Lungo la catena dell’Himalaya, sorge un piccolo Stato di nome Bhutan, unico al mondo per il suo Ministero della felicità: un vero e proprio organo che si occupa di gestire la pubblica istruzione, la sanità ed il lavoro.
Voluto dal Re per i suoi Sudditi, il Ministero della felicità esiste davvero ed è stato appositamente creato per garantire benessere a tutto il popolo.
Secondo il giovane Sovrano, per essere amati e rispettati dai sudditi, occorre perseguire la via dell’empatia. L’economia ed il guadagno non possono essere più importanti della felicità, per questo motivo durante il 1970, venne coniato il termine FIL (felicità interna lorda).
La felicità interna lorda è molto più importante del prodotto interno lordo.
Questo paese, insomma, si ritrova ad essere l’unico ad avere un Ministero del genere, capace di provvedere alla gratuità ed al mantenimento di numerosi servizi, come la scuola e la sanità. L’istruzione viene garantita fino alla scuola superiore, successivamente, coloro che desiderano proseguire gli studi, potranno usufruire di alcuni progetti finanziati dalla Cooperazione Internazionale, frequentando l’Università all’estero.
La sanità è un altro punto ritenuto fondamentale per il Re del Bhutan, che ha deciso di rendere questo servizio gratuito, in modo tale da garantire ad ogni cittadino le cure necessarie; all’interno del paese è presente il pronto soccorso ed alcuni reparti di Ostetricia, mentre per usufruire di cure specifiche in altri reparti, occorre lasciare il Bhutan e dirigersi all’estero, come ad esempio in India. Anche in questo caso le cure vengono totalmente coperte dallo Stato, affinché i propri cittadini ricevano l’assistenza adeguata.
Il Ministero della Felicità è un vero e proprio paradiso e la chiave della felicità sembra essere davvero a portata di tutti. Lo Stato garantisce il lavoro anche a coloro che non hanno alcuna possibilità, concedendo ai cittadini in difficoltà dei terreni demaniali da coltivare gratuitamente, in modo da provvedere ai propri bisogni primari.
Il principio del Re si fonda su tre pilatri: sanità, istruzione e lavoro, che sono alla base della vita quotidiana. Se i propri sudditi sono istruiti, percepiscono un reddito ed hanno il completo accesso alla sanità, allora avranno tutto il necessario per essere pienamente felici.
Il Bhutan sta facendo enormi sforzi per mantenere questo stile di vita, perseguendo un modello per noi quasi irrealizzabile. Questo paese non è solo famoso per essere l’unico a possedere un vero e proprio Ministero della Felicità, ma anche per aver registrato uno dei tassi più bassi al mondo di suicidi e di omicidi.
Il Governo si ritrova, così, a misurare costantemente la prosperità, il benessere mentale, l’ambiente, la cultura, la vita sociale e tutti quegli elementi essenziali per riuscire ad estrapolare un piano che possa mantenere un equilibrio economico e sociale all’interno del paese.
Ma come può uno stato come il Bhutan provvedere ai suoi 800mila abitanti senza riscuotere alcuna tassa?
La risposta la possiamo ricercare ai piedi dell’Himalaya, dove si possono trovare fiumi sempre in piena a causa dello scioglimento delle nevi; l’acqua, grazie alle sue dighe, diventa energia rinnovabile, che viene successivamente venduta dall’India alla Cina. Inoltre, le tasse, vengono pagate soltanto dalle grosse Compagnie straniere e tutto questo permette allo Stato di provvedere a tutte le spese, senza che le persone siano obbligate a versare alcun tributo.
Insomma, nonostante questo paese non sia molto conosciuto dal resto del mondo, ha davvero molto da insegnare a noi Occidentali, cocciutamente proiettati verso un’economia che ci prosciuga ed una vita frenetica che lascia poco spazio alla felicità.
La nostra ideologia si basa sul consumismo sfrenato ed il denaro sembra essere la nostra unica preoccupazione. La pandemia ci ha mostrato una realtà che da tanto, troppo tempo, abbiamo cercato di nascondere a noi stessi, impegnati in una vita apparentemente perfetta. Abbiamo dimenticato che la salute, così come l’istruzione, sono due pilastri fondamentali, senza di essi un popolo non può considerarsi evoluto e non può di certo progredire.
Per questo motivo, il diritto alla felicità dovrebbe essere sancito dalla Costituzione di ogni paese del mondo, insieme al suo Ministero della felicità.
Silvia Morreale