Uno dei luoghi più suggestivi della Turchia è il Monte Nemrut, sede del famoso tempio dedicato ad Antioco I.
Sulla sua cima giacciono le teste giganti del regno perduto di Commagene, commissionate dal re nel 62 a.C. L’intento del sovrano era quello di costruire un santuario per tutti i pellegrini dell’impero dove recarsi a pregare e rendere omaggio al proprio regnante.
La tomba-santuario è stata riportata alla luce durante gli scavi dell’American School of Oriental Researches nel 1953. Un’ardua impresa vista l’imponenza del Monte Nemrut che, con i suoi 2100 metri, è il più alto della Mesopotamia settentrionale. Ad oggi, ciò che rimane, sono grandi statue colossali di aquile e leoni, di dei greci e persiani e di due enormi sculture che rappresentano lo stesso re.
Lo scopo di Antioco I era quello di costruire un posto di culto in cui la sua persona potesse essere equiparata ad un vero e proprio dio. Il sovrano aveva bisogno di una zona isolata, simile al meraviglioso Olimpo, dove manifestare la propria grandezza e ricchezza. Quale altro luogo migliore di un monte che, con la propria vetta, univa Terra e Cielo? Solo lì il sovrano poteva sentirsi più vicino ai suoi pari e godere dei loro privilegi.
Ancora adesso il Monte Nemrut è suddiviso in tre terrazze, in cui giacciono i resti di enormi statue di dei greci che lasciano i visitatori a bocca aperta, nonostante le pessime condizioni in cui vertono.
Molte sculture sono state danneggiate da intemperie e fenomeni sismici, tanto che tutti i simulacri alti oltre due metri sono decapitati. In ogni caso la maggior parte dei visitatori conferma che le rovine sono di una bellezza senza tempo, maggiormente apprezzabili all’alba o al tramonto.
Le tre terrazze presenti sul Monte Nemrut sono così disposte: la parte nord destinata ai pellegrini che, ad oggi, risulta essere molto danneggiata; la sezione ad ovest in cui sono presenti cinque grandi statue, alte 9 metri, di Antioco I, di Zeus Ahura Mazda, Apollo/Mitra e la dea Tyche; il lato ad est dove le sculture sono sedute sul trono e in cui poter apprezzare il basamento di uno degli altari.
Tutte le opere hanno una stazza considerevole, tale che è possibile ammirarle sia da diversi kilometri di distanza sia dall’alto del cielo. Al suo interno il santuario, a detta della maggioranza degli archeologi, nasconde un segreto indicibile, legato anche al suo improvviso abbandono dopo il I d.C.
Un mistero che ha dato vita a leggende e studi, molti dei quali sono confluiti in romanzi, film e serie tv, l’ultima in termini di tempo è The Gift, prodotta da Netflix, ambientata tra quelle splendide rovine.
Ma chi era Antioco I?
Il regno di Collagene prende avvio nel 162 a.C., come stato indipendente. Antioco I sale al trono nel 70 a. C e vi rimane fino al 36 a. C. È il sovrano che dopo Alessandro Magno ha fondato il maggior numero di città nell’ Asia.
Il padre era Seleuco I Nicatore, generale macedone e uno dei diadochi di Alessandro. Infatti proprio grazie a Seleuco inizia l’impero seleucide. Così si credeva che nelle vene di Antioco I scorresse quel sangue regale, frutto della mescolanza tra Occidente e Oriente. Di certo una discendenza da fare invidia a chiunque.
Tale credenza non faceva altro che aumentare l’ego smisurato del sovrano, che sosteneva di avere un rapporto speciale con gli dei: da questo deriva il culto ellenizzato della religione di Zoroastro, con la chiara intenzione di essere adorato come un dio dopo la morte.
Dunque un sovrano particolarmente egocentrico e pieno di sé, somigliante a un imperatore molto noto a Roma, Nerone, con il quale condivide un destino funesto.
Forse, come la Storia ci insegna, pretendere di essere un dio dell’Olimpo sulla Terra è un segnale poco favorevole, .
Laura D’Arpa