Il traffico militare nel Mediterraneo: una dimostrazione di forza da parte della NATO nel conflitto in Medio Oriente

traffico militare nel Mediterraneo

In questi giorni il traffico militare nel Mediterraneo si è intensificato, vedendo unirsi anche navi italiane a quelle già presenti di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Mentre a Gaza le operazioni si svolgono via terra, la risposta della Nato, per dimostrare la sua forza, arriva via mare.

Le navi del traffico militare nel Mediterraneo

Negli ultimi giorni il traffico militare nel Mediterraneo si sta intensificando vedendo l’aggiunta di navi da guerra italiane oltre a quelle già presenti di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Palazzo Chigi ha comunicato la presenza di un Pattugliatore, una nave anfibia e due fregate della Marina Militare Italiana, per essere pronte ad imbarcare materiale umanitario e per un sostegno militare ai civili nella guerra in Israele e Palestina. Le due fregate sono già nella zona, mentre la nave anfibia si sta dirigendo verso l’epicentro delle tensioni per l’eventuale evacuazione umanitaria di personale.

Le navi italiane si vanno ad aggiungere alla portaerei statunitense Uss Gerald R. Ford e anche alla portaerei Eisenhower, che ha cambiato rotta puntando il Golfo Persico. La Marina militare francese ha due fregate sul posto, la fregata FREMM della difesa aerea Alsazia e la fregata Surcouf. Negli ultimi giorni ha aggiunto al largo della Striscia di Gaza anche la Tonnerre, una delle navi d’assalto più importanti e più grandi della Francia. Il Regno Unito invece ha mobilitato un gruppo composto da due navi. Inoltre, nel Golfo Persico, c’è da sottolineare la presenza di un gruppo di sei navi da guerra cinesi, al termine di esercitazioni programmate con l’Oman.

Un’altra forza militare che per ora sta ad osservare, ma che non vuole mancare a questo traffico militare nel Mediterraneo, è la Russia, con una nave spia, la Kildin, che segue i movimenti e osserva da vicino la Uss Gerald R. Ford statunitense.

L’obbiettivo dello schieramento di queste navi da guerra

L’obbiettivo dichiarato, soprattutto dal Governo italiano, è quello di portare un sostegno umanitario, attraverso il trasporto di beni di prima necessità o per eventuali evacuazioni. Ma ovviamente non possiamo fermarci a questo. Infatti il traffico militare nel Mediterraneo e l’aumento delle navi al largo della Striscia di Gaza hanno il chiaro obbiettivo di mostrare la forza dell’Alleanza Atlantica (NATO), per cercare di evitare un’escalation del conflitto che coinvolga anche l’Iran con un aumento delle tensioni in Medio Oriente.

Quest’obbiettivo si evince anche dal tipo di navi che sono state messe in campo. Infatti la Uss Gerald R. Ford, statunitense, è la più potente portaerei del mondo, a propulsione nucleare e con un’unità ultramoderna. Accompagnata anche dal proprio gruppo d’attacco di incrociatori e cacciatorpediniere. Anche la Tonnerre, francese, provvista di un ospedale all’interno, quindi con un compito umanitario, rappresenta anche la nave d’assalto più importante della Francia, con a bordo un’unità da combattimento dell’esercito con tutto l’equipaggiamento. O ancora il Pattugliatore Polivalente d’Altura Thaon di Revel, italiano, che mostra un obbiettivo prettamente militare oltre che umanitario. Infatti è una nave flessibile, con la capacità di assolvere diverse mansioni, tra cui il pattugliamento con soccorso in mare, operazioni di Protezione Civile, e ovviamente la mansione di nave combattente di prima linea.

Staremo ad osservare nei prossimi giorni come la NATO porterà avanti questa dimostrazione di forza e che cosa porterà questo traffico militare nel Mediterraneo.

Luisa Campazzo

Exit mobile version