Dopo anni di indagini e diverse piste battute, Quinto scenario, atto secondo del giornalista investigativo Gatti, analizza un nuovo scenario che vede dei caccia israeliani responsabili dell’abbattimento del DC-9 dell’Itavia nel mar Tirreno. Varie indagini condotte nel corso degli anni hanno sempre preso in esame le responsabilità americane e francesi nella strage di Ustica, secondo Gatti invece, Israele avrebbe avuto non solo la capacità militare, visto le precedenti operazioni simili, ma soprattutto la motivazione.
44 anni dalla strage di Ustica
La sera del 27 giugno 1980 un volo civile, il DC-9 della compagnia Itavia, partì dall’aeroporto di Bologna con due ore di ritardo a causa di un problema tecnico. L’aereo con a bordo 81 persone era diretto a Palermo, molti dei viaggiatori erano siciliani emigrati a nord e la maledetta sera in cui si consumò la strage di Ustica, facevano ritorno nella propria terra per le vacanze estive. C’era chi dopo mesi di duro lavoro desiderava solo godersi il meritato riposo, chi voleva riabbracciare i propri cari dopo tanto tempo, una bambina non vedeva l’ora di mostrare la sua pagella piena di bei voti.
Tante storie inghiottite dal mare
Tante storie, tanti volti, tanti sogni, tante esistenze sono stati inghiottiti da quel mare, tanto meraviglioso quanto disperato, che è il tratto distintivo dell’amata terra di Sicilia. Alle 20.59 l’aereo scompare dai radar e si inabissa al largo di Ustica, un’isoletta pressocché sconosciuta, divenuta nota in questa drammatica circostanza. A 44 anni dalla strage di Ustica, nonostante varie ipotesi e sentenze, la verità resta ancora bloccata dietro muri di reticenza.
Una causa esterna ha provocato la strage di Ustica
In questi 44 anni le sentenze, sia civili che penali, hanno vagliato diverse ipotesi sulla strage di Ustica, dal cedimento strutturale, che ha portato al fallimento della compagnia Itavia, alla presenza di una bomba a bordo, quest’ultima pista è stata fortemente sostenuta dagli ambienti politici e dell’aeronautica militare.
Nel 1999 la sentenza del giudice Priore ha ipotizzato per la prima volta la responsabilità di una causa esterna, ovvero di un missile, nella strage di Ustica.
L’ipotesi del coinvolgimento americano nella strage di Ustica
Quando il DC-9 sparì dai radar, la Torre di Controllo di Ciampino contattò telefonicamente l’ambasciata americana pensando ad un incidente provocato da esercitazioni militari statunitensi sui cieli siciliani, da qui prese piede l’ipotesi che individua la responsabilità di un missile americano nella strage di Ustica. Su questa base si è ipotizzato che i Phantom fossero decollati dalla portaerei di Saratoga che tuttavia, come fu accertato, si trovava nel porto di Napoli e non al largo del mar Tirreno, in più si escluse che quella sera fossero partiti dei caccia della US Navy o Air Force diretti in Sicilia.
La pista francese
Secondo l’ipotesi sostenuta dall’ex presidente del consiglio Cossiga, dei caccia francesi sarebbero responsabili della strage di Ustica. In base a tale ricostruzione, i francesi avrebbero ingaggiato una battaglia aerea sui cieli di Ustica con un mig libico, con a bordo presumibilmente Muammar Gheddafi, che si era nascosto dietro il DC-9 dell’Itavia, rimasto così coinvolto in questo “scenario di guerra”. L’ipotesi francese sulla strage di Ustica si rivela poco credibile, infatti nel 1989 l’ambasciatore italiano a Tripoli inviò un telegramma alla Farnesina dove veniva evidenziato il fatto che i libici non avessero prove sufficienti a conferma della presenza di caccia americani o francesi in quel contesto. Nemmeno l’eventualità del volo libico su cui viaggiava Gheddafi fu mai confermata.
Le dichiarazioni di Giuliano Amato
Nel mese di settembre 2023 anche Giuliano Amato aveva sollecitato le responsabilità francesi nella strage di Ustica, invitando l’attuale presidente francese Macron a chiedere scusa, tuttavia intervistato dalla trasmissione televisiva Report nel mese di maggio, ha dichiarato:
“Ma perché la Francia in quel momento doveva voler far fuori Gheddafi, e se lo voleva anche far fuori perché doveva usare questo metodo in fondo un po’ anomalo nella storia francese. Del resto, quando i francesi hanno voluto far fuori Gheddafi sono andati a bombardare Tripoli”.
L’aereo “zombie” non Nato
Dieci minuti dopo il decollo del DC-9 il radar dell’Aeronautica Militare di Marsala intercettò un aereo “zombie” proveniente da Nord-Ovest della Sicilia, nello stesso momento anche a largo dell’isola di Ponza venne individuato un altro aereo non identificato. Secondo un documento della Nato consegnato nel 1997 alla Procura di Roma, la sera in cui si consumò la strage di Ustica sui cieli d’Italia erano presenti diversi aerei, alcuni di questi probabilmente britannici e di paesi alleati, come confermato dalla stessa Procura. Tuttavia, risulta impossibile identificare con esattezza questi velivoli in quanto avevano il transponder spento.
Le dichiarazioni del vice ambasciatore americano Daniel Serwer
Secondo Daniel Serwer, vice ambasciatore americano, tra i paesi non Nato, solo i sovietici, gli iraniani e Israele avevano i mezzi per compiere un’operazione del genere, ma i primi due non possedevano la capacità per volare così lontano dalle loro basi e in più non avevano nemmeno interessi nel Mediterraneo.
La dichiarazione recentemente rilasciata a Report da Serwer sembrerebbe confermare il quinto scenario di Gatti sulla strage di Ustica, Israele oltre a disporre di piloti e aerei adeguati, aveva anche un “movente esistenziale”: la propria sopravvivenza.
I precedenti di Israele
L’analisi sulla strage di Ustica condotta da Gatti nel suo libro Quinto Scenario, atto secondo, muove dall’evidenza secondo cui Israele è l’unico paese al mondo ad aver attuato altre operazioni militari della stessa natura. Nel 1956 per esempio, il Mossad dopo aver individuato un aereo, con partenza da Damasco e diretto al Cairo, su cui avrebbe viaggiato il comandante delle forze armate egiziane insieme al suo entourage, ordinò di abbatterlo, ma sul velivolo Amer non era presente e rimasero uccisi 16 tra ufficiali e giornalisti egiziani. Nel 1973 l’aviazione israeliana provocò lo schianto di un aereo della Libyan Airlines causando la morte di 100 civili, il volo diretto da Tripoli al Cairo, era colpevole di aver violato lo spazio aereo d’Israele.
Il bombardamento del quartier generale dell’OLP a Tunisi
Nel 1985 Israele bombardò il quartier generale dell’OLP a Tunisi, in questa operazione militare, l’aviazione israeliana si servì di due aerei-cisterne con rifornimento in volo, che attraversarono il Mediterraneo volando a bassa quota. Come hanno spiegato a Report degli ex membri delle Forze di difesa israeliane, Israele possedeva particolari apparecchiature elettroniche che gli permettevano di sfuggire all’identificazione da parte dei radar.
Israele quindi aveva gli strumenti per colpire obiettivi a lunga distanza senza essere intercettato dai sistemi di difesa aerea avversari. Lo stesso scenario di Tunisi si sarebbe verificato nella strage di Ustica.
Le testimonianze di due cittadini calabresi
Due cittadini calabresi intervistati da Report hanno dichiarato di aver visto un aereo militare che volava a bassa quota proprio la sera in cui si verificò la strage di Ustica. Secondo la descrizione fornita, il caccia era di un colore terreo nella parte superiore e grigio chiaro con riflessi azzurri nella parte inferiore, per la sua forma triangolare e con le ali a delta, i due intervistati sembrano riconoscere un kfir israeliano, il fatto che i contrassegni militari fossero occultati da vernice grigia stesa in modo grossolano, lascia pensare che il velivolo volesse sfuggire all’identificazione.
I ritrovamenti del mig libico e del serbatoio ausiliario
Quando nel luglio del 1980 fu ritrovato sulla Sila il mig libico, si ipotizzò subito potesse avere a che fare con la strage di Ustica e che si trattasse dell’obiettivo da colpire al posto del DC-9. I due cittadini intervistati escludono che l’aereo visto la sera del 27 giugno 1980 potesse essere quello ritrovato sulla Sila.
C’è un’ulteriore prova che sembra confermare l’ipotesi avanzata da Gatti nel suo libro-inchiesta “Quinto scenario, atto secondo”, nel mese di maggio del 1992 in prossimità del luogo in cui si consumò la strage di Ustica fu rinvenuto un serbatoio ausiliario utilizzato per accrescere l’autonomia del caccia attraverso il rifornimento in volo. La società produttrice, l’americana Pastushin, ha confermato di aver rifornito più volte l’aviazione israeliana di questo tipo di serbatoi.
La “sopravvivenza” di Israele minacciata dall’Iraq
Quando nel 1977, tre anni prima della strage di Ustica, il Likud, partito nazionalista di estrema destra, prevalse sul partito laburista, Begin divenuto primo ministro mise come primo punto in agenda la necessità di arginare l’Iraq con ogni mezzo. L’Iraq di Saddam Hussein infatti aveva dichiarato guerra aperta all’entità sionista e il fatto che avesse stretto un accordo con la Francia e l’Italia che prevedeva la vendita di reattori nucleari, rappresentava per Israele un grave pericolo per la propria sopravvivenza. Begin voleva impedire che Saddam venisse messo nelle condizioni di possedere la bomba atomica, così fece inutilmente pressioni sulla Francia che dal canto suo mantenne fede agli accordi e rifornì il centro di Tuwaiutha nei pressi di Baghdad.
Begin diede carta bianca al Mossad
In una notte di aprile del 1979, il Mossad nella cittadina di Seyne sur mer, vicino Tolone, bombardò l’hangar della società francese dove si stavano costruendo i noccioli dei reattori da inviare in Iraq.
L’ex agente del Mossad, Victor Ostrovsky ha dichiarato:
“Non è che Begin ha detto andate ed uccideteli, ma è stata data carta bianca al Mossad per fare qualunque cosa per fermare questo programma”.
Una decina di giorni prima della strage di Ustica, sempre il Mossad catturò lo scienziato di Saddam, Al-Meshad, e lo torturò per costringerlo a rivelare le date in cui sarebbe avvenuta la spedizione dell’uranio.
Un errore d’Israele causò la strage di Ustica
L’autore di Quinto scenario, atto secondo ha potuto appurare l’esistenza di due differenti date, una reale il 25 giugno e una fittizia due giorni dopo, indicata con l’intento di aggirare le azioni di sabotaggio da parte di Israele.
La spedizione dell’uranio arricchito da Marsiglia fino in Iraq avvenne il 25 giugno, il 27 giugno, il giorno della strage di Ustica, da Marsiglia partì un altro aereo cargo che gli israeliani intendevano abbattere, credendo fosse quello con il carico diretto in Iraq, finendo però per colpire l’aereo sbagliato nel mar Tirreno. Gatti si richiama all’analisi del giornalista israeliano Ronen Bergman, il quale sottolinea come gli israeliani abbiano commesso un altro errore analogo a quello che ha provocato la strage di Ustica.
L’analisi di Bergman in Uccidi per primo
Ronen Bergman, autore del libro Uccidi per primo, a Report ha dichiarato:
“Il capo dell’Aeronautica, David Ivry, ricevette l’ordine di far fuori un aereo, diretto da Atene al Cairo con Arafat a bordo. Gli agenti del Mossad identificarono Arafat a terra, mentre saliva sull’aereo. Solo all’ultimo minuto si venne però a sapere che a bordo c’era un Arafat, ma non Yasser, bensì suo fratello Fathi, capo della Mezzaluna rossa palestinese, con 30 bambini feriti, vittime del massacro di Sabra e Shatila”.
Dal libro di Bergman, citato da Gatti, si apprende altresì che tutte le altre operazioni militari finalizzate ad abbattere aerei con Arafat a bordo, ebbero luogo in punti del mar Mediterraneo dove l’acqua era molto profonda, come nell’area dove si consumò la strage di Ustica.