Nell’Atene di metà V secolo a.C. la parola ha un ruolo importantissimo. Con l’instaurarsi della democrazia, in cui tutti possono prendere la parola liberamente nelle assemblee e nei tribunali, è fondamentale sapersi esprimere al meglio. Chi è abile nell’arte retorica può primeggiare in qualunque ambito, sia pubblico che privato. Scoppia così il successo dei sofisti, maestri di quest’arte, tra i quali uno dei più celebri è Gorgia. La parola viene slegata dal suo legame con la realtà e con la verità. Ha però un potere psicagogico e taumaturgico: è capace di indirizzare gli animi e di agire come una magia su chi la ascolta.
E nel mondo di oggi la parola che potere ha?
LA SOFISTICA
Gorgia è, insieme a Protagora, un grande rappresentante della prima generazione di sofisti. Ma chi sono i sofisti? Nell’Atene della seconda metà del V secolo a.C. sono maestri che insegnano a pagamento l’arte politica, (τέχνη πολιτική, téchne politiké). Ci troviamo in un periodo storico nel quale Atene è stata trasformata in una democrazia grazie alla costituzione di Clistene e poi alle ulteriori riforme varate da Efialte e Pericle, tra le quali spicca quella per la retribuzione delle cariche pubbliche.
Tutti i cittadini possono partecipare attivamente al governo dello Stato. Tutti possono prendere liberamente la parola nelle assemblee e nei dibattiti.
L’ARTE DELLA PAROLA
In una società di questo tipo, la parola assume un ruolo fondamentale. Il successo nella vita politica dipende infatti soprattutto dall’abilità nel parlare. Alla base dell’arte politica vi è una vera e propria arte della parola (τέχνη ῥετορική, téchne rhetoriké). I sofisti cavalcano l’onda di questa situazione politica, insegnando a chiunque voglia, dietro pagamento, a esprimersi in modo chiaro e persuasivo e ad argomentare i propri ragionamenti in maniera lineare e adeguata.
I sofisti insegnano, però, anche altre materie: teologia, antropologia, politica ed etica, filosofia e teoria del linguaggio, grammatica, fisica e matematica ecc. Le lezioni possono svolgersi in forma di conferenze pubbliche oppure come delle lezioni private con piccoli gruppi di allievi. Gli studenti devono imparare a memoria dei discorsi composti dai maestri per apprendere repertori di formule, tecniche e procedimenti linguistici da riutilizzare poi nei loro discorsi. Queste esercitazioni permettono inoltre agli allievi di imparare a improvvisare, abilità ritenuta essenziale per un buon oratore.
GORGIA
Gorgia nasce nel 490 a.C. in Sicilia, a Leontini, dove si fa risalire la nascita della retorica. Giunge ad Atene a capo di un’ambasceria nel 427 a.C. e riscuote subito molto successo grazie alla sua abilità oratoria. Siamo nel periodo di massima fioritura della sofistica ad Atene.
Nella sua opera Sul non essere Gorgia enuncia le sue tre tesi più importanti:
Nulla esiste;
se anche qualcosa esistesse, non sarebbe conoscibile dall’uomo;
se anche fosse conoscibile, non sarebbe comunicabile agli altri.
IL POTERE PSICAGOGICO E TAUMATURGICO DELLA PAROLA
Esplode così la crisi circa il rapporto tra il linguaggio da un lato, e la verità e la realtà dall’altro. La parola non può rivelare la realtà e la verità, e si rende così del tutto autonoma. Questo la rende più importante e potente perché, venendo a mancare un criterio di giudizio extralinguistico, la parola è tutto e può tutto:
La parola è un gran dominatore, che con piccolissimo corpo e invisibilissimo, divinissime cose sa compiere; riesce infatti sia a calmare la paura, sia ad eliminare il dolore, sia a suscitare gioia, sia ad aumentare la pietà.
(Encomio di Elena, Gorgia)
Il linguaggio ha dunque solo una funzione persuasiva. I discorsi servono a convincere gli interlocutori, suscitando in loro delle emozioni e indirizzando quindi i loro comportamenti. Il discorso migliore non è quello più vero, ma quello più convincente e meglio argomentato.
Si parla per questo di potere psicagogico (dal greco: psyche, anima e agogos, conduttore) della parola, in quanto capace di blandire e trascinare l’anima grazie al suo fascino. La parola ha anche un potere taumaturgico (dal greco thauma, meraviglia, stupore e ergon opera, azione): la parola è come una medicina o una sorta di magia, uno strumento onnipotente, che, se usato bene, permette di avere successo in ogni campo, sia pubblico che privato.
LA PAROLA OGGI
Nella società di oggi, il ruolo della parola è molto complesso. Viviamo in una società liquida, in cui i parametri di giudizio non sono stabili. Tutti i valori tradizionali sono in crisi e se ne stanno definendo di nuovi. Questa situazione non può che avere delle ricadute sul piano linguistico. Infatti, la lingua è il mezzo attraverso il quale esprimiamo il nostro pensiero, la nostra visione della realtà. Ma se viviamo in un periodo di crisi sia dell’individuo che della realtà, è chiaro che anche il linguaggio entri in crisi.
Una realtà confusa genera un pensiero confuso, che, a sua volta, genera un linguaggio confuso. Le parole tendono a perdere il loro significato originario e vengono usate in maniera impropria. Capita spesso che le cose non vengano più chiamate col loro vero nome. Questo relativismo, questa mancanza di connessione tra linguaggio e realtà, permette di manipolare la realtà stessa e di persuadere facilmente gli interlocutori.
Se nell’Atene di metà V secolo a.C. tutti potevano prendere la parola, oggi la situazione è enormemente amplificata: ciascuno di noi può prendere la parola e rivolgersi non solo alla propria comunità, ma a tutto il mondo, grazie ai mezzi tecnologici che abbiamo a disposizione. Se il diritto di espressione è di valore inestimabile, diventa un dovere disporne responsabilmente. La parola, infatti, è uno strumento potentissimo sia nel bene che nel male, e può diventare molto pericolosa. Bisognerebbe quindi considerare maggiormente l’importanza del linguaggio e cercare di far combaciare le parole con i fatti.
Lo studio, la lettura, la partecipazione alla vita culturale, permettono di stimolare la nostra consapevolezza linguistica. Sono esperienze che ci arricchiscono la vita. Conoscere la lingua, infatti, ci permette di saper interpretare meglio il mondo che ci circonda.
La parola ha un potere straordinario. Ma come tutti i poteri, senza consapevolezza, può causare danni molto gravi. Curiamo il nostro linguaggio, andiamo alla ricerca della verità, sforziamoci di scavare oltre la superficie per riappropriarci del significato delle nostre parole, dei nostri pensieri, del mondo che ci circonda.
Giulia Tommasi