Il nuovo report di “Costs of War” sul costo umano della guerra

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Secondo il nuovo report di “Costs of War” della Brown University gli effetti della guerra americana al terrore dopo l’11 settembre hanno contribuito alla morte di circa 4,5 milioni di persone. Lo studio esamina l’impatto a lungo termine delle “guerre post-11 settembre” e il “devastante tributo indiretto” inflitto in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Siria, Yemen, Libia e Somalia.

Il nuovo report di “Costs of War” della Brown University pubblicato lo scorso 15 maggio esamina gli effetti devastanti della guerra sulla salute umana, prendendo come riferimento i conflitti più violenti all’interno dei quali gli Stati Uniti sono stati impegnati a partire dall’11 settembre 2001 nel nome del controterrorismo. Secondo la ricerca, gli effetti della guerra americana al terrore hanno contribuito alla morte di circa 4,5-4,6 milioni di persone, anche se i ricercatori hanno riconosciuto che la cifra reale rimane sconosciuta. Alcune di queste persone sono morte a causa dei combattimenti armati, ma la maggior parte di loro, specialmente bambini, sono stati uccisi dal “devastante tributo indiretto” inflitto dalla guerra, come ad esempio la diffusione di malattie, il collasso economico o l’insicurezza alimentare. In particolare, all’interno della ricerca si legge che: “Questi ultimi decessi indiretti – stimati in 3,6-3,7 milioni – e i relativi problemi di salute sono il risultato della distruzione delle economie, dei servizi pubblici e dell’ambiente post-guerra dell’11 settembre”.

Il nuovo report di “Costs of War”

All’interno della ricerca viene sottolineato come il report non si concentri sul dare la colpa a parti o fattori coinvolti nella guerra, ed invece di separare minuziosamente tra chi, cosa e quando sia da incolpare, il report vuole sottolineare come il risultato delle guerre post 11 settembre siano molteplici morti, la maggior parte di queste avvenute per conseguenze indirette legate alla guerra. Il focus, infatti, è proprio su come la guerra abbia un impatto devastante sulla sanità e di come alcuni gruppi, come donne e bambini, siano più colpiti dagli effetti distruttivi della guerra. In particolare, i ricercatori affermano:

“Nel descrivere come le guerre successive all’11 settembre abbiano portato a malattie e morti indirette, il rapporto si propone di creare una maggiore consapevolezza dei costi umani complessivi di queste guerre e di sostenere le richieste fatte a Stati Uniti e agli altri governi di alleviare le perdite e le sofferenze di milioni di persone nelle zone di guerra attuali e passate. Il rapporto evidenzia molte conseguenze a lungo termine e poco conosciute della guerra sulla salute umana, sottolineando che alcuni gruppi, in particolare donne e bambini, subiscono il peso maggiore di questi impatti continui.”

Casual pathways: I sentieri della morte

Un altro punto fondamentale intorno al quale si concentra il report è l’analisi di dati quantitativi e qualitativi per poter individuare le cause principali che portano alle morti indirette delle guerre post 11 settembre. In particolare, il termine tecnico utilizzato è “Casual pathways”, ovvero “sentieri casuali”, sentieri di sofferenza che possono portare alla morte. La sanità pubblica vede il numero di morti come dei campanelli d’allarme che puntano la luce su determinati aspetti che possono essere analizzati dai governi e dalle organizzazioni umanitarie per poter prevenire ulteriori decessi legati alle stesse ragioni. Il report, nonostante riconosca di non proporre una lista esaustiva in quanto molti pathways rimangono sconosciuti, riconosce quattro sentieri casuali predominanti che portano a morti indirette nelle guerre post undici settembre. In particolare: “1) collasso economico, perdita dei mezzi di sussistenza e insicurezza alimentare; 2) distruzione dei servizi pubblici e delle infrastrutture sanitarie; 3) contaminazione dell’ambiente; 4) trauma e violenza”. Tutti questi problemi hanno portato ad un aumento della malnutrizione, di malattie, di problemi di salute e, infine, di morti.

Donne e bambini: le principali vittime delle conseguenze indirette della guerra

Infine, vi è il focus sui gruppi maggiormente colpiti dalle conseguenze indirette della guerra, che, come abbiamo visto in precedenza, sono rappresentati da donne e bambini. Infatti, nonostante gli uomini perdano la vita a causa dei conflitti violenti e armati, sono donne e bambini a soffrire di più le conseguenze degli effetti indiretti della guerra. Il report evidenzia anche come nello stesso paese, le regioni ad alto conflitto sono quelle che sono maggiormente colpite dai “devastanti tributi indiretti” della guerra, insieme alle aree rurali, le quali possiedono meno servizi dello stato e questo le rende maggiormente vulnerabili, specialmente in riferimento alla sanità pubblica. A questo proposito, sono auto esplicativi i dati riguardanti la malnutrizione dei bambini in relazione all’entità dei danni della guerra sulla popolazione. In totale, secondo i calcoli di questo rapporto, più di 7,6 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di malnutrizione acuta, o deperimento (ovvero non ricevere cibo a sufficienza riducendosi letteralmente a pelle ed ossa), in Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen e Somalia. Inoltre, è importante notare come le guerre post 11 settembre abbiano avuto luogo principalmente in paesi con popolazione largamente POC (people of color) e spesso sono condotte da paesi con una lunga tradizione di suprematismo bianco ed islamofobia.

L’entità della sofferenza

La spirale di povertà, insicurezza alimentare, malattie trasmissibili e morte indotta dalla guerra si ripete in tutte le zone di guerra. I ricercatori hanno riscontrato livelli sbalorditivi di malnutrizione infantile in alcuni dei paesi colpiti, con Afghanistan e Yemen in cima alla lista. La situazione è infatti disastrosa: il 95% degli afghani non mangia a sufficienza. Una stima riferisce che nel 2022 quasi metà della popolazione del Paese, 18,9 milioni, si trovava in condizioni di estrema insicurezza alimentare. Di questi, 3,9 milioni sono bambini gravemente malnutriti o deperiti, i quali subiscono gravi conseguenze fisiologiche e rischiano ogni giorno la morte. Anche nello Yemen i dati sono terrificanti. Più di 17,4 milioni di yemeniti sono in condizioni di insicurezza alimentare e 7,3 milioni stanno affrontando carestie devastanti. I ricercatori della Brown University che hanno collaborato allo sviluppo del progetto “Costs of War” enfatizzano proprio come lo studio ha l’obiettivo di “trasmettere l’entità della sofferenza” delle nazioni colpite dalla guerra, nella speranza che tale lavoro sulla ricerca delle conseguenze a lungo termine ed indirette degli interventi militari possa “prevenire l’ulteriore perdita di vite umane”.

Simone Acquaviva

 

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