In un momento di crescenti tensioni regionali, il ruolo dell’Iran emerge come un elemento cruciale nei dibattiti geopolitici globali. Con minacce di chiusura del Mediterraneo in risposta ai “crimini israeliani” a Gaza e un leader supremo che invita i Paesi musulmani a bloccare la fornitura di carburante a Israele, l’Iran si colloca al centro di una complessa trama diplomatica. Parallelamente, l’inaspettato dialogo tra Iran ed Egitto, la tragedia a Gaza e l’attacco a una nave mercantile nel Mar Arabico contribuiscono a definire il ruolo dell’Iran in questo intricato panorama. Diverse sono quindi le sfaccettature del coinvolgimento iraniano e notevole è la fenomenologia di come esso plasmi e venga plasmato dalle dinamiche regionali in evoluzione e dagli interessi geopolitici.
La minaccia iraniana di chiudere il Mediterraneo
Il Mar Mediterraneo potrebbe diventare il prossimo teatro di chiusura se il ruolo dell’Iran si ampliasse e se la potenza sciita dovesse mettere in atto le sue minacce in risposta ai “crimini israeliani” a Gaza. Il comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, il generale di brigata Mohammad Reza Naqdi, ha annunciato questa possibilità senza specificare i dettagli del processo di chiusura. L’Iran, privo di accesso diretto al Mediterraneo, solleva interrogativi sulle reali modalità di esecuzione di questa minaccia.
La voce del leader supremo e l’appello alla privazione di carburante
L’ayatollah Ali Khomeini, la Guida Suprema iraniana, ha intensificato la retorica contro Israele, chiedendo ai Paesi musulmani di ostacolare la fornitura di carburante e altri beni a Israele. Khamenei ha esortato le nazioni musulmane a interrompere l’assistenza a Israele e a interrompere i legami con il Paese, accusato di ostacolare l’accesso all’acqua nella Striscia di Gaza. Il ruolo dell’Iran nel conflitto Israeli-palestinese può essere sempre più importante, a causa delle sue aspirazioni geopolitiche di espansione verso oriente e occidente. L’Iran è infatti una petro-potenza che, sia con la retorica religiosa sia con quella economica, potrebbe cambiare le dinamiche dell’ordine globale.
Il ruolo dell’Iran come interlocutore dell’Egitto: una telefonata storica
In un’inaspettata mossa diplomatica, i presidenti di Egitto e Iran hanno discusso dei recenti sviluppi a Gaza, aprendo la prospettiva di ripristinare i rapporti diplomatici. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha contattato il suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi, offrendo il supporto dell’Iran nel fermare il presunto “genocidio del regime sionista” e nell’invio di aiuti ai palestinesi. Si vede quindi come questa fase sia in continua evoluzione, con i riavvicinamenti che hanno modificato il ruolo dell’Iran e dell’Egitto nei confronti dei loro alleati ma anche nei loro stessi confronti.
Le tensioni storiche tra Egitto e Iran si stanno attenuando, con un appello congiunto per ridurre la tensione nella regione. Questo movimento segue il recente ristabilimento delle relazioni tra Arabia Saudita e Iran, insieme al riavvicinamento del Cairo con il Qatar e la Turchia. Un panorama geopolitico in rapida evoluzione che riflette la complessità delle dinamiche regionali.
Attacco Iraniano a una nave nel Mar Arabico
L’Iran ha nuovamente attirato l’attenzione della comunità internazionale con un attacco con droni a una nave mercantile nel Mar Arabico. Il Pentagono ha attribuito l’attacco all’Iran, che ha colpito la petroliera MV Chem Pluto. Nonostante l’incendio causato dall’attacco, la nave ha continuato il suo viaggio verso l’India. Le indagini sono in corso per stabilire l’origine dell’attacco e valutare le conseguenze di questo ennesimo sviluppo che contribuisce ad alimentare le crescenti tensioni nella regione. Si noti quindi come il ruolo dell’Iran è anche di carattere militare e i primi ad esserne consapevoli, e allo stesso tempo spaventati, sono proprio gli Stati Uniti.
Tragedia a Gaza: l’ennesima strage e l’evacuazione forzata
Un devastante attacco aereo israeliano ha colpito una famiglia allargata a Gaza, causando la morte di 90 persone, inclusi donne e bambini. Tra i vari cadaveri, sono state rinvenute le identità della famiglia di Issam al-Mughrabi, un dipendente ONU. Il numero delle vittime ONU, dal 7 ottobre, è salito così a 136. L’attacco, uno dei più sanguinosi del conflitto, ha suscitato indignazione e richieste di porre fine alla guerra.
Nel frattempo, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha denunciato l’ordine di evacuazione israeliano, sottolineando che ormai “nessun luogo è più sicuro” per la popolazione colpita. Come anche ha riferito il portavoce del dipartimento della Protezione civile di Gaza, quello di ieri è stato l’attacco più crudo e violento nella guerra Israelo-palestinese.
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