Il terrificante esperimento “Universo 25” di John Calhoun

Universo 25

Tra il 1968 e il 1973 venne condotto l’esperimento “Universo 25” da John Calhoun, un etologo che si interessava dei comportamenti animali in contesti di sovrappopolazione, per trarne considerazioni in merito alla società umana. Osservazioni interessanti vennero tratte da questo studio: in particolare, fu notata la correlazione tra sovrappopolazione ed estinzione.

Chi è John Calhoun

John Bumpass Calhoun nasce l’11 maggio 1917 a Elkton, nel Tennessee. Studia presso l’Università della Virginia conseguendo la laurea in scienze biologiche nel 1939. E continua con un dottorato di ricerca presso la Northwestern University. I suoi interessi si consolidarono nello studio comportamentale dei ratti, tanto che divenne uno dei più noti etologi statunitensi. 

Di particolare interesse, sono i suoi studi riguardo la densità di popolazione e gli effetti comportamentali. Questi studi venivano condotti sui sistemi sociali dei topi, al fine di trarne considerazioni analoghe sui sistemi sociali umani.

In un articolo del 1962, Calhoun coniò il termine “fogna del comportamento” (behavioral sink) per denotare il collasso sociale causato dalla sovrappopolazione.

Il terrificante esperimento “Universo 25”

Il suo esperimento più famoso è senz’altro quello conosciuto come “Universo 25”, condotto nel Maryland, in una struttura acquistata dall’Istituto nazionale della salute mentale (NIMH). Avviato nel luglio del 1968, si concluse dopo 1780 giorni, il 23 maggio 1973, anno nel quale venne pubblicato il suo studio “Death Squared: The Explosive Growth and Demise of a Mouse Population”. 

Cosa doveva prevedere Universo 25

John Calhoun progettò un habitat (per topi) che dovesse simulare un universo fisico chiuso in grado di prevenire 5 fattori di mortalità (da lui individuati). 

  1. Emigrazione: da un lato, l’emigrare espone a un rischio maggiore di mortalità (perchè potrebbe portare a habitat meno favorevoli), dall’altro, la rimozione numerica di individui (effetto dell’emigrazione) appartenenti a una popolazione stabilizzata numericamente, espone all’estinzione.
  2. Scarsità di risorse: la scarsità di cibo, acqua, rifugi, o altre risorse ambientali impedisce o rallenta la riproduzione (estinzione della specie).
  3. Clima rigido: ogni specie ha sviluppato un adattamento genetico ad alcune condizioni esterne ambientali. Condizioni climatiche avverse rispetto a quelle abituali, contribuiscono all’estinzione. 
  4. Malattie: nonostante la maggior parte degli animali sviluppa capacità di tollerare parassiti, batteri e virus, una buona parte rimane comunque soggetta a decimazioni epidemiche.
  5. Predazione: tutte le specie hanno avuto, lungo l’evoluzione, predatori capaci di uccidere alcuni dei loro individui, a volte causandone la progressiva estinzione.

Calhoun arginò questi 5 fattori con Universo 25, che era studiato appositamente per i topi.

Come era fatto Universo 25

Rispettivamente ai punti precedenti.

  1. L’habitat era formato da quattro pareti alte 1,37 m disposte su una base quadrata di lato 2,57 m. Le pareti erano progettate in modo tale che ampliassero lo spazio vitale dei topi, senza che venissero scavalcate oltre i 43 cm di altezza. 
  2. Universo 25 prevedeva risorse in sovrabbondanza, in modo tale da garantire cibo per 9500 topi, acqua per 6144 topi e tane per 3840 topi (16 celle contenenti 256 nidi per 15 topi ciascuno). Data la tendenza di molti topi a sovrappopolare i nidi (superando le 15 unità a nido), circa il 20% dei nidi rimase di solito non occupato.
  3. L’ambiente garantiva una temperatura minima di 20°C nei mesi più freddi e massima di 32°C in quelli più caldi. Le piogge e i venti erano simulati in modo tale da non alterare le condizioni di vita dei topi.
  4. Vennero selezionati alcuni topi particolari e in salute dall’Istituto nazionale della Salute, e veniva pulita tutta la struttura ogni 4-8 settimane per prevenire malattie causate dallo stato igienico.
  5. Non erano presenti predatori.

L’inizio dell’esperimento “Universo 25”

Il 9 luglio 1968 vennero introdotte 4 coppie di topi BALB/c di 48 giorni di età. I primi 104 giorni furono caratterizzati dall’esplorazione dell’Universo 25 e da turbolenti interazioni sociali. Dopo questi giorni, si consolidarono le relazioni sociali tra quei primi otto topi e, a intervalli di circa 55 giorni, la popolazione iniziò a crescere secondo una progressione numerica (approssimativamente 20, 40, 80, 160, 320, 620). 

Dopo i primi 5 cicli di crescita, la popolazione iniziò a diminuire i ritmi di riproduzione. Si iniziò a verificare una simmetria bilaterale di densità abitativa (nell’angolo nord del quadrato si contavano pochi individui, nell’angolo opposto la massima concentrazione). Inoltre, si instaurò una gerarchia a gruppi, dove lo status sociale dipendeva dal livello di produttività di ciascun gruppo.

La fase di stagnazione demografica

Dal giorno 315, per ulteriori 245 giorni, l’incremento di crescita demografica diminuì. Una circostanza concomitante, che Calhoun sottolinea, è la saturazione dei ruoli sociali. Solitamente, nel corso storico degli ecosistemi, vi sono più giovani (che diventeranno adulti) di quelli che servono di fatto per il ricambio sociale della generazione precedente. E quelli che non trovano una nicchia sociale, emigrano. Il problema è che questo Universo 25 era stato progettato per evitare fenomeni di migrazione. E, siccome non tutti i giovani riuscivano poi a ricoprire ruoli sociali, i topi che fallivano si isolavano divenendo parecchio inattivi, senza più interagire con gli altri topi socialmente affermati.

La fase del declino demografico

L’incremento demografico cessò drasticamente dal giorno 560. L’ultimo concepimento si ebbe intorno il giorno 920. Il 22 giugno 1972 rimasero solo 122 sopravvissuti (22 maschi e 100 femmine). Le proiezioni indicavano la morte dell’ultimo esemplare maschio per il 23 maggio 1973 (1780 giorni dopo l’inizio). Giorno dopo il quale, la popolazione sarebbe diventata prossima all’estinzione (a causa dell’impossibilità di riprodursi).  

Durante questa fase, i topi falliti ed emarginati divvennero vittime di ondate di violenza, e col tempo le vittime di aggressione divvennero loro stesse aggressori. Tutti i giovani venivano prematuramente rifiutati dalle madri. Le femmine si ritirarono in maniera solitaria sui nidi più alti. Alcuni maschi, che Calhoun chiamò “quelli belli” (the beautiful ones), non cercarono mai né alcun combattimento né alcun sesso: mangiavano, dormivano e si curavano solo di sé in un’introspezione narcisistica. La maggior parte dei topi sopravvissuti fino alla fine era formata da queste femmine solitarie e questi maschi “belli”. 

Da circa la metà di questa fase, tutti i gruppi erano prossimi alla perdita totale della capacità di organizzarsi socialmente. In particolare, si osservò la perdita dei comportamenti riproduttivi, assistendo anche a episodi di pansessualismo e cannibalismo.

Conclusioni

Le ridotte condizioni di mortalità (grazie alle modalità con cui fu progettato Universo 25) culminarono nella sopravvivenza di un numero eccessivo di individui, che si organizzò secondo quei ruoli sociali tipici di qualsiasi specie. Nel giro di poche generazioni, tutti i ruoli sociali a disposizione nello spazio fisico di Universo 25 furono saturati. La sopravvivenza di molti giovani adulti portò allo sviluppo di nuove attività sociali più specifiche. Tuttavia, c’era comunque poca opportunità di ricoprire un’attività o un ruolo sociale. Ciò portò a una competizione così dura che causò il collasso dei comportamenti naturali di tutti i topi. L’organizzazione sociale nel giro di poco tempo collassò completamente, fino all’estinzione della colonia. 

John Calhoun trasse da questo esperimento alcune conclusioni riflessive circa la specie umana. In particolare, trasse alcune somiglianze tra l’evoluzione sociale dei topi e quella della società post-industriale. Nella prima c’era un processo di riproduzione biologica, che induceva a comportamenti sempre più complessi tra i topi, nella seconda c’era un processo ideativo (o creativo) che aumentava la complessità delle relazioni sociali tra gli uomini.

Ma ciò da cui si dovrebbe stare in guardia, per Calhoun, sono la sovrappopolazione e la perdita progressiva dei comportamenti sociali complessi. Perchè, per Calhoun, questi due fattori significano la morte della specie, cioè l’estinzione.

Leonardo Mori

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