Ecco perché il Movimento Cinque Stelle vincerà

Di Ettore Ferrini


Si sente spesso dire che il Movimento Cinque Stelle in principio avrebbe avuto delle buone idee ma che col tempo poi si sarebbe perso. Personalmente questi grandi presupposti invece non li ho visti mai; l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, per esempio, è una misura demagogica, buona solo in campagna elettorale ma che finirà per confinare l’accesso alla politica ai vecchi apparati e ai nuovi miliardari. In nessun paese decente si lascia che questo accada; in Francia e Spagna il finanziamento pubblico ai partiti è erogato in misura costante anno dopo anno e in più vengono anche erogati i rimborsi per ogni singola elezione, in Germania esiste il finanziamento proporzionale in base ai voti ricevuti, in Inghilterra non solo si finanziano i partiti ma si dà anche una dotazione riservata al Leader dell’opposizione di quasi 700.000 sterline, perché abbia la possibilità di contrastare in modo adeguato l’operato del governo. L’idea di abolirli infatti non a caso è stata rincorsa e infine realizzata proprio dai nuovi “Dem“, che sotto l’abbigliamento più politically correct sono indistinguibili dai grillini.




Altro principio, ritenuto buono, del quale il Movimento Cinque Stelle  fece (e continua a fare) una bandiera è quello per cui chi abbia precedenti penali non possa fare politica, ed è anch’essa una terrificante stortura giuridica. Se scontare una pena non basta a restituirmi i miei diritti, allora non ha più senso la pena e soprattutto mi stai rendendo di fatto un cittadino di serie B. Sullo stesso principio, oltre alla candidatura, dovremmo interdire queste persone a vita da qualsiasi incarico di responsabilità nei confronti della società: dal funzionario all’insegnante, e magari impedirgli pure di scrivere perché potrebbero influenzare negativamente la gente. E, a proposito di scrivere, un altro caposaldo delle prime campagne pentastellate era l’abolizione del finanziamento ai giornali, altra idiozia buona soltanto a lasciare l’editoria nelle mani dei grandi gruppi, gli stessi che poi magari finanzierebbero i partiti in un gigantesco conflitto d’interessi fra politica e informazione, e sì che negli ultimi vent’anni dovremmo aver imparato qualcosina a riguardo. Queste, insieme ad altre aberrazioni della democrazia tipo il mandato imperativo (presente solo in Portogallo, Bangladesh e India) erano le “buone idee” che aveva all’inizio il Movimento Cinque Stelle. Son contento per chi, e siete tanti,  anche solo inizialmente ci si era riconosciuto. Io no. Mai. E la fine del Partito Democratico, che soccomberà sotto la scure del renzismo, avverrà proprio per aver inseguito il grillismo sul suo terreno: tagliamo gli stipendi, tagliamo le poltrone, stessa identica narrativa. Come se il problema fosse davvero qualche decina di milioni ai partiti mentre il mondo del lavoro nero vale in Italia 275 miliardi all’anno, quasi un quinto della ricchezza complessivamente prodotta dal Paese. I soli falsi invalidi ci costano 10 miliardi all’anno, in un anno la GDF ne ha beccati 1050 (i parlamentari sono 945), il tutto mentre gli invalidi veri spesso restano senza assistenza.
Quando li avete votati tutto questo era già lì, sotto i vostri occhi, ma non lo avete visto. Il M5S non è cambiato, anzi, ha fatto scuola, abbassando ulteriormente il livello del dibattito politico in questo sciagurato paese. Ecco perché alle prossime elezioni sarà il primo partito, e se non governerà stavolta sarà la prossima, ma prima o poi vincerà. Perché il M5S è esattamente quello che vi meritate.



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