Il Tribunale amministrativo superiore di Berlino-Brandeburgo condanna l’inerzia climatica del governo tedesco. L’accusa di non aver agito sul cambiamento climatico è stata intentata da due associazioni ambientaliste tedesche, la Duh e la Bund. Il governo dovrà adottare misure urgenti per ridurre le emissioni di gas serra. Può, però, ancora presentare ricorso.
Accusa di inerzia climatica del governo tedesco
La motivazione del Tribunale amministrativo superiore di Berlino-Brandeburgo alla condanna del governo tedesco è quello di non aver compiuto azioni concrete per salvare il clima. La condanna per l’inerzia climatica del governo tedesco avviene proprio il giorno dell’inaugurazione della COP28 a Dubai.
La sentenza di primo grado è stata emessa dopo l’istanza presentata da due associazioni ambientaliste tedesche, la Duh e la Bund. Non verrà applicata immediatamente, perché il governo tedesco di Olaf Scholz potrà presentare un ricorso.
La Corte ha ordinato al governo tedesco di presentare dei programmi di azione immediata per raggiungere gli obbiettivi, per gli anni dal 2024 al 2030, di riduzione delle emissioni nel settore dei trasporti e dell’edilizia, come previsto dalla legge tedesca sul clima. Attualmente i gas serra di questi due settori generano, per i trasporti, il 20% e, per l’edilizia, il 30% della CO2 emessa in Germania.
Le ONG ambientaliste vorrebbero, tra le possibili misure del programma d’azione immediato, l’introduzione di un limite generale di velocità sulle autostrade, che, a differenza di tutti gli altri paesi europei, la Germania non ha. Per contrastare l’inerzia del governo tedesco, le associazioni chiedono anche che vengano ridotte le regole che prevedono una tassazione favorevole per le auto aziendali, che secondo loro incentiva le auto di grandi dimensioni e ad alta intensità di emissioni.
Proposte di modifiche alla legge sul clima e conseguenze sull’UE
La sentenza che condanna l’inerzia climatica del governo tedesco arriva in un momento in cui il governo ha proposto delle modifiche alla legge sul clima. Queste modifiche vedrebbero l’abbandono degli obiettivi settoriali a favore di un approccio globale. Questo può diventare problematico però, perché consentirebbe alle mancate riduzioni delle emissioni in settori difficili, come quello dei trasporti e dell’edilizia, di essere controbilanciate da un’eccessiva realizzazione in altri settori, come la produzione di elettricità. Per questo è molto criticato dalle associazioni ambientaliste, che temono un indebolimento della responsabilità.
Inoltre, questo comporta anche il rischio di alcuni obbiettivi dell’UE. L’inerzia climatica del governo tedesco, che non conduce alla riduzione sufficiente delle emissioni, ostacola anche l’obbiettivo dell’UE di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030. Secondo una proiezione dell’Agenzia europea dell’ambiente, negli anni fino al 2030, la Germania potrebbe emettere 159 mega tonnellate di CO2 in più rispetto a ciò che è consentito dal regolamento sulla condivisione degli sforzi dell’UE.
Le maggiori emissioni in Germania potrebbero far salire i prezzi del carbonio in tutta l’Unione Europea. Alcuni esperti prevedono prezzi di circa 200 euro per tonnellata di CO2 rispetto ai 45 euro auspicati dalle istituzioni dell’UE. Michael Pahle dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico sostiene:
A causa della mancanza di una riforma corrispondente, gli obbiettivi climatici dell’UE nel loro insieme potrebbero essere messi a repentaglio, dato il ruolo della Germania dell’UE
La condanna per l’inerzia climatica del governo tedesco è arrivata, in attesa di risposte più concrete nei confronti del cambiamento climatico da parte della COP28 di questi giorni a Dubai.