Il prestigiatore cura il cervello. Tutto merito dei neuroni specchio

Il prestigiatore cura il cervello

Fonte: Lara Lucaccioni

Che ruolo possono avere i neuroni specchio nelle terapie riabilitative? Lui lo sa. Perché il prestigiatore cura il cervello. E si serve proprio di loro per farlo.




 

Fai come il mago fa

 

Il bambino guarda la Tv e vede il mago. Ne osserva i gesti e prova ad imitarli. Più avanti, sullo schermo il bambino vedrà se stesso. A fine sessione si troverà di fronte un altro bambino. Osservare e ripetere. Come fosse un mantra. Per specchiarsi: nel mago, in se stessi, nell’altro bambino. Così, grazie ad un terapia che lavora sui neuroni specchio, il prestigiatore cura il cervello.

La terapia, unica e sperimentale, è stata sviluppata con l’Istituto di neuroscienze del Cnr di Parma e il professor Giacomo Rizzolatti. La terapia è rivolta a bambini che hanno avuto danni al cervello quando erano piccoli, con un impatto sul movimento. Il nome dell’associazione è FightTheStroke. Combatti l’ictus. Proprio quello che venne diagnosticato, dopo dieci giorni di vita, al presidente onorario dell’associazione, Mario, figlio dei due fondatori, Francesca Fedeli e Roberto D’Angelo.




 

Neuroni specchio: così il prestigiatore cura il cervello

Per capire, in parole molto semplici, cosa sono i neuroni specchio vi faccio un esempio. Se vedete una persona sbadigliare, voi cosa fate? Esatto. Sbadigliate anche voi. Questo accade perché nel vostro cervello si attivano esattamente gli stessi neuroni che si sono attivati in chi ha sbadigliato per primo. Da qui nasce la speranza di poter riattivare i neuroni con la terapia. L’intento è proprio quello di allenare i neuroni, stimolare la plasticità del cervello. Lo scopo è quello di compensare la parte danneggiata responsabile della paralisi o delle difficoltà nel movimento. Ad oggi, per i piccoli affetti da questo problema, questa è l’unica speranza.




Valentina Robuschi, mamma di una bimba di 6 anni e mezzo, racconta come ha conosciuto FightTheStroke:

Quando (mia figlia) aveva due anni le strutture pubbliche hanno detto “basta, si può fare ancora un po’ di fisioterapia, nulla di più.” E allora, come genitore, inizi a cercare altro, a chiederti come puoi andare oltre. L’associazione l’abbiamo conosciuta col passaparola. All’inizio ero diffidente sui gruppi di genitori, pensavo fossero un modo per alimentare illusioni. Invece ho scoperto che il supporto è importante.

Mirrorable

Dall’approccio manageriale, che crea legami con l’avanguardia medica e scientifica, si arriva all’elaborazione della terapia, che è la piattaforma Mirrorable, progetto di sperimentazione partito all’inizio del 2017 con i primi 50 bambini. A completamento del mese con il prestigiatore, la mamma Valentina Robuschi ha commentato:

All’inizio è stato un po’ faticoso, anche perché c’è un aspetto emotivo importante: al momento di ripetere gli esercizi e vedersi sullo schermo, la bambina si “specchiava”, aveva un feedback sul suo movimento e le sue difficoltà. Quel lavoro sui neuroni specchio è stato per lei anche uno specchio della consapevolezza.

Lorena Bellano

Exit mobile version