Nella giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il 20 novembre, l’organizzazione “Con i Bambini” ha presentato, in una conferenza stampa online, i dati che riguardano il numero di orfani delle vittime di femminicidio in Italia. Il disagio psicologico di questi bambini e ragazzi è un fenomeno molto complesso e molto preoccupante, che richiede degli interventi mirati affinché non vengano lasciati da soli ad affrontare un evento traumatico che avrà un impatto significativo sulla loro vita.
Gli orfani delle vittime di femminicidio in Italia
Non esistono delle stime ufficiali riguardo il numero di orfani delle vittime di femminicidio in Italia. Tuttavia, i dati pubblicati dall’Organizzazione Con i Bambini, che lavora nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, permettono di fare luce su questo particolare che spesso non viene preso in considerazione nell’ambito del femminicidio.
Vengono definiti comunemente “orfani speciali” e la situazione li rende doppiamente orfani. Infatti, la perdita della madre per mano del padre significa anche la perdita del contatto con l’altro genitore che, o si suicida o va in carcere. Quest’ultimo caso porta comunque a una perdita del rapporto con il figlio, che successivamente a questo evento traumatico, in età adulta e consapevole, rifiuta di rivederlo. L’impatto psicologico che subiscono è devastante e andrà ad influire negativamente sulla loro sfera emotiva e relazionale nel presente e nel futuro. Questo evento traumatico crea una sindrome denominata “child traumatic grief”, il bambino sopraffatto dalla sofferenza e dalla reazione al trauma è incapace di elaborare il lutto, trovandosi intrappolato in uno stato di dolore cronico.
I dati
Sono 157 gli orfani delle vittime di femminicidio in Italia presi in carico dai progetti dell’organizzazione “Con i Bambini”. Si tratta di un dato variabile perché altri 260 in tutta Italia prenderanno parte a un percorso di sostegno e accompagnamento. Di questi bambini presi in considerazione, il 42% oggi vive in famiglia affidataria, solo il 5% vive con una famiglia adottiva. Inoltre, sono allarmanti i dati relativi a traumi o eventi antecedenti al femminicidio. Infatti, in 50 casi su 70 segnalano casi di violenza assistita, fisica, psicologica e sessuale.
A riprova del fatto che questi bambini si porteranno dietro per tutta la vita il peso di un evento traumatico di una portata enorme e che hanno bisogno quindi di percorsi di affiancamento e di sostegno, c’è il dato del 36% di bambini presenti al momento dell’uccisione della madre. Inoltre, gli orfani delle vittime di femminicidio spesso per molti anni non sono resi consapevoli o a conoscenza della verità. In numerosi casi è stato grazie al supporto del progetto di Con i Bambini che le famiglie affidatarie hanno accettato di raccontare al bambino la verità sull’accaduto.
I progetti
La realtà che riguarda gli orfani delle vittime di femminicidio in Italia è molto complessa e sommersa. I progetti finanziati da “Con i Bambini” rappresentano, oltre al supporto, una vera inchiesta conoscitiva. Questi progetti sono: Orphan of Femicide Invisible Victim nel Nord Est, S.O.S.-Sostegno Orfani Speciali nel Nord Ovest, Airone nel Centro Italia e RESPRIO- Rete di Sostegno per Percorsi di Inclusione e Resilienza con gli orfani speciali al Sud.
I progetti mirano a creare un modello flessibile e personalizzato di intervento multidisciplinare sistemico a sostegno degli orfani speciali. Gli obiettivi di questo accompagnamento sono:
- Costruire una solida rete affettiva e relazione che li sostenga nella loro crescita intesa in modo olistico;
- Favorire il consolidarsi di una rete a sostegno degli affidatari insieme ad associazioni, terzo settore e attori della società civile di ogni territorio e dell’intero territorio nazionale;
- Attivare sistemi per la precoce intercettazione del rischio di violenza domestica.
È un fenomeno molto delicato, che richiede una maggiore conoscenza e una maggiore discussione nella società. Devono essere svolti maggiori interventi a livello istituzionale e culturale che supportino e sostengano il peso psicologico di questi eventi, permettendo ai bambini di poter crescere e costruirsi un futuro al pari degli altri.