Il Sudafrica piange l’arcivescovo Tutu Desmond, un’icona anti-apartheid

Tutu Desmond www.ultimavoce.it

Il Sudafrica piange l’arcivescovo Tutu Desmond che lottò contro l’apartheid ed è stato il simbolo della lotta non violenta contro il regime razzista.

Piange tutto il Sudafrica con il presidente Cyril Ramaphosa che ha espresso con queste parole il suo dolore:

” il dolore di tutti i sudafricani per la morte di una figura essenziale per la storia del Paese”.

Tutu Desmond , arcivescovo anglicano, vinse nel 1984 il premio Nobel per la Pace come simbolo della lotta non violenta contro il regime razzista.

Nato nel 1931 di etnia Xosa a Klerksdorp, a 12 anni si trasferì a Johannesburg con la famiglia.
Insegnò insieme al padre, nel 1960 diventa pastore anglicano, e si trasferisce a Londra per approfondire gli studi.

Nel 1975 torna in Sudafrica e diventa il primo decano nero della Cattedrale di St.Mary a Johannesburg. Nel 1976 inizia la sua lotta contro l’apartheid appoggiando le proteste di Soweto.

Insieme a Nelson Mandela, fu l’anima cristiana della liberazione della popolazione nera dall’apartheid del Sudafrica.

Fu lui nel 1993 a fermare la violenza fra neri e bianchi, se il Sudafrica non finì in un bagno di sangue ed in una guerra civile lo si deve a Mandela e a Tutu.

Tutu ha una potenza carismatica eccezionale e riesce a fermare la folla, a spegnere le armi. È uno di loro. È uno un nero che non vuole vendetta ma perdono. Perdono per i bianchi che tanto male hanno fatto alla popolazione natia.

Basta vedere le immagini dove in mezzo alla folla inferocita così parla:

” Alziamo le mani e diciamo ‘saremo liberi’, tutti noi, bianchi e neri insieme,  perché stiamo marciando per la libertà “

Dopo la fine dell’apartheid, dopo che Nelson Mandela era stato eletto presidente del nuovo Sudafrica, Tutu nel 1995 ideò e presiedette la Commissione per la Verità e la Riconciliazione.

La Commissione mise in luce la verità: le atrocità commesse dai governi dei bianchi durante la repressione.

Il perdono fu accordato a chi, fra i responsabili di quelle atrocità commesse, avesse confessato: una forma di riparazione morale nei confronti dei familiari delle vittime.

Oggi il Museum contro l’apartheid ricorda perfettamente i crimini e le atrocità commessi dai bianchi.

Tutu Desmond per tutta la vita ha continuato a lottare per la difesa dei diritti umani, la sua voce è stata sempre forte contro la povertà, contro l’Aids, il razzismo, il sessismo, l’omofobia, la transfobia e tubercolosi.

Un grande uomo del secolo passato ci lascia, così come Mandela, Gandhi,  Mother Luther King.
Chi in questo nuovo secolo riuscirà a lottare ed alzare la voce come questi grandi uomini.
Oggi siamo sempre più soli.

Santina Sconza

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