Il Pakistan ha attaccato l’Iran, un vero e proprio “contagio di guerra”

Pakistan ha attaccato l'Iran

Un giorno dopo gli attacchi iraniani, avvenuti martedì 16 gennaio, la risposta: il Pakistan ha attaccato l’Iran. L’attacco è avvenuto nella notte tra mercoledì 17 gennaio e giovedì 18 gennaio alle ore 4:05, ed è stato rivolto alle province del Sistan e Belucistan, con l’obbiettivo di colpire alcuni “gruppi separatisti beluci”. Il ministero degli Esteri del Pakistan, a tal proposito, ha dichiarato che l’esercito del Paese ha condotto “attacchi militari con precisione” contro  i “nascondigli di gruppi terroristici anti-pakistani che operano in Iran”.  Egli ha inoltre detto che l’unico obbiettivo dell’attacco è stato “il perseguimento della sicurezza e dell’interesse nazionale del Pakistan, che è fondamentale e non può essere compromesso”

In che modo il Pakistan ha attaccato l’Iran?

A seguito degli attacchi iraniani, avvenuti martedì 16 gennaio, il Pakistan ha attaccato l’Iran. È avvenuto nella notte tra il 17 e il 18 gennaio, precisamente alle 4:05 del mattino. L’offensiva è stata effettuata nelle province del Sistan e Belucistan, nel sud-est dell’Iran. Al momento non ci sono ancora informazioni dettagliate riguardo all’attacco ma, esso sembra essere stata una conseguenza degli attacchi iraniani, avvenuti negli scorsi giorni, nei confronti del Pakistan.

Il ministero degli Esteri del Pakistan ha dichiarato che l’unico obbiettivo di questo attacco è stato:

“il perseguimento della sicurezza e dell’interesse nazionale del Pakistan, che è fondamentale e non può essere compromesso”.

A seguito di questa offensiva, l’agenzia di stampa ufficiale iraniana “IRNA” ha confermato che nella notte ci sono state diverse esplosioni in alcune aree intorno alla città di Saravan e, il vice governatore della provincia ha detto che sono uccise nove persone.Tra le nove persone uccise, sono stati coinvolti anche dei poveri bambini, innocenti che, ormai da tempo anche loro vittime di questi attacchi senza eguali.

Un alto funzionario della sicurezza pakistana ha detto al New York Times che, nell’attacco, il Pakistan ha colpito almeno “sette delle basi utilizzate dai separatisti del Belucistan iraniano”. Il funzionario ha anche detto che, nell’offensiva, sono stati utilizzati aerei da caccia e droni.

L’attacco effettuato dal Pakistan non ha nessuna giustificazione ma c’è un motivo alla base per cui ciò è successo. Il motivo riguardo l’attacco dell’Iran, con dei missili, verso il Pakistan e adesso, vediamo perché l’Iran martedì 16 gennaio ha effettuato una tale operazione, a dir poco meschina.

Perché l’Iran ha lanciato dei missili contro il Pakistan?

Martedì 16 gennaio, l’Iran ha lanciato dei missili contro il Pakistan, con l’obiettivo di colpire “due basi del gruppo sunnita Jaish al Adl”, il quale opera al confine tra Iran e Pakistan e che da anni viene considerato terroristico sia dal governo iraniano sia da quello statunitense. Questo attacco è stato subito condannato dal governo pakistano come “completamente inaccettabile” e, sin da subito è stata dichiarata la “voglia di riscatto” da parte del governo del Pakistan. Per questo motivo il Pakistan ha attaccato l’Iran. La domanda, però, relativa al motivo dell’attacco al gruppo sunnita Jaish al Adl, sorge spontanea.

È ben chiaro che l’Iran, ormai da tempo, è in conflitto con Jaish al Adl, “un gruppo terroristico islamista e sunnita che combatte da anni contro il governo iraniano e che opera nel Belucistan”. Così, martedì, in meno di un giorno, l’Iran ha bombardato il Pakistan e non solo, sono stati bombardati anche l’Iraq e la Siria. Non si sa ancora se questi attacchi siano collegati fra di loro ma, questo avvenimento rappresenta una vera e propria violazione dei diritti umani e, dopo la rivalsa del Pakistan, un funzionario della Repubblica islamica ha fatto sapere di aver chiesto “spiegazioni immediate alle controparti pakistane per l’attacco di questo giovedì”.

Questo conflitto sembra aver preso una direzione di non ritorno. Secondo quanto affermato ne “il Giornale.it” oggi l’esercito di Teheran darà il via “all’esercitazione militare Velayat 1402” nel porto di Chabahar, distante solo un centinaio di km da Gwadar in Pakistan.  Questa esercitazione ha cadenza annuale e riguarda  le forze e i sistemi di difesa aerea.

La porta voce del ministero degli Esteri della Cina, Mao Ning, in merito a questa situazione, ha dichiarato che la Cina vuole intervenire poiché “disposta a svolgere un ruolo di mediazione” tra Iran e Pakistan dopo che, entrambi i Paesi si sono effettuati attacchi missilistici a vicenda. Chissà se questo potrà portare alla pace o se sarà l’ennesimo pretesto per far entrare un ulteriore Paese nel conflitto, ormai mondiale, in atto.

Nel mondo sembra esserci “un contagio di guerra”. Ormai, ogni giorni sentiamo parlare di continui attacchi che si stanno espandendo in tutte le parti del globo provocando centinai di migliaia di morti e feriti, anche di gente che non ha nulla a che fare con queste intenzioni terroristiche. Si parla di una vera e propria crisi umanitaria che sta mettendo a repentaglio la solidarietà umana. Non si sa più cosa vuol dire il rispetto nei confronti dell’altro e il male sembra voler trionfare a tutti i costi sul bene.

Continuando così la situazione non farà altro che diventare sempre più tragica e se qualcuno non interviene per fermare tutto ciò non so un domani che fine potremmo fare. Non si dovrebbe parlare in termini di “da che parte stare” ma, piuttosto, si dovrebbe parlare di “cessazione”, cessazione dei conflitti che non stanno facendo altro che danneggiare l’intera umanità. Questo attacco, è l’ennesima prova che in quanto uomini, dotati di intelletto e raziocinio, stiamo fallendo miseramente.

Ambra Vanella

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