Aimone Calì, il piccolo bomber
Nel 1997 alla famiglia Calì si aggrega un nuovo nascituro, “Aimone” dice la nonna “Questo sarà il suo nome”. Così il piccolo Calì prende un nome non indifferente, Aimone significa patria. Lì a Trastevere l’attuale bomber dell’Eccellenza impara a tirare i primi calci al pallone, e fin da piccolo Aimone iniziò a dimostrare un certo feeling per questo sport. Le sue qualità emergono subito e il passo per arrivare alla Roma è breve. Lì c’è un bravo allenatore in uscita, Marco Rosa, che lo vede negli stage a Trigoria e ne caldeggia l’ingresso nel club giallorosso. Aimone però resta fra le file giallorosse giusto un paio d’anni, fin quando non passa dall’altra sponda del Tevere, quella biancoceleste, dove trova più fortuna. Al termine dell’annata, con Minieri suo procuratore, fa il grande salto nel calcio professionistico: è la Carrarese, in Lega Pro. Qualcosa però va storto e da lì dopo varie sfortune e retrocessioni rimane svincolato. Aimone Calì così ricomincia dalla Serie D dove in poco tempo ritrova le sue misure e dopo qualche valzer arriva al Montespaccato, dove inizia a segnare una valanga di goal.
La chiamata di una Dea, l’occasione della vita
AImone Calì verso la fine della stagione 2018/2019 riceve una chiamata “divina”, è l’Atalanta. I neroazzuri che hanno seguito AImone per lungo tempo, decidono di affondare il colpo e, dopo un colloquio con il Montespaccato che ovviamente non aveva possibilità di trattenere il proprio bomber, contatta il ragazzo che entusiasta è già con le valigie in mano. Quest’operazione di calciomercato può sembrare fantacalcio, ma la Dea ci ha visto lungo con il giovane Aimone che a 22 anni e giocando in Eccellenza era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato di fare. Adesso però l’Atalanta sta decidono cosa fare di Aimone, se portarlo direttamente in A, o girarlo in prestito per una stagione al Catanzaro, per farlo adattare. Qualunque sia la scelta, la favola Aimone Calì è appena iniziata.