Il Parlamento portoghese ha legalizzato l’eutanasia per i malati terminali in condizioni di grande sofferenza dopo quattro rifiuti in tre anni
Venerdì in Portogallo è stata approvata nuovamente la legge sulla morte medicalmente assistita. Lo scorso 19 aprile, infatti, il presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, aveva posto il veto sul testo di legge. Questa volta però, il Parlamento portoghese ha nuovamente a favore di una legge che depenalizza l’eutanasia ed essa è stata approvata con 129 voti a favore, 81 contrari e un’astensione. Dopo varie peripezie quindi, il Portogallo ha legalizzato l’eutanasia. Questo rappresenta infatti il quarto tentativo da parte della maggioranza socialista del parlamento portoghese di approvare una legge del genere ed il presidente portoghese cattolico e conservatore di centrodestra, Marcelo Rebelo de Sousa, pur avendo comunque tentato di sollevare alcune obiezioni, ha detto che firmerà la legge obbedendo ai dettami costituzionali.
L’opposizione conservatrice
Le difficoltà incontrate dai vari disegni di legge proposti per la legalizzazione dell’eutanasia sono dovuti principalmente alla profonda influenza che la religione cattolica esercita in Portogallo. Negli ultimi tre anni, infatti, la legge è stata approvata ben quattro volte. Subito dopo l’approvazione però, è sempre stata rinviata per una revisione costituzionale, incontrando la dura opposizione del presidente Marcelo Rebelo, estremamente contrario in quanto cattolico praticante. A votare contro, inoltre, vi sono il partito dell’opposizione di centro destra, il partito di estrema destra “Chega”, il partito comunista e quattro deputati socialisti. In particolare, il primo veto del testo legislativo sull’eutanasia da parte della Corte costituzionale avvenne a marzo 2021, testo che venne bocciato in quanto considerato “eccessivamente indeterminato”. Successivamente, vi furono altre tre bocciature, un’altra da parte dei giudici costituzionali e le restanti due dal presidente della Repubblica, rispettivamente a novembre del 2021 e a gennaio del 2023.
La tanto attesa vittoria dei socialisti
Dopo un dibattito durato diversi anni, dunque, il Portogallo ha legalizzato l’eutanasia, approvando la versione finale della legge che depenalizza la morte medicalmente assistita, inserendosi in questo modo tra i dieci Paesi nel mondo nella quale una persona affetta da malattie terminali può decidere di porre fine alle proprie sofferenze, tra cui Spagna, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi in Europa. A votare a favore sono stati il Partito socialista, Iniziativa liberale, Blocco di sinistra, alcuni deputati socialdemocratici, del partito animalista Pan e del partito di sinistra Livre. In particolare, come riportato dal quotidiano “Diario de Noticias”, il testo stabilisce che “il Governo approva, entro 90 giorni dalla pubblicazione della presente legge, i rispettivi regolamenti” e la legge entra in vigore 30 giorni “dalla pubblicazione dei rispettivi regolamenti”. In base alle stime effettuate dalla stampa locale, la legge potrebbe entrare quindi in vigore a partire da questo autunno.
Eutanasia sì, ma a delle condizioni
Vi sono però delle condizioni e delle regole severe riguardo l’applicazione della legge. Il testo prescrive infatti che solo le persone di età superiore ai 18 anni, malate terminali e che si trovano in condizioni di estrema sofferenza, potranno ricorrere all’assistenza alla morte. Dunque, chi soffre di sofferenze “durature” ed “intollerabili”, definite precisamente come «derivanti da una malattia grave e incurabile o da una lesione definitiva di estrema gravità, di grande intensità, persistente, continuata o permanente e considerata intollerabile dalla persona stessa», può richiedere l’assistenza alla morte, a patto che sia considerato mentalmente in grado di prendere tale decisione. La legge, inoltre, riguarda esclusivamente coloro che sono residenti in Portogallo, non prevedendo la possibilità per gli stranieri di recarsi nel Paese per poter usufruire del servizio. Dal momento in cui viene effettuata la richiesta di accesso al suicidio assistito la legge prescrive che trascorrano almeno due mesi, periodo durante il quale è prevista una procedura di approvazione. Durante questi due mesi, inoltre la persona richiedente seguirà un percorso atto ad analizzare le sue condizioni psicologiche.
La fine di una lunga battaglia
A non essere inclusa nel disegno di legge è stata invece un’altra ulteriore richiesta effettuata da parte del presidente Marcelo Rebelo de Sousa, il quale aveva chiesto che nel testo doveva essere specificato chi dovesse attestare l’incapacità fisica del richiedente del suicidio assistito, richiesta che non è stata accolta. La legge, quindi, è stata appena approvata ed il Portogallo ha legalizzato l’eutanasia. Ora il presidente ha, secondo la Costituzione, l’obbligo di promulgarla entro otto giorni dalla data di ricezione. Particolarmente evidente è l’entusiasmo dei deputati socialisti, che da anni lottavano per l’approvazione della legge. “Stiamo confermando una legge che è già stata approvata più volte a larga maggioranza. Siamo finalmente giunti alla fine di una lunga battaglia”, ha infatti commentato la deputata socialista Isabel Moreira, fervente sostenitrice dell’eutanasia legale.