La dodicesima edizione del Premio Morrione per il giornalismo investigativo è stata vinta dal video reportage “Brucia la terra”. Gli autori, Tommaso Panza e Youssef Hassan Holgado, entrambi under 30, hanno analizzato il ruolo delle organizzazioni criminali nel foggiano, a due anni dallo scioglimento del comune per mafia.
“La guerra criminale che incendia il territorio, i legami con la politica, gli ostacoli al lavoro degli inquirenti: Brucia la terra ricostruisce con rigore le trame della mafia foggiana grazie a testimonianze e intercettazioni originali, chiamando in causa le responsabilità del potere”.
Sono queste le parole che hanno motivato la scelta della giuria, formata da 48 persone e presieduta da Giuseppe Giulietti, del Premio Morrione 2023.
Gli argomenti affrontati nella video-inchiesta “Brucia la terra”
Le indagini dei due giovani autori, con il supporto del tutor Enzo Nucci del TG3 Rai, si sono concentrate sullo scioglimento del comune di Foggia per infiltrazioni mafiose.
Risale all’agosto 2021, la vicenda che vede il Consiglio dei ministri sciogliere il comune pugliese per affidarne la gestione ad una commissione straordinaria.
“concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata”
È questo il tema centrale dell’inchiesta e che ha spinto i due giovani autori a voler intraprendere tale progetto.
La realtà raccontata dal giornalismo poneva un’analisi limitata e non sufficientemente chiara in merito a tali questioni.
Infatti, ciò che viene sottolineato dagli autori di “Brucia la terra” è la difficoltà nel reperire e nel ricercare informazioni tra le inchieste di polizia e le intercettazioni originali.
Compito reso ancora più difficile se vi è la volontà di raccogliere testimonianze in un contesto segnato da vicende di stampo mafioso. Cosa che i due autori, però, sono riusciti a fare in maniera chiara e competente.
Il contesto foggiano descritto dall’inchiesta
Quello che viene evidenziato nell’inchiesta audio-visiva che ha vinto il Premio Morrione 2023, è un contesto segnato da corruzione e abusi.
Gli autori sono riusciti a far luce su una situazione che a molti ancora era sconosciuta.
Ciò che traspare maggiormente è l’esistenza di un clima di sfiducia nelle istituzioni che caratterizza, tutt’ora, la realtà nel foggiano.
Già dal 2014, erano emerse minacce nei confronti di consiglieri comunali e la pressione delle organizzazioni criminali sull’amministrazione era a dir poco elevata.
I contesti in cui tali infiltrazioni mafiose erano presenti interessavano svariati appalti pubblici: dall’assegnazione di case popolari ai sistemi di videosorveglianza.
I finalisti del Premio Morrione
Oltre all’inchiesta “Brucia la terra”, vi sono altri tre progetti che si sono meritati un riconoscimento finale.
I progetti in questione sono “La Propaganda del gas” di Teresa Di Mauro, Vittoria Torsello e Lorenzo Urzia, “Petrolio bianco” di Francesca Trinchini e “Case per finta” di Susanna Rugghia e Federica Tessari.
“La propaganda del gas” è una video – inchiesta che affronta il tema del ruolo della multinazionale TAP nel cambiamento climatico. Dalle informazioni riportate emergono contatti tra l’azienda e le lobby europee impegnate a promuovere il gas. Proprio per questo, l’intento delle autrici è quello di svelare le modalità delle azioni che la società utilizza per difendere il gas naturale come risposta alla crisi climatica globale.
“Petrolio bianco” è un lavoro che offre una visione della transizione climatica. Si fa riferimento al litio come materiale fondamentale per il passaggio alle energie sostenibili e per sostituire i combustibili fossili. Questa inchiesta riporta 6 storie indipendenti che mostrano come le politiche green a volte siano più “false” di quanto possano sembrare.
“Case per finta” è il titolo di un podcast diviso in tre puntate. Qui, viene analizzato il fenomeno digitale delle collab-house. Negli ultimi anni si sono sviluppate come nuovo metodo per la creazione di contenuti online: i creators si riuniscono 24/7 per far nascere nuovi contenuti digitali. Infatti, si approfondisce tale fenomeno da un punto di vista etico, ponendo dubbi e interrogativi e dimostrando come il mercato della pubblicità si in costante cambiamento.
Premi speciali
Il Baffo Rosso 2023 è stato vinto da Domenico Iannacone (giornalista, autore e regista), mentre la giornalista e scrittrice, Vera Politkovskaja, ha ottenuto il riconoscimento “Testimone del Premio Roberto Morrione”.
Andrea Montini