Il 19 gennaio 1984, esattamente 40 anni fa, venne stabilito il record dell’Ora di Francesco Moser a Città del Messico. Quel giorno il record non doveva esserci, nella mente del ciclista si trattava solo di un allenamento. Poi il 23 gennaio si migliorò ancora, alzando il record a 51,151 km in un’ora. L’impresa di Moser fu possibile grazie a cambiamenti nella pista e nella bicicletta, che hanno rivoluzionato il ciclismo.
L’inaspettato record dell’Ora di Francesco Moser
Sono passati esattamente 40 anni dal record che rivoluzionò il ciclismo. Il 19 gennaio 1984 a Città del Messico si è assistito al grandissimo record dell’Ora di Francesco Moser, superando per la prima volta i 50 chilometri e il record di Eddy Merckx fermo a 49,431 km del 25 ottobre 1972, sempre a Città del Messico.
La storia del record dell’Ora di Francesco Moser riflette alla perfezione la frase “le cose belle arrivano quando meno te lo aspetti”. Il giorno fissato per tentare di superare ciò che sembrava impossibile, ovvero il record di Eddy Merckx, era il 23 gennaio ma arrivò in un giorno di prove generali.
Il 19 gennaio 1984 non doveva entrare nella storia del ciclismo, sarebbe dovuto rimanere un giorno di allenamento qualunque in vista dell’evento di 4 giorni dopo. Francesco Moser si preparò, si scaldò e iniziò la simulazione programmata, che doveva prevedere una prova su venti chilometri per verificare il corretto funzionamento delle rivelazioni cronometriche e valutare lo stato di forma del corridore.
Concludendo i venti chilometri previsti, però, si rese conto di avere un vantaggio di oltre un chilometro, così decise di continuare accumulando vantaggio su vantaggio rispetto ai passaggi di Merckx nel 1972. Poi sappiamo tutti com’è finita, allo scoccare dell’ora si era stabilito il record dell’Ora di Francesco Moser. In un’ora ha percorso 50.808 metri. Era già record.
Quattro giorni dopo, il 23 gennaio, con il velodromo finalmente pieno di tifosi arrivati dal Trentino e dall’Italia, migliorò ancora il primato alzandolo a 51,151 km. Record che resistette fino al 17 luglio 1993, quando Graeme Obree percorse 51,596 km ad Hamar in Norvegia.
Come rivoluzionò il ciclismo
Non solo il record dell’Ora di Francesco Moser entrò nella storia per i chilometri percorsi, ma soprattutto per come è avvenuto e per aver anticipato i tempi, correndo su una bicicletta che era l’avanguardia mondiale.
Come ha raccontato lo stesso campione trentino, in quel velodromo ci aveva già corso anni prima, ma una volta arrivato lì, nel 1984 per stabilire il record dell’Ora, si rese conto che il velodromo era deperito, la pista in legno realizzata nel 1968 era marcita. Francesco Moser aveva di fronte una pista in cui era impossibile tentare il record. Ma rinunciare non era nei piani. Così con il suo team iniziò a restaurare la pista, togliendo il legno e cementificando la pista, ripassandola con la resina per renderla liscia e perfetta. Il 19 gennaio fu il giorno in cui la provarono e il giorno in cui, 40 anni fa, venne stabilito il record dell’Ora di Francesco Moser.
La bicicletta con cui Francesco Moser entrò nella storia, era diversa dalle altre, all’avanguardia. Il cambiamento principale fu quello dell’utilizzo delle ruote lenticolari. Inoltre, vennero utilizzate delle prolunghe sul manubrio per poter assumere una posizione più aerodinamica. Inoltre, una curiosità interessante è il fatto che la bicicletta fu interamente costruita da Francesco e il suo staff nella loro officina.
Il protagonista del record dell’Ora del 1984, Francesco Moser ora 72 anni, commenta così il ricordo di ciò che è successo 40 anni fa:
Sono trascorsi quarant’anni dal quel magnifico 23 gennaio 1984 a Città del Messico e francamente mi sembrano letteralmente volati. Come incredibile mi sembrò quel volo in sella alla mia bicicletta ad asse variabile, incredibile mi sembra oggi il tempo che è trascorso
Questo record, oltre ad essere entrato in un secondo nella storia, cambiò per sempre il corso della storia del ciclismo, portandolo in una nuova dimensione, ovvero della ricerca applicata allo sport.