Il neofascismo a Vicenza è giovane e agisce di notte

neofascismo

Se c’era la convinzione che le ronde nere esistessero solo in epoca fascista, Vicenza ci dimostra che non è così. Contro le baby gang nasce la ‘giustizia fai da te’

Non si tratta dei ragazzi della parrocchia, né di boy scout o di timidi borghesi che invocano le soluzioni di comodo. A riguardo, il gruppo Vicenza blackflag – nato nella città veneta per intimidire le baby gang straniere – è stato chiaro. Con lo scopo di sopprimere “quella feccia”, ex militanti di Casapound e Forza Nuova hanno organizzato delle vere e proprie ronde notturne, in barba a chi dice che il neofascismo in Italia non costituisce un problema concreto.

La denuncia

A farsi carico di raccontare il fenomeno è stato Paolo Berizzi, giornalista sotto scorta de La RepubblicaIl tutto si può riassumere con una foto postata su Instagram dalla pagina Solidea Ardita: in primo piano nove uomini in posa con giacca nera e mascherina, alle loro spalle uno striscione. “Contro le baby gang sei solo tu e la tua crew”, recitano i caratteri cubitali. Perché per il giovane gruppo, la cui età non supera il numero di 25 anni, i giovani immigrati altro non sono che “serpi in seno” da estirpare, ed evidentemente la polizia locale non basta per contribuire alla causa. E se la foto non bastava ad esprimere il concetto, si è anche pensato a un messaggio che non lascia spazio ad equivoci.

Noi non chiamiamo la polizia e non telefoniamo ai telegiornali per i servizi anti-degrado. Noi vi veniamo a prendere, e cacciamo voi e i vostri tutori che ripetono continuamente che andrà tutto bene mentre la nostra civiltà alleva le serpi in seno.

La pagina social era stata oscurata, eppure non è detto che una ricerca su Instagram vada a finire a vuoto. Esiste tuttora un account Solidea Ardita, ma privato e quindi visibile solo a certi utenti. Forse la censura era destinata a non durare, o magari c’è chi ha pensato di prendere il buon esempio.

Il neofascismo non si ferma a Vicenza

Non si tratta di opinione: in Italia l’apologia del fascismo è espressamente indicata come reato dall’articolo 4 della legge Scelba, in vigore dal 1952. Fortuna però che la problematica non esiste. O perlomeno a detta di alcuni.

Il fascismo, come il comunismo, è un’idea morta. Sono fenomeni da studiare, ma nessuno dei due tornerà.

Queste le parole del leader Matteo Salvini in un’intervista rilasciata nell’estate del 2019 per il magazine francese Le PointIn rappresentanza dello stesso partito che nel 2013 aveva promosso delle ronde organizzate dalla stessa Lega Nord al fine di ristabilire la sicurezza contro rapine e aggressioni.

Il neofascismo è quindi un problema sottovalutato? Forse sì. Perché spesso non si  vede, perché il più delle volte si nasconde dietro falsi nomi e constatazioni innocue. Perché oramai rievocare un’epoca idealizzata con un’aura di ordine e progresso è diventata una pratica comune, e se dichiararsi fascisti e alzare un braccio in obliquo non comporta particolari ripercussioni, è naturale chiedersi perché non farlo.

Non resta allora che dire che il neofascismo non esiste, che Berizzi ha ridimensionato in eccesso un fenomeno che non meritava la gogna, che magari in fondo quei giovani immigrati meritavano davvero di sentirsi dire “vi veniamo a prendere”.

Ed ecco che finalmente è tutto più facile.

Katherina Ricchi

Exit mobile version