Il veganismo come movimento culturale

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Il veganismo è uno stile di vita o la via verso il cambiamento?

Negli ultimi anni varie questioni relative agli animali sono diventate elementi di interesse tra l’opinione pubblica. I dibattiti sono sorti in vari campi accademici, dalle scienze sociali e geografia alla sociologia politica e alla teoria economica.

Nonostante gli stretti legami del veganismo con i diritti degli animali e i movimenti ambientalisti, esistono organizzazioni di movimento sociale dedicate principalmente alla diffusione del veganismo. Queste “insurrezioni” sono segnali che connotano lo spostamento dell’umanità verso l’essere più evoluti e compassionevoli.

Un regime alimentare vegano è sempre più diffuso tra la popolazione: questo è vero per la maggior parte dei paesi occidentali e per l’Italia. I dati Eurispes 2019 attestano che in Italia nel 2018 è aumentata la percentuale di chi sceglie una dieta vegana (+1%).

Questo interesse generalizzato, nei prodotti senza crudeltà, ha portato all’emergere di un vero e proprio nuovo mercato. Anche se contrastati da una parte dei sostenitori degli animali perché si presume che trasformino un esempio etico “dirompente” in una nuova forma di consumo. Questi fenomeni sono indicativi del cambiamento sociale e dell’attenzione verso gli animali non umani.

Sta di fatto che ovunque, in Occidente, il movimento sta crescendo. A Montreal, l’ultima edizione del Vegan Festival lo scorso ottobre, ha accolto 18.600 visitatori. Quasi quattro volte di più rispetto alla prima versione di cinque anni fa. Sempre più celebrità rivendicano con orgoglio l’etichetta vegana, dal campione del mondo di Formula 1 Lewis Hamilton a Miley Cyrus, Jessica Chastain e tanti altri.

Un’ondata di ricette, blog, libri dedicati al tema, ristoranti gourmet, per non parlare dell’esplosione di prodotti sostitutivi. Il mercato globale dei sostituti della carne è cresciuto a un tasso medio annuo dell’8,4% dal 2015 e raggiungerà i 5,2 miliardi di dollari entro il 2020. Secondo Allied Market Research, società di ricerche di mercato multinazionale.

Questo cambio di paradigma tende spesso a trasformare la radicale domanda di cambiamento sociale in forme di consumo alternativo. Oltre ch e ad attenuare approcci più radicali e politici, che coinvolgono forme di azioni collettive popolari. Volte a proporre idee alternative del futuro e delle società.

La centralità assunta da una specifica dieta / stile di vita può essere letta a diversi livelli. Il fenomeno mostra una dinamica tipica della modernità. Ovvero il crescente interesse per stili di vita e scelte etiche individuali. Qualcosa che non solo sfida il confine tra sfera pubblica e sfera privata, ma che spesso diventa uno strumento di potere e controllo sulle biografie di soggetti contemporanei.

Veganismo: fra fenomeno culturale e movimento sociale

Gli studiosi del movimento sociale hanno a lungo studiato la mobilitazione degli attori e il coinvolgimento continuo nelle organizzazioni dei movimenti sociali. Una tendenza più recente nella letteratura sul movimento sociale riguarda l’attivismo culturale. Si svolge principalmente al di fuori delle organizzazioni del movimento sociale.

Ad esempio, il movimento abolizionista, il movimento per i diritti civili, il femminismo, il movimento per i diritti LGBTQ. Sono tutti esempi di potenti correnti sotterranee che hanno modellato il tessuto sociale. Messi a confronto con i diritti degli animali può sembrare al meglio risibile, e nel peggiore dei casi, profondamente offensivo.

Ma indignazione e rabbia sono state la risposta a ogni grande cambiamento nella coscienza umana che ha avuto implicazioni sociali, economiche e politiche. A seguito di ogni significativo cambiamento sociale c’è stata un’ondata di rabbia, e un’eruzione di argomentazioni sul motivo per cui questo cambiamento non possa essere felice.

Ciò che è veramente epico di questi cambiamenti è che spesso alla fine, prima o poi, vengono naturalizzati e accettati come lo status quo. Quando la quantità di moto raggiunge un punto critico, i movimenti potenti catalizzano una trasformazione che trasforma irreversibilmente il mondo. La capacità dell’umanità di muoversi con fermezza verso un’esistenza più moralmente sintonizzata è incoraggiata anche dalle continue trasgressioni.

Come con molti movimenti culturali, ci sono più vegani praticanti che membri di organizzazioni del movimento vegano. Ovvero vegani che non sono affiliati con un’organizzazione di movimento vegano. Quindi è necessario considerare il veganismo come un movimento più ampio e più diffuso di quanto non implichi l’appartenenza organizzativa.




Mentre i movimenti sociali tradizionali spesso definiscono il successo in termini di cambiamenti legislativi, il veganismo ne misura il successo in termini di cambiamenti culturali e di stile di vita. I vegani rappresentano una nuova forma di movimento sociale che non si basa sulla legislazione o sulle politiche di identità. Si basa invece su pratiche quotidiane nel proprio stile di vita.

Ciò nonostante, il veganismo manca di un’ideologia omogeneizzata sotto la quale edificare strategie e obiettivi stabili. Proprio a causa del fatto di non caratterizzarsi come un tradizionale movimento sociale. Invece di promuovere strategie per orientare ed ottenere il potere, esso enfatizza e incoraggia il cambiamento attraverso strumenti pacifici. Ovvero il coinvolgimento progressivo degli attori sociali in modo da rendersi sempre più accettabile dal punto di vista culturale e da facilitare il processo di transizione al veganismo. Nonché strategie per influenzare il mercato.

Nonostante il veganismo abbia concretamente un forte legame con il movimento animalista e ambientalista, sussistono, a livello europeo e statunitense, gruppi rivolti innanzitutto alla diffusione della cultura vegana. I quali non sono affiliati ad alcuna associazione specifica.

Tale attestazione conduce a pensare che il veganismo sia per adesso un più ampio fenomeno culturale piuttosto che un movimento con struttura formale. Anche se esso sembrerebbe inserirsi all’incrocio fra la dimensione culturale e la dimensione del movimento sociale.

 

Felicia Bruscino
Photo by Clem Onojeghuo on Unsplash
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