Mai come adesso l’economia è tenuta sott’occhio e desta preoccupazione. Gli ultimi avvenimenti politici ce lo ricordano. Di recente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in nome dell’economia ha nominato un banchiere Presidente del Consiglio. Oddio, Non un banchiere qualsiasi, ma uno di prestigio, l’ex Presidente della Banca Centrale Europea. Comunque sia il punto è che, oltre alla politica, sembra essersi inceppata anche la macchina dell’economia. Di conseguenza, il banchiere ed economista Mario Draghi ha raccolto un consenso molto vasto alle camere. La maggior parte della rappresentanza parlamentare, quindi, ha dimostrato di essere ben consapevole che la questione economica è una questione urgente, da affrontare di petto, cercando di sfruttare al meglio i soldi del Recovery per salvare le dinamiche economiche, come i medici le vite dei pazienti, in questa pandemia. Delle dinamiche economiche si occupano gli economisti, ma la maggior parte di essi, secondo Mauro Gallegati ne “Il mercato rende liberi e altre bugie sul liberalismo”, ha troppo fumo negli occhi per vedere la realtà.
Il problema dell’economia
E se l’economia invece di essere salvata avesse piuttosto bisogno di essere ripensata? E’ questa l’idea di fondo, la proposta di Gallegati, ne “Il mercato rende liberi ed altre bugie del neoliberismo”. Come si legge nell’introduzione questo testo è destinato a lasciare più dubbi che risposte nel lettore. Un libro che se pure non tratta delle ultime vicende politiche, ben si presta a sottolineare quello stesso problema che affligge i nostri politici: il problema dell’economia . Minare ai fondamenti o, per dirla con l’autore -in un’accezione molto wittgenstaniana, oserei dire- cambiare le cose dentro alla nostra cassetta degli attrezzi, è un modo per abolire vecchie certezze. Non sempre gli uomini sono pronti ad accettare questi cambiamenti così radicali. Di certo, sostiene Gallegati, non lo sono gli economisti sostenitori della teoria economica mainstream.
Il mercato rende liberi e La teoria economica mainstream
Ad esser presa a bersaglio in questo testo è la cosiddetta teoria economica mainstream, una teoria che dopo anni e varie crisi economiche non stenda a ripeterci che esiste un equilibrio perfetto, che questo equilibrio si dà dal rapporto tra agenti super razionali che sono in grado di ottimizzare spese e guadagni. Una teoria che mette troppo spesso a paragone il comportamento delle persone con quello degli atomi, dimenticando tutta una serie di fattori, come le strategie e le bancarotte, ad esempio. E soprattutto dimenticando i parametri base della stessa scienza presa a modello per la teoria economica, ovvero, la Fisica. Gallegati, infatti, nel suo libro non manca di ricordare come l’economia dominante tende a trascurare evidenze empiriche aggirandole con i concetti più strani, nè di lasciare spazio ad affermazioni sia di scienziati che di economisti. Ricordiamo quella del fisico Gell- Mann:
“Come sarebbe difficile la fisica se gli atomi potessero pensare!”
O quella dell’economista Herbert Simon:
“Non è empiricamente evidente che gli imprenditori e i consumatori nel prendere decisioni seguano i principi di massimizzazione dell’utilità richiesti dai modelli marginalisti, in parte perché non hanno informazioni sufficienti, o le necessarie capacità di calcolo”.
L’equilibrio perfetto che non esiste
La sfida di questo libro è quella di provare che non esiste un equilibrio perfetto a cui affidare il presunto realismo della teoria economica dominante. Come non esistono i mercati perfetti, gli scambi perfetti. Solo perché qualche economista si diverte ad applicare la matematica su di un intreccio di assiomi da lui stesso inventati, questo non vuol dire che l’economia debba basarsi sulla neutralità dei numeri. Piuttosto, la proposta di Gallegati, vede di buon occhio il calcolo delle probabilità, le teorie non-lineari. Un modello di sviluppo che non propaganda un’eterna crescita economica, ma piuttosto che tendi a preservare il benessere delle persone, degli agenti coinvolti. Il mercato rende liberi è, per la materia economica, una valida pretesa di argomentazione più che di conteggio e numerrazione. Un coraggioso campanello d’allarme in un mondo in cui l’economia è rimasta impigliata ad elementi della Fisica, ormai da tempo superati nella stessa Fisica.
Gabino Alfonso