Il Tredicesimo Emendamento e l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti

abolizione della schiavitù, eccezione al 13° emendamento

Il 18 dicembre del 1865 negli Stati Uniti entra in vigore il tredicesimo emendamento della Costituzione americana che aboliva ufficialmente la schiavitù.


L’evoluzione degli emendamenti alla Costituzione degli Stati Uniti d’America ha segnato momenti cruciali nella storia politica e sociale del paese. Tra questi, il Tredicesimo Emendamento rappresenta un punto di svolta nella lotta per l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti. Questo emendamento venne adottato il 18 dicembre 1865, dopo un processo legislativo che coinvolse un ampio spettro di figure politiche e contribuì a porre fine a una delle istituzioni più divisive della storia americana.

I primi dodici emendamenti alla Costituzione furono adottati entro i primi 15 anni dall’approvazione della Costituzione stessa. Tra questi, i primi dieci, noti come la Dichiarazione dei Diritti, furono ratificati nel 1791, seguiti dall’Undicesimo Emendamento nel 1795, che chiarificava il potere giudiziario nei confronti dei cittadini stranieri e limitava la capacità dei cittadini di citare in giudizio gli stati, e infine il Dodicesimo Emendamento nel 1804, che modificò il processo di elezione presidenziale. Questo periodo di quasi sessant’anni senza nuovi emendamenti alla Costituzione anticipò l’importanza e l’urgenza del Tredicesimo Emendamento.

Prima dell’adozione del Tredicesimo Emendamento, gli Stati Uniti erano attraversati da una crescente tensione riguardo alla questione della schiavitù. Mentre la maggior parte delle leggi approvate dal Congresso durante il periodo precedente alla Guerra Civile aveva protetto la schiavitù, alcune proposte per abolirla furono avanzate. Tra queste proposte, spicca l’iniziativa di John Quincy Adams, all’epoca deputato alla Camera dei Rappresentanti, nel 1839.

Tuttavia, fu solo nel 1863, durante le crisi della secessione e prima dello scoppio della Guerra Civile, che James Mitchell Ashley e James Falconer Wilson, entrambi repubblicani, presentarono proposte a sostegno di un emendamento per l’abolizione della schiavitù in tutti gli Stati Uniti. Il senatore John Brooks Henderson del Missouri propose una risoluzione congiunta per un emendamento costituzionale con lo stesso scopo nel 1864. Mentre storicamente l’abolizione della schiavitù era una questione associata ai repubblicani, Henderson era un democratico, dimostrando che la questione andava oltre le linee partigiane.

La commissione del senato per gli affari giudiziari, presieduta da Lyman Trumbull, repubblicano dell’Illinois, fu coinvolta nel processo per proporre una versione unificata delle diverse proposte. Charles Sumner, repubblicano radicale del Massachusetts, propose un emendamento per abolire la schiavitù e garantire l’uguaglianza nel 1864. Il Senato approvò l’emendamento il 8 aprile 1864 con 38 voti a favore e 6 contrari.

Tuttavia, la Camera dei Rappresentanti inizialmente respinse l’emendamento, ma fu ripresentato con il sostegno del presidente Abraham Lincoln. Quest’ultimo si assicurò che l’approvazione dell’emendamento fosse inclusa nel programma elettorale repubblicano per le successive elezioni presidenziali. La Camera approvò la proposta nel gennaio 1865 con 119 voti a favore, 56 contrari ed 8 astenuti, con appena due voti di scarto dal minimo necessario del 2/3 dei voti favorevoli per emendare la Costituzione.

L’emendamento fu quindi inviato agli stati per la ratifica. Il processo si concluse con successo il 18 dicembre 1865, quando il Segretario di Stato William H. Seward formalizzò l’avvenuta ratifica. Il Tredicesimo Emendamento fu inviato ai 36 stati allora esistenti dal 38º Congresso degli Stati Uniti il 31 gennaio 1865, ed entrò in vigore dopo la ratifica di 27 stati. La sua più recente ratifica, tuttavia, avvenne nel 1995 in Mississippi, che è stato l’ultimo dei 36 stati che esistevano all’epoca della proposta a ratificarlo.

Il testo del Tredicesimo Emendamento afferma:

“La schiavitù o altra forma di costrizione personale non potranno essere ammesse negli Stati Uniti, o in luogo alcuno soggetto alla loro giurisdizione, se non come punizione di un reato per il quale l’imputato sia stato dichiarato colpevole con la dovuta procedura. Il Congresso ha facoltà di porre in essere la legislazione opportuna per dare esecuzione a questo Articolo.”

Questo emendamento completò la legislazione per l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti, mettendo fine a un’istituzione che aveva fortemente divisato il paese. All’epoca dell’entrata in vigore del nuovo testo, circa 40.000 schiavi erano ancora presenti negli Stati Uniti, concentrati principalmente in Kentucky, e furono finalmente liberati.

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