IL MIO CAPOLAVORO, SONO IO
“Forza, andiamo. Qui, c’è una striscia di spiaggia lunga più di due chilometri, è perfetta. Qui, realizzo il mio capolavoro. Ci faccio almeno venti palazzi con migliaia di appartamenti, cinque alberghi, un silos per cinquecento automobili, due discoteche, una palestra, un palazzetto dello sport, i miei uffici, un centro congressuale, tre scuole e pure una Chiesa con laghetto. Ah, e ci faccio anche una caserma per i carabinieri, tre parchi acquatici, quattro ristoranti, sei bar, campi di calcio, di tennis e un cuofano di stabilimenti balneari. Sì, qui realizzo il mio capolavoro. Sì, costruiamo. Buttiamo cemento. Alziamo palazzi. Qui realizzo il mio capolavoro
Ah, i progetti finalmente sono pronti. Gli operai, invece? Sono pronti pure gli operai? I muratori, gli elittricisti, i carpentieri, i fabbri, i manovali, i masti? Forxza che dobbiamo costruire. Buttare cemento. Alzare palazzi. Devo realizzare il mio capolavoro. Le autorizzazioni? Che dici?! Quelle non sono servono! I controlli? No, e quelli mica verranno. Ma con i fornitori, invece, è tutto apposto? E i mezzi meccanici, gli scavatori, le betoniere, i bulldozer, le gru, i camion? E’ tutto pronto? E il materiale? Il cemento, le mattonelle, i fili, le condotte, la pittura, la malta, l’asfalto, la guaina, il vetro, il ferro? C’è tutto? Mi raccomando il cemento…deve essere assai! Bene. Si parte. Iniziamo stanotte e non ci fermiamo più, non ci fermiamo fino a quando non abbiamo completato, fino a quando non abbiamo costruito, fino a quando non abbiamo buttato il cemento, fino a quando non abbiamo alzato i palazzi, fino a quando qui non ho realizzato il mio capolavoro.
“Quel rosso non mi piace, metteteci il giallo. Qui non voglio l’intonaco, ma il marmo. Lo avete capito o no che devo realizzare il mio capolavoro? La statua di mio padre, quand’è che arriva? Chi c’è alla porta? il sindaco? E non l’hai fatto ancora entrare? Chi c’è, il maresciallo con la signora? Li hai fatti accomodare al ristorante? Chi c’è, sua eccellenza? e lo fai attendere? Chi c’è, l’onorevole? Non ti ho detto mille volte che quando arriva l’onorevole lo devi far entrare direttamente da me? Chi c’è, l’ispettore? Fallo aspettare. Che io devo costruire, devo buttare cemento, devo alzare palazzi, Qui devo realizzare il mio capolavoro.
“Chi è che urla di là? Quello degli ascensori? E che vuole che gli impianti li abbiamo già montati tutti? Vuole essere pagato? E quanto deve avere? Ottocento milioni? Ditegli che gli offro in cambio quattro appartamenti e tre garage. Se accetta, bene, altrimenti che mi faccia causa. Io non ho tempo da perdere: devo costruire, devo buttare cemento, devo alzare palazzi, qui devo realizzare il mio capolavoro. Chi è che urla adesso? Quello delle piscine che vuole essere pagato? E quanto deve avere pure questo? Trecento milioni? Ditegli che se mi fornisce l’acquascivolo per la seconda vasca gli offro subito un appartamento, un monolocale e due garage, oppure che mi faccia causa”.
“Ho quasi completato, ho costruito, ho buttato cemento, ho alzato palazzi. Così posso buttare altro cemento, alzare nuovi palazzi e continuare i miei capolavori. Forza, più veloce. Ma chi è che fa tutto questo casino? Da dove vengono queste sirene? E che vuole questo giudice? Come si permette di mettere piede dentro al mio capolavoro? Come, tutto sequestrato? Non è possibile. Questo è un abuso. Voi non potete, voi non avete l’autorità.
L’autorità c’è l’ha chi butta cemento, chi alza palazzi, che realizza capolavori.
E qui l’autorità sono io. Lo capite che questo luogo porta il mio nome? Forza: continuate, buttate cemento, alzate palazzi, realizzate il mio capolavoro.
Vivo nel posto più bello del mondo,
il Villaggio Coppola,
casa mia!
Vincenzo Ammaliato
(scrivo di dove vivo dal 2003 per Il Mattino)