Di Carlo Nesti
Il nostro paese ha un motivo di vanto, che resiste nel tempo. Può rivendicare, infatti, di essere stato la culla di uno dei più grandi eventi del pianeta, in grado di trasmettere un messaggio universale di inclusione e amicizia dei popoli. Lo sport, in questo senso, non conosce muri di alcun genere.
Se andiamo indietro di 60 anni, scopriamo che a Roma, in parallelo con le Olimpiadi, nascevano le prime Paralimpiadi. E grazie a ciò, oggi si preferisce al termine “atleti disabili” quello più appropriato e nobile “atleti paralimpici”.
Il meeting internazionale del 1960 fu possibile mediante la straordinaria intuizione di Antonio Maglio, illustre professore e medico dell’INAIL, specializzato nella riabilitazione degli infortunati sul lavoro.
Pensò che portare in Italia i giochi di Stoke Mendeville, una competizione rivolta a persone con disabilità, ideata da un altro luminare della riabilitazione, Sir Ludwig Guttman, avrebbe rappresentato una vetrina importantissima per un movimento quale quello nascente paralimpico.
Arrivò con qualcosa come un trentennio di anticipo, perché 28 anni dopo il gemellaggio fra Olimpiadi e Paralimpiadi divenne indissolubile, tanto che oggi le prime vengono organizzate sempre tenendo conto delle esigenze delle seconde.
Troppo spesso le cronache ci riportano storie di opportunità non concesse a individui con disabilità. Lo sport, tuttavia, continua ad essere un eccezionale strumento per diffondere una società senza barriere, cambiando la percezione della disabilità in Italia e nel mondo.
Il nostro paese concluse le Paralimpiadi del 1960 al primo posto nel medagliere, ma soprattutto al primo posto nella promozione degli atleti disabili. A ciascun individuo deve essere permesso di esprimersi al meglio, partendo dalle proprie capacità, qualunque esse siano.
L’azzurra Maria Scutti, che perse le gambe in un incidente d’auto, è l’atleta ad aver vinto il maggior numero di medaglie in una edizione dei Giochi, a Roma, oltretutto in 4 sport differenti. Conquistò 9 ori nell’atletica leggera, un oro e un argento nel nuoto, e gli argenti nel fioretto e nel tennis tavolo. Un fenomeno!