Il Rapporto “Donare per curare-Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci” fa emergere come nel corso di quest’anno ci sia stato un aumento di povertà sanitaria. Sono 427.177 gli individui che hanno richiesto assistenza per ottenere gratuitamente farmaci e cure. Questo rappresenta un aumento del 10,6% rispetto al 2022.
Il Rapporto e l’aumento di povertà sanitaria
È stato stilato l’undicesimo rapporto “Donare per curare-Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci”, prodotto con il contributo di Ibsa Farmaceutici e Aboca da Opsan – Osservatorio sulla Povertà Sanitaria, ente di ricerca affiliato a Banco Farmaceutico. I dati, presentati durante un convegno organizzato da Banco Farmaceutico e Aifa, mostrano un aumento di povertà sanitaria del 10,6% rispetto al 2022.
Sono 427.177 persone, l’equivalente di 7 individui su 1,000, ad aver affrontato situazioni di povertà sanitaria, richiedendo l’assistenza presso una delle 1.892 organizzazioni convenzionate con Banco Farmaceutico per ottenere gratuitamente farmaci e cure. Nel 2022 sono state 386.253.
Il rapporto propone un’analisi aggiornata delle spese farmaceutiche, sottolineando l’arretramento del Servizio Sanitario Nazionale, il peso maggiore a carico delle famiglie e il ruolo del Terzo Settore. Infatti, mostra come la spesa farmaceutica delle famiglie sia aumentata, mentre quella a carico del Servizio Sanitario Nazionale è diminuita.
I dati sulla spesa farmaceutica si riferiscono al 2022 e mostrano come sia aumentata di 2,3 miliardi la spesa farmaceutica totale, con una diminuzione della percentuale spesa dal Servizio Sanitario Nazionale rispetto alle famiglie. Rispetto all’anno precedente, le famiglie hanno pagato di tasca loro 704 milioni di euro in più, circa un aumento del 7,6%.
Fasce più povere e Terzo Settore
A subire maggiormente questo aumento di povertà sanitaria sono soprattutto le famiglie povere, confermando la relazione circolare tra povertà di reddito e povertà di salute. Secondo il rapporto, la percentuale di chi si trova in pessime condizioni di salute è più alta tra chi è in condizioni economiche precarie rispetto al resto della popolazione. Inoltre, la qualità della vita legata a gravi problemi di salute è peggiore per chi ha meno risorse economiche rispetto a chi ha un reddito medio-alto.
Le risorse economiche non preservano da gravi patologie, ma permettono di fronteggiare meglio le conseguenze. Infatti, le famiglie povere, oltre a trovarsi a pagare interamente il costo dei farmaci da banco e il costo dei ticket, molto alto per loro, rinunciano maggiormente a effettuare visite specialistiche. Infatti, la rinuncia di chi è economicamente vulnerabile è cinque volte superiore al resto della popolazione.
Di fronte all’aumento di povertà sanitaria, specialmente nelle fasce più povere, Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico Ets, dichiara:
Quest’anno ci preme sottolineare che tante persone in condizioni di povertà non riescono ad accedere alle cure non solo perché non hanno risorse economiche, ma anche perché, spesso, non hanno neppure il medico di base, non conoscono i propri diritti in materia di salute, o non hanno una rete di relazioni e di amicizie che li aiuti a districarsi tra l’offerta dei servizi sanitari
Il Rapporto evidenzia anche il ruolo fondamentale del Terzo Settore per andare incontro alle esigenze delle persone più in difficoltà. In generale, senza il mondo non profit la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale sarebbe a rischio. Il non profit rappresenta almeno 1/5 del totale delle strutture sanitarie italiane che generano un valore pari a 4,7 miliardi di euro.