Il Sudafrica accusa Israele per la guerra nella Striscia di Gaza. Il ministro della presidenza, Khumbudzo Nhaveni, portavoce del Presidente Cyril Ramaphosa, ha condannato le violenze commesse da Israele contro i civili palestinesi, paragonandole alle atrocità commesse durante l’Apartheid. Nhaveni ha dichiarato che tutto ciò assomiglia a un genocidio e che non può essere tollerato
Perché il Sudafrica accusa Israele?
L’attuale guerra che è in corso nella Striscia di Gaza ha fatto scoppiare una crisi diplomatica tra il Sudafrica e Israele. Le atrocità che stanno commettendo gli israeliani contro i civili palestinesi sembrano riportarci indietro nel tempo, al periodo dell’Apartheid, il quale ha rappresentato uno dei momenti più bui della storia Sudafricana. Per questo, il ministro della presidenza Khumbudzo Nhaveni, portavoce del presidente Cyril Ramphosa, ha condannato le violenze causate da Israele verso i palestinesi.
“Un genocidio sotto il controllo della comunità internazionale non può essere tollerato. Un altro olocausto nella storia dell’umanità non è accettabile. Quello che sta accadendo a Gaza ricorda le atrocità commesse nei momenti più bui dell’Apartheid” , ha detto Nhaveni.
Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, ha presentato una denuncia presso la Corte Penale Internazionale (CPI) per indagare sui “crimini di guerra” commessi dallo stato di occupazione israeliano nella Striscia di Gaza.
Allo stesso tempo, a seguito di un dibattito tra i rappresentati del Parlamento Sudafricano, si è deciso di chiudere l’ambasciata di Tel Aviv a Pretoria e di interrompere tutte le relazioni diplomatiche fino a quando Israele non accetterà di cessare il fuoco a Gaza.
Nhaveni ha, inoltre, espressamente criticato l’ambasciatore israeliano Eliav Belotsercovsky accusandolo di aver rilasciato commenti denigratori contro coloro che facevano sentire la propria voce contro gli attacchi ai civili palestinesi, i quali hanno costituito e continuano a costituire gravi violazioni alla Convenzione di Ginevra.
Cyril Ramaphosa, per fare il punto sul conflitto nella Striscia di Gaza e sulla situazione in Medio Oriente, ha convocato, circa due giorni fa, una riunione virtuale straordinaria dei paesi Brics.
Riunione straordinaria dei paesi brics
Il gruppo dei BRICS ha denunciato gli attacchi contro i civili in Palestina e in Israele. I BRICS sono costituiti da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, grandi economie emergenti che cercano di contare di più nell’ordine globale. I leader delle principali economie emergenti hanno chiesto, martedì, la fine della guerra di Israele contro Gaza e la cessazione delle ostilità sia da Israele che da Hamas per far in modo che la crisi umanitaria che vi è in corso sia cessata il prima possibile.
Il Sudafrica, il più piccolo Paese dei BRICS, esprime la sua vicinanza ai palestinesi, poiché reduci dall’aver vissuto per più di quarant’anni l’oppressione dell’apartheid, vede la propria lotta riflessa in quella dei palestinesi, che ormai da mesi i civili sono vittime di una vera e propria persecuzione da parte di Israele.
La presa di posizione dei BRICS , promossa dal Sudafrica, potrebbe spingere altri Paesi a denunciare la guerra.
“All’interno dell’ordine mondiale globale, i BRICS offrono un’altra voce che è necessaria per contrastare l’attuale visione egemonica occidentale”ha affermato Desai di Africa4Palestine, un’organizzazione per i diritti umani.
Infatti, molti esperti, in Africa e altrove, hanno accusato Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea di ipocrisia perché si dichiarano grandi sostenitori della democrazia e dei diritti umani ma, da quando è iniziata la guerra, l’hanno sempre sostenuta.
Lunedì, inoltre, il ministro sudafricano per la Presidenza, Khumbudzo Ntshavheni, ha esercitato ulteriori pressioni, chiedendo un mandato di cattura della CPI contro il ministro israeliano Benjamin Netanyahu, chiedendo alla corte di indagare sul leader per le violenze commesse e che continua a commettere.
La guerra tra Israele e Palestina sta davvero causando delle atrocità in ambito dei diritti umani. È un bene che popoli come il Sudafrica, avendo una storia alle spalle, decida di far sentire la sua voce e di combattere contro le ingiustizie. Ingiustizie che vanno avanti da anni a cui il mondo continua a rimanere indifferente limitandosi solo a decidere da che parte stare.