Il valore civile e politico di una bandiera: la storia del collettivo CITT a Rutigliano

Giugno è il mese del Pride.

Le parate e gli incontri di piazza che si svolgono ormai ogni anno in numerose città italiane, hanno dovuto fare i conti con le restrizioni imposte dall’emergenza COVID-19. Questo, però, non è bastato a fermare le celebrazionei dell’orgoglio LGBT+, che si stanno ugualmente svolgendo tramite i canali e nelle forme più svariate.

Al centro dei festeggiamenti del Pride c’è il tema della visibilità: rivendicare l’esistenza della comunità è il primo passo necessario alla conquista dei diritti che spettano ai suoi componenti. Nelle grandi città italiane esistono già numerosi gruppi che si occupano di diritti LGBT+ e che, con il loro operato, lottano per garantire visibilità e tutela. Non si può dire lo stesso di molte realtà di provincia, nelle quali la diversità è spesso ignorata e taciuta.

A Rutigliano, paese del sud Italia in provincia di Bari, questo urgente bisogno di visibilità, ascolto e dialogo ha dato vita al collettivo CITT. L’idea nasce dalla volontà di creare uno spazio virtuale e fisico nel quale raccontare la diversità, al fine di combattere ogni forma di discriminazione e portare all’attenzione della cittadinanza molte tematiche sociali per lungo tempo dimenticate. Omosessualità, femminismo, identità di genere, razzismo, sono solo alcuni dei temi che spesso nelle realtà minori passano in secondo piano, anche a causa dell’assenza di canali di comunicazione efficaci.

CITT si è da subito presentata come spazio di incontro e scambio con la cittadinanza, tramite l’organizzazione di eventi, incontri e discussioni, supportati da un’amministrazione disponibile e attenta a queste istanze. Nonostante le già citate misure di contenimento del virus, l’attività del collettivo in questi mesi non si è mai fermata: parallelamente alla divulgazione attraverso i canali Facebook e Instagram, è continuato il dialogo con le figure politiche locali, che ha portato ad una grande conquista per il collettivo e per tutto il paese di Rutigliano.

Da poco, dinanzi al Municipio è stata issata e sventola la bandiera arcobaleno che CITT ha consegnato al Sindaco e all’Assessore alle Pari Opportunità, i quali hanno così dichiarato l’appoggio e la vicinanza dell’amministrazione alla comunità LGBT+ locale.

Questa piccola grande conquista arriva in un momento in cui, in Italia e nel mondo, si sta discutendo tanto di quale sia l’effettivo valore dei simboli che abitano le nostre città e i nostri paesi. Abbatterne di vecchi, issarne di nuovi: ciò che stiamo imparando dagli avvenimenti recenti è il valore della gestualità rispetto agli oggetti, forma di arte performativa spontanea ad opera di un gruppo di cittadini che hanno qualcosa da raccontare. Dissenso e consenso si mostrano non solo per mezzo di oggetti simbolici, ma attraverso l’interazione di ciascuno di noi con questi.

Nella comunità LGBT+, inoltre, si sta combattendo strenuamente il fenomeno del rainbow-washing che, per favorire le vendite di marchi non realmente interessati alla causa, rischia di snaturare il significato di una lotta reale e ardua. I colori della bandiera arcobaleno hanno un valore ben diverso in funzione del loro utilizzo e l’elastico di un paio di calzini sportivi non vale di certo quanto il Municipio di un piccolo paese di provincia. Il collettivo CITT e l’amministrazione comunale hanno realizzato un gesto necessario, per la sua valenza civile quanto politica: Rutigliano abbraccia la bandiera LGBT+ e celebra il mese del Pride, compiendo il primo di numerosi passi verso la creazione di una società inclusiva, giusta e nuova.

 

Simona Gassi

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