Il Vaticano usa murales per un francobollo: l’artista chiede il risarcimento

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Se si parla di Vaticano, una storia come quella di Davide e Golia non ci sembra troppo fuori luogo. Solo che questa volta Davide è un’artista italo-sudafricana, Alessia Babrow, e Golia è il Vaticano stesso. Tutto per colpa di un francobollo.

Alessia Babrow, nel 2020, è diventata la prima street artist il cui lavoro è comparso sui francobolli del Vaticano, ma a sua insaputa.
Ora, chiede che le venga riconosciuto ciò che le spetta: il danno morale e i profitti che il Vaticano ha tratto dall’immagine della sua opera, ovvero la vendita di 80mila francobolli.

La storia del francobollo della discordia

Siamo nel 2019. Babrow è un’artista poliedrica, con alle spalle numerose mostre all’estero. Fra le sue esperienze artistiche vi è la street art.

Un’opera in particolare, nelle vicinanze del Vaticano, mostra una riproduzione del Cristo di Heinrich Hofmann, pittore ottocentesco tedesco particolarmente noto per le sue immagini religiose. Si tratta di una poster art, quindi un lavoro nato su carta e poi affisso a Roma, sul ponte Vittorio Emanuele.
All’immagine di Hofmann viene aggiunto un cuore enorme, a rappresentare quello di Cristo, con la scritta “Just Use It”. Un messaggio di amore universale e sempre attuale.




L’immagine colpisce tutti coloro che passano per di lì: fra questi vi è un uomo, di nome Mauro Olivieri. Quest’ultimo ha fatto una cosa che sembra banale: era in motorino, ha visto il murales, si è fermato e lo ha fotografato.
La storia assume una piega diversa dal solito, però, dato che Mauro Olivieri è un membro dell’Ufficio filatelico e numismatico del Vaticano.
Proprio nella Santa Sede si sta discutendo riguardo al francobollo per la celebrazione della Pasqua 2020. Non si sa quale immagine usare. Olivieri propone la sua foto, che piace parecchio.

Nasce così il primo francobollo del Vaticano con un’opera di street art.
C’è solo un problema: l’opera non è firmata né siglata. Babrow viene a sapere di questa notizia grazie al passaparola sui social.

Babrow vs Vaticano: dal francobollo all’aula di tribunale

La reazione di Alessia Babrow, inizialmente, è stata molto positiva. Si sentiva onorata e non si aspettava un riconoscimento del genere.

Tale felicità ha avuto vita breve. Babrow, provando a contattare il Vaticano per vedere riconosciuti i suoi diritti di artista, non ha trovato che il gelo e l’assenza comunicativa ben lontani dal buon cuore del “Just Use It” del suo lavoro. L’apparente buona fede del Vaticano si sgretola con il passare dei mesi e dei tentativi di Babrow di far valere i suoi diritti.

È notizia del 25 maggio 2021, a più di un anno dalla nascita del francobollo, che Babrow ha chiesto 130 mila euro di risarcimento, come dichiara all’Associated Press.

Ma la causa in tribunale parte da principi, più che da motivazioni economiche.

La più facile diffusione di un’opera di street art, calata in un contesto urbano e non chiusa fra le mura di una galleria, non toglie però che l’opera sia di un’artista e non di pubblico dominio. Se le foto dei turisti non sono un problema, lo è il francobollo del Vaticano: ne sono stati venduti circa 80mila a 1,15 euro l’uno.
Sono tutti soldi che il Vaticano ha incassato sull’immagine realizzata da Babrow, che non ha avuto modo di incontrare il Vaticano per poterne parlare. Le è stato proposto prima un’udienza privata con il Papa – cosa che lei ha gentilmente rifiutato – e poi, alle diffide da lei inviate, hanno risposto con il silenzio.

Babrow chiede quindi il risarcimento sia per il danno morale che per quello patrimoniale, ma forse un danno che si tende a sottovalutare è quello umano.

Un’artista la cui opera viene utilizzata, senza neanche il tentativo di rintracciarne l’identità, senza alcuna volontà di dialogo per riconoscerne la proprietà, è qualcosa che è totalmente opposto allo spirito creativo.




Fra i tanti motivi per cui si fa arte c’è l’affermazione del sé, della propria identità, delle proprie idee. C’è il mostrare al mondo il proprio essere umano.
Tutto questo lato è importante e assolutamente non secondario alla parte economica o giudiziaria.

L’arte è espressione dell’artista: se lo si nega, si ha solo una bella immagine, che senza anima però dura poco. Anche sui francobolli.

Giulia Terralavoro

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