Il Canada è ancora in fiamme e causa aria irrespirabile negli USA. Gli incendi boschivi che stanno martoriando il paese non accennano a fermarsi, mettendo in serio pericolo non solo i canadesi ma anche i vicini a stelle e strisce; negli ultimi giorni infatti il fumo si è propagato oltre il confine peggiorando significativamente la qualità dell’aria di alcune grandi città statunitensi.
Ancora aria irrespirabile negli USA
Le devastanti conseguenze dei cambiamenti climatici si fanno sempre più evidenti. Da giorni i boschi del Canda sono in fiamme, con centinaia di roghi che stanno devastando il paese, mettendo a rischio gli animali, la popolazione locale e non solo: la peggiore stagione di incendi mai vista sul suolo canadese sta infatti anche mettendo a rischio i vicini Stati Uniti. Lunedì 17 luglio il fumo prodotto da questi molteplici incendi ha oltrepassato il confine, andando a contaminare l’aria di molte città statunitensi inficiandone la qualità (già di per sè non propriamente eccelsa). Secondo quanto riportato dal New York Times e dalla CNN, l’ondata di fumo e foschia (a cui vanno ovviamente aggiunti detriti e resti vari di legno, foglie, etc.) ha portato ad una allerta sulla qualità dell’aria per circa 70 milioni di persone, distribuite in 32 stati. Le città più colpite sono quelle che già hanno gravi problemi di inquinamento, come New York e Chicago. Le autorità hanno subito raccomandato di adottare precauzioni per evitare di respirare pienamente la nube, in modo da limitare il più possibile danni alla salute delle persone: la dottoressa Carrie Redlich dell’Università di Yale ha raccomandato di indossare mascherine, limitare il tempo all’aperto ed evitare attività faticose, in quanto “più la frequenza respiratoria è elevata, più si inalano polveri”. Le minuscole particelle del fumo “arrivano ovunque attraverso il flusso sanguigno e innescano percorsi infiammatori, che possono esacerbare una serie di condizioni cardiache e respiratorie latenti”.
I fumi derivati dagli incendi possono portare un aumento del rischio di infarto, cancro ai polmoni e ictus. Se a questi effetti nocivi dei roghi aggiungiamo quelli derivati dallo smog e dall’inquinamento sempre presente in alta quantità nella grandi metropoli, capiamo bene come la situazione sia complicata e pericolosa per gli abitanti del Nord America. In un mondo già ampiamente inquinato dalle attività umane, l’aggiunta di inquinamento derivato da cause più “naturali” come incendi (che comunque naturali non sono, in quanto causate dai cambiamenti climatici) non è assolutamente una buona notizia per l’umanità.
La situazione in Canada
L’aria irrespirabile negli USA arriva da un Canada in fiamme. Secondo il Canadian Interagency Forest Fire Centre (CIFFC), lo scorso lunedì in tutto il Canada erano attivi 904 incendi, di cui 587 incontrollati e 203 sotto controllo. Secondo CBS News, nella Columbia Britannica sono stati segnalati 391 incendi attivi, 125 nell’Alberta e 107 nel Québec. ABC News ha riferito che in alcune zone del Paese è previsto un fumo “da leggero a moderato” fino a metà settimana. Secondo le notizie riportate da The Guardian, nell’ultima settimana due vigili del fuoco hanno perso la vita combattendo contro le fiamme, generando una serie di tributi e ringraziamenti per coloro che sono in prima linea contro gli incendi, finora indomabili e inarrestabili. Il servizio antincendio della Columbia Britannica ha commentato la morte di Devyn Gale, una studentessa di infermieristica di 19 anni che ha contribuito a estinguere un incendio vicino alla sua città natale: “Era una di noi. Era il nostro cuore”.
La CNN in un altro reportage riporta le parole di Matt Rau, comandante del Southwest Area Incident Management Team, che ha sede negli Stati Uniti.
“Quando le fiamme divampano in questo modo, non è possibile porvi di fronte uomini in grado di fermarle, non esistono risorse sulla terra o in cielo capaci di estinguere questi incendi quando acquistano forza”.
Alcuni giorni, le squadre antincendio lavorano fino a 16 ore per contrastare le fiamme implacabili. Allo stato attuale, squadre di vigili del fuoco provenienti da Messico, Nuova Zelanda, Stati Uniti e, più di recente, Australia stanno collaborando con quelle canadesi per domare le fiamme. Lo sforzo congiunto è di fatto l’unico modo per combattere questi incendi che divampano a causa del caldo estremo di queste settimane, se l’organico non basta per domare le fiamme, per fortuna ci sono molti civili che aiutano i vigili del fuoco a limitare i danni.