, il sacerdote di Giove, aveva l’obbligo di coprirsi i capelli in pubblico, così come le vestali, che durante i sacrifici si corpivano la testa con il suffibulum, un pezzo di stoffa bianca rettangolare. La stessa Madonna viene rappresentata quasi sempre con i capelli velati.

Il velo tra Islam e Cristianesimo

Cristianesimo

Il velo è stato un indumento collegato sia alla vita quotidiana che religiosa, ed è in particolare con l’arrivo del Cristianesimo che assumerà nuovi significati. Nel Nuovo Testamento, nella prima lettera ai Corinzi san Paolo scrive:

“Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo”.

Il velo per le donne e le spose cristiane doveva rappresentare la castità ed era un segno di rispetto e dipendenza nei confronti degli uomini. Assunse di un significato di “purezza”. Ancora oggi le suore, in quanto spose di Cristo, indossano il velo in segno di devozione. Per quanto riguarda il velo del lutto, veniva indossato dalle donne fin dall’epoca vittoriana per proteggersi dalle avance degli uomini e per esprimere pubblicamente il dolore per la perdita subita.

Islam

Per quanto riguarda la religione islamica, anche il Corano contiene dei riferimenti al velo per le donne:

“E dì alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo (hijab) fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai loro fratelli, ai figli dei loro fratelli, ai figli delle loro sorelle, alle loro donne, alle schiave che possiedono, ai servi maschi che non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non hanno interesse per le parti nascoste delle donne.”

Dunque sebbene il velo fosse già ampiamente diffuso, per l’Islam, così come il Cristianesimo, si carica di un significato religioso che trascende quello sociale. In questo caso la condizione fondamentale è dunque che l’uomo cui la donna si trovi in presenza senza indossare il velo, non provi per lei nessun desiderio. Durante gli incontri tra amiche o per le feste (spesso organizzate per le donne e per gli uomini in due sale diverse), le donne possono indossare ciò che vogliono.

Tipologie di velo

Il velo tra Islam e CattolicesimoNella cultura islamica ci sono varie tipologie di velo e le ragazze che per scelta (o per obbligo) lo indossino per motivi religiosi, cominciano a portarlo durante l’adolescenza. L’hijab (che significa “sottrare”, “nascondere”), è il più diffuso nel mondo occidentale e copre solamente il capo ed i capelli.  Il chador è tipico dell’Iran e nasconde il corpo della donna dal mento in giù. Il niqab lascia scoperti soltanto gli occhi mentre il burqa, diffuso specialmente nell’Afghanistan dei Talebani, copre tutto il corpo lasciando una rete all’altezza di occhi e bocca.

Controversie

Il velo è ad oggi un argomento molto diffuso, soprattutto a seguito delle proteste che stanno scuotendo l’Iran. In Europa già da diversi anni, alcuni paesi hanno imposto il divieto di indossare il velo integrale in luoghi pubblici (come Francia, Belgio, Olanda). L’obbligo per le donne di coprirsi i capelli e in alcuni casi il corpo, è ancora in vigore in alcuni paesi del Medio Oriente mentre ci sono anche musulmane praticanti che scelgono deliberatamente di indossarlo. La studiosa Lara Manni afferma che negli ultimi anni il numero di donne che indossano il velo nei Paesi Arabi sia aumentato considerevolmente rispetto a 40-50 anni fa. Manni si domanda come sia possibile che il 90% delle donne scelga di indossare il velo liberamente, identificando questa tendenza come un ritorno all’estremismo religioso.

Margherita Buzzoni

 

 

 

 

 

 

 

 

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