Qualche giorno fa, a Napoli, è comparso un nuovo murales dedicato ad Ugo Russo, giovane 15enne ucciso da un carabiniere fuori servizio. L’opera è stata realizzata dallo street artist di Senigallia Blu, definito dal The Guardian “Uno dei dieci migliori esponenti dell’arte di strada in circolazione“. Tuttavia, dopo un controllo dei vigili, vi è il timore che il Comune di Napoli possa intimarne la rimozione poiché non sembrano esserci state le autorizzazioni necessarie.
Chi era Ugo Russo?
Ugo Russo, originario dei Quartieri Spagnoli, nella notte tra il 29 febbraio e il 1 marzo 2020 aveva tentato di effettuare una rapina con una pistola giocattolo ai danni di un carabiniere fuori servizio, Christian Brescia, in via Generale Orsini a Santa Lucia. Quest’ultimo rispose alla tentata rapina del Rolex con diversi colpi di pistola, freddando il ragazzo che venne colpito alla spalla, al petto e alla nuca. Ad oggi, il carabiniere si trova sotto processo con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato inoltre, secondo la Procura, Brescia avrebbe aperto il fuoco mentre Ugo Russo, all’epoca dei fatti 15enne, stava tentando di fuggire.
In seguito all’omicidio del ragazzo, è nato il Comitato verità e giustizia per Ugo Russo che si batte da anni organizzando presidi, partecipando a manifestazioni e sit-in. In questi quattro anni la storia di Ugo Russo è stata fortemente dibattuta e divisiva per la città ma, nonostante ciò, il Comitato è stato appoggiato da diverse personalità sia della politica che della cultura. Tra questi vi sono la deputata Ilaria Cucchi e il disegnatore Zerocalcare, il quale ha realizzato un fumetto ispirato proprio alla storia del giovane 15enne.
Il murales di Blu ai Quartieri Spagnoli
Il 18 dicembre, lo street artist Blu ha realizzato un murales dedicato ad Ugo Russo, precisamente ai Quartieri Spagnoli dove il ragazzo è nato e cresciuto.
L’opera è imponente, alta cinque metri e lunga venti, è stata realizzata con la tecnica dell’Animated Mural: espressione artistica che unisce immagini statiche ad un processo creativo di animazione video, creando un incontro tra arte e tecnologia che risulta subito ricco di significato. Ogni singolo elemento è progettato per trasmettere una narrazione che va al di là della mera rappresentazione visiva ed estetica. Per far comprendere al meglio il suo significato, l’artista ha pubblicato un video, sia sul suo blog sia sulla piattaforma YouTube, in cui illustra il murales come se fosse un breve cartone animato.
Infatti, per la maggior parte, circa 50 fotogrammi, il murales è situato su un unico muro della zona ma, combinando tutte le sue parti, viene raccontata l’intera storia di Ugo Russo: sono disegnati molteplici proiettili color oro, c’è Ugo che gioca a calcio per strada con una maglietta blu e un cappello rosso, infine, mentre corre in bicicletta, Ugo che mima una pistola e che fugge via dai proiettili sparati contro di lui.
Ma non solo, c’è anche Ugo che scappa dal pregiudizio di chi etichetta i giovani dei quartieri popolari solo come criminali, inoltre sul muro dove il murales è disegnato appare la scritta “In memoria di Ugo: Verità e Giustizia” ed anche un Qr code in cui vi è il link del blog del comitato.
L’opera non si limita a narrare la storia del ragazzo ma vuole anche far riflettere su un tema più ampio e caldo, ossia come vengono trattati i giovani in difficoltà dalla società odierna, che “ai ragazzi del suo ceto sociale propone solo repressione mentre esibisce modelli di successo basati sui soldi, le armi, orologi preziosi”, come afferma anche il Comitato nel comunicato pubblicato sui canali social.
Il primo murales rimosso e la nuova censura
Quest’opera è stata realizzata in seguito alla rimozione nel 2023 di un altro murales dedicato al giovane ragazzo e che finì al centro di numerose polemiche. Infatti, dopo una lunga battaglia legale, se ne ordinò la sua rimozione nonostante la realizzazione dell’opera fosse stata autorizzata. L’artista Leticia Mondragora aveva realizzato una gigantografia con il volto del 15enne e in basso aveva scritto in rosso: “Verità e giustizia”, riprendendo il nome del Comitato che da quattro anni combatte insieme alla famiglia per ottenere risposte ed, appunto, giustizia e verità.
Tuttavia, nonostante il peso e il valore sociale dell’opera, anche il murales del writer Blu potrebbe essere rimosso perché sembrerebbe esser disegnato senza le giuste autorizzazioni. Il Comitato si è prontamente attivato, rendendo noto un comunicato alla stampa in cui si legge:
«Il progetto di Blu è ispirato alla storia di Ugo Russo per il quale chiede verità e giustizia (cosa che dovrebbe vedere tutti d’accordo…o no!!?) ma esprime anche uno sguardo più ampio che riflette soprattutto sul nostro rapporto con tutti i ragazzini che appena adolescenti sbandano a tutta velocità in una società che non ha posto per loro e se ne ricorda solo come problema di ordine pubblico».
Il Comitato chiede di far luce, di chiarire le motivazioni riguardo la possibile cancellazione di questo tipo di opere, senza nascondersi dietro “il formalismo amministrativo, ma spiegasse il motivo per cui si censura l’opera di uno dei più credibili street artist europei mentre si tengono sui palazzi storici pubblicità commerciali”.
La nota conclude con una riflessione sull’arte pubblica: “Se la street art ha il diritto di esistere solo quando è comoda al potere si riduce a decorazione”.
Ugo Russo ma anche tanti altri
Sembra una storia già sentita poiché non è la prima volta che un ragazzo, in questo caso anche minorenne, viene ucciso dalle forze dell’ordine.
Sempre a Napoli, dieci anni fa, la notte tra il 4 e il 5 settembre 2014 fu ucciso il 16enne Davide Bifolco da un carabiniere in servizio, al termine di un inseguimento scaturito da uno scambio di persona. Infatti, Davide si trovava a bordo di un motorino insieme a due suoi amici ma i carabinieri credevano di aver visto in lui un giovane ladro che si era allontanato da poco dalla casa in cui era agli arresti domiciliari e risultava irreperibile alle forze dell’ordine.
Tornando ancora più indietro, al 20 luglio 2000, si ricorda la vicenda del 17enne Mario Castellano ucciso da un poliziotto in zona Agnano, nel quartiere Ovest della città poiché era sprovvisto del casco.
Vicende simili anche per modus operandi sono accadute in altre città, sono tante le volte in cui le forze dell’ordine hanno abusato del loro potere. Emblematica è la storia di Stefano Cucchi, il caso di Federico Aldrovandi, il 18enne ucciso a manganellate dopo essere stato fermato dalla polizia nel 2005. O ancora, Giuseppe Uva, l’operaio 43enne che fu sottoposto proprio dai carabinieri ad un TSO obbligatorio nel 2008. Si pensi al G8 di Genova, alle torture avvenute nella scuola Diaz e alla successiva uccisione di Carlo Giuliani.
Nel caso del murales dedicato ad Ugo Russo, l’arte non è mera rappresentazione estetica ma diventa una sorta di medium che veicola un messaggio forte e potente, in grado di poter scuotere la società e la coscienza collettiva su una tematica tristemente attuale. L’arte ha da sempre la capacità di stimolare le coscienze e fungere da motore per il cambiamento sociale, gli artisti attraverso le loro opere possiedono una forza unica nel trasmettere messaggi significativi e nell’evocare emozioni che spingono alla riflessione, al dialogo e all’azione.