Il raduno di Pontida: un circo politico o una parata di nequizie?

raduno di Pontida

Il raduno di Pontida, un evento annuale della Lega in provincia di Bergamo, è spesso un riflesso curioso della politica italiana e delle dinamiche europee. Quest’anno, con la presenza di Marine Le Pen, l’evento ha acquisito un’atmosfera ancora più surreale.

Ieri, nell’atmosfera vibrante di Pontida, provincia di Bergamo, si è svolto il tradizionale raduno della Lega. L’evento è iniziato con l’arrivo trionfale dell’ospite d’onore, l’ex presidente del partito francese Rassemblement National, Marine Le Pen. Mentre calpestava il palcoscenico politico, ha ricevuto in dono un libro sui ponti più famosi, un gesto che sembrava confermare l’ossessione del leader di casa e che quasi certamente l’ospite avrebbe scartato a favore di una buona bottiglia di  Valcalepio Rosso.

Il nostro eroe di casa, il segretario Matteo Salvini, è stato il primo ad accogliere Marine Le Pen nel retropalco. Un incontro che sembrava un mix tra una convention politica e una gita scolastica, con Salvini che donava libri come se fosse un professore premuroso. Il libro in questione, “Fatti per unire,” sembra un tentativo di far capire a tutti che i politici possono unirsi, purtroppo in nome dei progetti senza programmazione come il ponte sullo stretto di Messina.

Dopo un’ora di attesa ansiosa, i due leader sono finalmente saliti sul palco, come una coppia di circensi in una commedia politica. Marine Le Pen, con il suo sorriso affabile, ha pronunciato parole che sembravano uscite da un copione di un film di supereroi:

“Voi in Italia e noi in Francia siamo impegnati nella stessa lotta, la lotta per le libertà, per la patria, io so quanto ci teniate alle vostre libertà.”

Una dichiarazione che ha fatto tremare le colonne dell’Europa, o forse solo le bancarelle di souvenir a Pontida.

Marine Le Pen ha continuato, definendo Pontida un luogo simbolico della resistenza alle influenze esterne. Un luogo che, secondo lei, rappresenta in qualche modo la rivelazione di quello che sta per accadere in Europa. Come se l’Europa stesse per affrontare una sorta di invasione aliena e Pontida fosse la nostra ultima speranza.

Poi, il tocco finale, un grido di “Viva il capitano!” in italiano. Una mossa che ha reso perfino la folla presente un po’ perplessa, come se avessero appena assistito a un numero di magia privo di incantesimo.

Non poteva mancare il tema dell’immigrazione, l’argomento preferito di Salvini e Le Pen. Hanno difeso l’idea di chiudere i porti, come se stessero cercando di evitare una sorta di invasione zombie. Poi, la nostalgia di quando Salvini era al Viminale e “l’Europa intera ammirava l’Italia” è stata un tocco di comicità involontaria in questo circo politico.

Ma il momento più surreale è stato quando alcuni sovranisti, arringati da Sammy Varin, voce di Radio Libertà, hanno deciso di abbandonare Giorgia Meloni, inneggiando Marine Le Pen, suggerendo che la premier fosse stata “spedita” a Lampedusa semplicemente per una foto con Ursula von der Leyen e “i negretti”. Una dichiarazione che ha mandato un brivido lungo la schiena di chiunque abbia ancora un minimo di decenza, ma che nella sintesi, non è forse così errata.

Ma a dar vita a questi eventi, si sa, è il pubblico. E allora, il raduno di Pontida è stato un momento in cui si è potuto osservare l’elettorato di Salvini in azione, un po’ come  una sorta di radiografia impietosa, purtroppo, simile a quella che riporta una metastasi. Un concentrato di nequizie, un circo di piume sul cappello dell’ignoranza e dell’aggressività. Il ruggito “maleodorante” di cavernicoli che, almeno una volta all’anno, riesce a sovrastare qualsiasi tentativo di dare un senso politico all’evento.

Del resto, non servono ulteriori conferme, il raduno di Pontida sembra più un carnevale politico che un serio dibattito sul futuro dell’Europa. Ma forse è proprio questa la sua funzione, un momento in cui la politica si mescola con la commedia e le utopie politiche si confondono con le risate del pubblico.

Insomma, un’occasione per riflettere su quanto sia importante non prendere troppo sul serio certi spettacoli politici, altrimenti rischiamo di perdere il senso della realtà.

Andrea Umbrello

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