Il sogno del revival di Woodstock dopo 50 anni
Davvero atteso il ritorno del Festival di Woodstock. Gli alberghi in zona hanno già registrato il tutto esaurito. I botteghini online presi d’assalto: i biglietti non sono ancora in vendita, ma già migliaia di persone fremono in lista d’attesa. Cresce l’impazienza per questo revival. Per i più maturi sarà quasi come essere di nuovo a casa, nel tempio della musica. Per quelli che avrebbero voluto esserci un sogno che diventa realtà!
L’impossibile diventa possibile: persone comuni si mescoleranno a personaggi famosi in incognito, musicisti in libera uscita, bionde targate California. In uno scenario fuori dagli schemi.
Praticamente, sarà quel salto a ritroso con la macchina del tempo che il vecchio hippie di La ricerca della felicità tanto agognava. Cristallizzato nel passato, mentre gli anni passavano impolverandolo, sognava infatti di tornare ai bei tempi dei figli dei fiori.
Impossibile non sentirsi elettrizzati, soprattutto per chi, come me, ai tempi di Woodstock, non era nemmeno un’idea.
Tornano quegli ideali di pace e amore con Woodstock 2019
La sola parola è evocativa: pronunciarla fa venire in mente tipi strani e bislacchi. Stravaccati per terra, contrari agli schemi borghesi tradizionali e ai frenetici tempi moderni, superavano gli egoismi attraverso la condivisione. Li univa la musica, linguaggio universale che tocca il cuore di ognuno.
Tutto era cominciato da un pugno di uomini d’affari, col progetto di mettere su uno studio di registrazione. Woodstock Ventures, ossia possibilità di guadagni. Immagino lo sconcerto degli organizzatori durante le prevendite: così tante prenotazioni da consentire l’ingresso libero alla fine. Presero frettolosamente dunque centinaia di acri in affitto per l’occasione. Autostrade intasate, ad acuire l’ostilità degli esclusi, frutto di uno scontro generazionale. Doveva essere solo un festival di provincia, ma attirò almeno 400.000 persone. L’avvio del Festival mostrava già una folla di gente.
Impossibile la replica degli idoli del Festival del 1969
Una trentina di musicisti, arrivati in elicottero o con mezzi di fortuna, si alternarono sul palco. Jimi Hendrix suonò per due ore, proponendo successi come Hey Joe , Purple Haze, Voodoo Child e Foxy lady. Distorse inoltre l’inno americano per protesta verso la guerra in Vietnam.
Joan Baez, incinta, cantò una dozzina di canzoni, aprendo con Oh Happy Day. E ancora, si succedettero un giovane Joe Cocker, Santana, Creedence Clearwater Revival, Jefferson Airplane, Sha-Na-Na, Janis Joplin.
Indubbiamente la “nota stonata” del festival: Un inferocito Pete Townshend di The Who, disturbato da un intruso sul palco, lo prese a chitarrate, minacciando di morte eventuali emulatori. Era l’attivista di sinistra Abbie Hoffman, indignato per l’arresto del poeta John Sinclair a causa di un paio di spinelli.
https://youtu.be/F03a-EYvifU
La tecnologia resse nonostante la folla, ma i Grateful Dead furono penalizzati da problemi tecnici, Neil Young (allora new entry di Crosby, Stills, Nash &Young) invece da varie peripezie.
Tra i grandi assenti figurarono i Beatles, Chuck Berry, Bob Dylan, i Doors, Frank Zappa e i Led Zeppelin. L’anno dopo uscirono dischi live strepitosi. Davvero un periodo magico per la musica!
I misteri e le fughe di notizie sul ritorno del Festival di Woodstock
Il Festival di Woodstock ritorna. Le persone vogliono sognare, è evidente! Si sfrutterà ancora la magia legata al nome Woodstock, affiancando vecchie glorie a nuovi musicisti.
Dopo 50 anni di vita vissuta intensamente, quanti riusciranno ancora? La droga, l’alcool e la vecchiaia hanno mietuto senza pietà le loro vittime. La Joplin ed Hendrix purtroppo morirono alla fatidica età di 27 anni.
Nel frattempo, le notizie discordanti si accavallano. Sarà dal 16 al 18 agosto. Mistero sui presenti. Previsti Santana, Springsteen, Eminem, Foo Fighter, Pearl Jam, Bon Jovi, Elton John e Ariana Grande.
Michael Lang, storico organizzatore dell’originale, sarà coinvolto. O forse no. Uscite le prime locandine fake. Una nuova location, Watkins Glen. In programma, anche conferenze e grandi marchi. Insomma, il festival di Woodstock ritorna come vetrina mondiale con sottofondo musicale.
I dubbi sul ripetersi del Festival
Riserbo e mistero forse servono solo ad accrescere la curiosità senza deludere le attese. Le rockstar odierne reggeranno il confronto con le canzoni passate? Woodstock ritorna, ma avrà lo stesso impatto, la stessa forza, lo stesso valore?
Il pubblico di oggi, succube degli ultimi ritrovati tecnologici, superficiale e violento dietro una maschera ipocrita, sarà degno di un nuovo Woodstock? Occhi sognanti. Piedi scalzi e sporchi. Gilet aperti su toraci nudi. Treccine, bandana, capelli lunghi. Jeans usurati. Siamo agli antipodi rispetto ai canoni odierni.
Lo scettico Roger Dalthrey di The Who ha stroncato questa iniziativa.
Il caldo americano di agosto è insopportabile per i vecchietti – ha esclamato ridendo a motivo della sua assenza – ll pubblico fu il vero protagonista di Woodstock -ha osservato dopo, più serio. La ricorrenza si potrà celebrare, mai replicare.
L’obiezione del cantante di The Who in effetti è valida pure se si ritengono centrali quegli artisti in stato di grazia, più che gli spettatori. Il festival di Woodstock ritorna, ma non potrà mai essere lo stesso…
Una leggenda respirata attraverso i ricordi di chi vi prese parte. Persino Verdone (grande appassionato di musica), non resistette ad immortalare nel suo primo film, Un sacco bello, un “Peace & Love” svagato, biondo come un angelo. Anche nel cinema il ricordo del Festival di Woodstock ritorna più e più volte.
Ma questo festival vuol dire essere un nostalgico inguaribile? Uno che rincorre l’ennesima illusione? L’ultimo dei sognatori? Ha ragione Dalthrey, contrario a quelle che potrebbe rivelarsi solo un’ operazione commerciale? Riproporlo significa quindi (s)vendere un sogno? Si vedrà. Di sicuro le emozioni non mancheranno.