Cicciobello si cura con una salvietta, ma il morbillo non è un gioco

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Fa discutere il lancio del nuovo prodotto della Giochi Preziosi di uno dei bambolotti più famosi d’italia: Cicciobello morbillino . Secondo la campagna pubblicitaria basterebbe passare una salvietta per guarire dalla malattia. La notizia ha scatenato la polemica.I casi di morbillo, nel 2017, sono stati ben 4.991, sei volte quelli registrati nel 2016.  Il numero di casi di morbillo, nel nostro paese, è secondo solo ai dati della Romania, mentre le complicanze sono pari al 35,8% dei casi. La percentuale di ricoveri dovuti al morbillo, invece, è del 44,8% mentre un altro 22% si è rivolto alle cure del Pronto Soccorso. I morti sono quattro, di cui tre bambini con un’età inferiore ai dieci anni ed un’altra persona di 41 anni, tutti privi di vaccinazione.

Il noto vaccinologo Ruberto Burioni, da Twitter, ha manifestato il suo sdegno per il nuovo prodotto. In buona sostanza per Burioni diffondere l’idea che per curare il morbillo basti così poco è un servizio alla medicina persino peggiore di quello fatto dai No Vax. Il direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi dice chiaramente che il bambolotto rappresenta un assist per gli antivaccinisti. «Collegare una malattia come il morbillo a qualcosa di giocoso – afferma Ricciardi – è fuorviante. Si corre così il rischio di indurre le persone a preoccuparsi più del vaccino, che è sicuro, che della malattia che, invece, non è assolutamente banale». 




E’ da biasimare questo approccio commerciale in quanto con le malattie non si scherza, specialmente quando sono cosi pericolose e rischiose. La Giochi Preziosi si è difesa dicendo che si tratti di un gioco, fatto in buona fede. L’azienda è stata invitata a ritirare il prodotto dal commercio. Bisogna ricordare che il morbillo è una malattia esantematica altamente contagiosa, ha complicazioni molto severe nei bambini sotto i 5 anni. Di questa malattia si può morire se non curata in modo adeguato, il vaccino è ritenuto sicuro ed estremamente efficace. 
                                                                                                                                                       Alessandra Serratore
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