L’ISIS in Africa sta guadagnando terreno in modo preoccupante, trasformando il continente in un nuovo e cruciale terreno di battaglia per il gruppo terroristico. Al centro di questa inquietante evoluzione, c’è un attore inaspettato: il Sudafrica, che svolge un ruolo chiave nei finanziamenti alle organizzazioni jihadiste nella regione.
Dopo la perdita del suo califfato in Iraq e Siria, l’ISIS ha spostato la sua attenzione sull’Africa, rendendola la sua regione privilegiata in diverse operazioni. Questa evoluzione ha reso l’Africa sempre più strategica per il gruppo terroristico, e il suo settimanale di propaganda, al-Naba, ha incoraggiato i suoi membri a trasferirsi nella regione sub-sahariana per stabilirvi nuove basi operative. In un video intitolato “Dalla Terra dell’Iraq ai Leoni dell’Africa,” l’ISIS ha dipinto il continente africano come la futura terra delle sue principali operazioni, invitando i sostenitori a trasferirsi nel continente per “unirsi al Califfato.”
Le cellule jihadiste africane si sono moltiplicate e hanno dimostrato spesso di essere ben organizzate. L’ISIS ha preso il controllo di formazioni inizialmente affiliate ad al-Qaeda. L’ISIS nella provincia dell’Africa Occidentale (Iswap) è diventato il successore di Boko Haram, diventando la più grande cellula dell’ISIS in Africa dopo la morte del suo leader storico, Abubakar Shekau. Altre cellule sono attive in tutto il continente, tra cui quella nel Sinai (Is-Sp), in Egitto (Is-Misr), in Libia, nello Stato Islamico del Grande Sahara (Isgs), e in Somalia, anche se in quest’ultimo paese al-Shabaab, affiliato ad al-Qaeda, rimane preponderante. Ci sono anche cellule attive in Tanzania, Mozambico, Kenya e Uganda. Questa vasta rete si è arricchita con l’inclusione delle Allied Democratic Forces (Adf), ribelli ugandesi che operano principalmente nella Repubblica Democratica del Congo. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, Adf, nonostante gli ultimi attentati, è diventato un astro nascente del terrorismo jihadista in Africa.
Ciò che sorprende è che i principali finanziamenti a queste organizzazioni provengono dal Sudafrica, la locomotiva economica dell’Africa australe. Questo paese è diventato una roccaforte per il sostegno finanziario dello Stato Islamico e di altre organizzazioni islamiche nel continente, fungendo da hub per il trasferimento di denaro. Nel corso dell’anno precedente, il governo degli Stati Uniti ha imposto sanzioni a società e cittadini sudafricani sospettati di facilitare trasferimenti di fondi a favore dell’ISIS. Nel marzo 2023, la Financial Action Task Force (Fatf), un’organizzazione antiriciclaggio con sede a Parigi, ha incluso il Sudafrica in una “lista grigia” di paesi che mancano di rigorosità nella lotta al finanziamento di attività illecite, una sorpresa anche per gli esperti di antiterrorismo di Pretoria.
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Il ruolo del Sudafrica come finanziatore delle organizzazioni jihadiste in Africa non è un fenomeno recente, ma risale a più di un decennio fa, secondo Ryan Cummings, analista della società di consulenza privata Signal Risk con sede a Città del Capo. L’analista sottolinea che con l’espansione dell’ISIS e la sua presenza diretta in Mozambico, c’è stato un notevole aumento dei fondi provenienti dal Sudafrica diretti verso il Mozambico e gruppi terroristici in altre parti del continente africano, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo.
Questo flusso di finanziamenti è alimentato da una combinazione esplosiva di fattori, tra cui un sistema finanziario opaco, una democrazia con confini porosi, corruzione endemica e organizzazioni criminali ben strutturate. I proventi provengono spesso da attività illecite, come il traffico di droga e minerali preziosi, la presa di ostaggi o l’estorsione attraverso falsi profili sull’app di incontri Tinder.
L’Africa è diventata una regione sempre più cruciale per l’ISIS, con numerose cellule attive in diversi paesi e il Sudafrica che ha sorprendentemente assunto il ruolo di hub finanziario per queste organizzazioni. La comunità internazionale deve collaborare per affrontare questa minaccia crescente e porre fine a questi flussi di finanziamenti che alimentano il terrorismo jihadista nel continente africano.