Sale al potere il nuovo presidente dell’Argentina Javier Milei che, a seguito di un’elezione storica e cruciale, ha vinto con il 56% dei voti il ballottaggio contro il candidato Sergio Massa. L’ultraliberista Milei si appresta a sottolineare tutto ciò che non va nel Paese ed è intento a far cambiare le cose con il suo motto: “Viva la libertà”
Elezione cruciale per il Paese
Il nuovo presidente dell’Argentina, Javier Milei, vince l’elezioni con un consenso pari al 55,70% dei voti, contro il Ministro dell’economia, Sergio Massa che ha ottenuto un consenso pari al 44,30% dei voti. Grazie alla disposizione di dati preliminari, la vittoria di Milei era già palese alla chiusura dei seggi, infatti Massa, alcune ore prima, aveva già ammesso la sua sconfitta:
“L’Argentina ha un sistema democratico solido e forte che rispetta sempre i risultati. Ho contattato Javier Milei per congratularmi con lui e augurargli buona fortuna perché sarà il prossimo presidente.”
L’Argentina, quindi, non ha voluto credere alle idee del Ministro dell’economia, probabilmente influenzata dalla grave situazione economica in un cui il Paese si trova, ma stavolta ha preferito lanciarsi sulla destra e di lasciarsi governare da un Presidente che ha la libertà come punto cardine dei suoi ideali.
“Oggi inizia la fine della decadenza argentina. Iniziamo la ricostruzione e a voltare la pagina della nostra storia. Riprendiamo il cammino che non avremmo mai dovuto perdere. Finisce il modello dello stato che impoverisce e benedice solo alcuni mentre la maggioranza soffre. E’ una notte storica, torniamo ad abbracciare l’idea della libertà.”
Queste sono state le parole di Milei subito dopo la sua elezione, il Presidente sembra davvero deciso nel voler risollevare le sorti del Paese. Acclamato dalla folla, l’ultraliberista entrerà in carico il 10 Dicembre e nel frattempo ha chiesto al governo peronista di Alberto Fernandez di prendersi carico del Paese fino alla fine.
Ma chi è, però, Javier Milei?
Chi è il nuovo presidente dell’Argentina Javier Milei
Javier Milei è il leader del partito La Libertà Avanza (Lla), un partito politico di estrema destra con un’ideologia conservatrice sul piano sociale e culturale ma liberista sul piano economico. Egli sarà a tutti gli effetti presidente il 10 dicembre, una data importante per tutto il Paese poiché cade il quarantesimo anniversario della democrazia dall’ultima dittatura militare.
Le sue idee si contrastano con il governo peronista di Alberto Fernandez, il quale ha generato un profondissimo scontento tra gli argentini:
“Rimetteremo in piedi l’Argentina e tra 25 anni saremo una potenza mondiale, la faremo finita col modello peronista che ha impoverito il Paese.Oggi torniamo ad abbracciare l’idea della libertà. Viva la libertà, maledizione”.
È questa la promessa del nuovo presidente che elencando le problematiche del Paese come:
- inflazione,
- povertà,
- miseria,
- insicurezza;
ha deciso che saranno le sfide più grandi e più urgenti che dovranno essere superate. Il Paese si trova in una situazione drammatica e non c’è più spazio per le mezze misure, bisogna partire decisi su cosa andare a migliorare per seminare lo scontento degli argentini.
“È fondamentale lavorare uniti per dare risposte a una società abbandonata dalla classe politica. Troveremo le soluzioni solo lavorando uniti.Agli argentini dico che il paese ha un futuro ma quel futuro esiste solo se è liberale.”
Il concetto di libertà pare che sia il tratto distintivo della politica di Milei. Ma esattamente a cosa si riferisce quando, il presidente, parla di libertà?
Javier MIlei ha cinquantadue anni, è favorevole alla vendita degli organi, alla creazione di un mercato delle adozioni, così come della liberalizzazione della vendita di armi e della distruzione della Banca centrale ma è contrario all’aborto. Quindi sembra che il liberismo di cui parla sia prettamente incentrato sull’economia del paese ma per il resto sembra avere una mentalità piuttosto conservatrice.
Egli sceglie come vicepresidente Victoria Villaruel, con la quale vanno a braccetto con i negazionisti della dittatura. Tra le altre cose, Milei ha fatto il punto sulla privatizzazione di sanità ed educazione e ha seguito di ciò ha promesso un piano di riduzione degli ammortizzatori sociali graduale.
Quindi, dal 10 dicembre l’Argentina avrà un nuovo presidente, ma quello che tutti ci domandiamo è se questa sarà la volta giusta per il paese di risollevare le sue sorti e se Milei sarà un presidente a favore dei cittadini e non solo a favore del suo ego.