Di Sabatina Napolitano
Edito Fandango, “Mediterranea. Un dialogo” di Leonardo Palmisano è un dialogo con il giornalista greco Dimitri Deliolanes che attraversa i temi dell’immigrazione, del caporalato e delle mafie, per concentrarsi sulla centralità del mediterraneo in geopolitica, economia e società . Un dialogo per porre luce sulla crisi umanitaria dei migranti, sul debito pubblico, sulla politica di accoglienza.
La crisi del debito ha origini decennali. L’Italia ha un rapporto deficit/Pil che supera il 140%. Dopo la Grecia, il secondo più alto d’Europa. Un debito destinato a ingrandirsi ora che l’Ue ha deciso di sostenere militarmente l’Ucraina contro Putin. Palmisano aggiunge:
“Questa condizione debitoria è il riflesso della politica nazionale. Anzi, se vogliamo è l’effetto negativo più forte della politica italiana dal secondo dopoguerra a oggi, dopo la corruzione e la collusione con il sistema mafioso.”
Dopo il disastro del trentennio berlusconiano segue lo smantellamento di interi settori di economia statale italiana, fortemente voluto dall’Ue, Germania in testa. Il debito pubblico italiano non è un debito buono, “non favorisce l’impresa né l’occupazione stabile”, ma “trasferisce quote di entrate nelle mani dei privati scaricando i costi sui cittadini”. Il risultato è che oggi l’Italia ha quello che alcuni demografi chiamano degiovanimento.
La crisi dei migranti per l’autore del testo è il motore più potente per il cambiamento del globo perché “migrare è Mediterraneo e Mediterraneo è persone”, “le migrazioni sembrano rispondere a una domanda ciclica di libertà”. Minnitti prima e Salvini poi hanno delegittimato i salvataggi in mare e chiuso i porti. Salvini ha seguito la legge sull’immigrazione che porta i nomi dei due politici di destra: Bossi e Fini. I governi italiani ad oggi pretendono una relocation dei migranti quando l’Italia per la sua naturale collocazione è un ponte per il nord della Ue. In più, c’è da dire che la demografia italiana è quella di un paese che muore, senza prospettive (“In parole povere, la Penisola perde giovani, non fa figli e non trattiene gli stranieri”). I migranti sono una risorsa per la Penisola, questa è l’unica prospettiva repubblicana e democratica veramente attuabile. Sottrarre ai militari il compito di salvare vite umane è un atto vicino alla barbarie, allo sterminio.
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La terza parte è dedicata alla crisi della politica. Nel momento in cui scriveva Leonardo moriva Gino Strada. La bassa qualità dei politici italiani muove la penisola a un inesorabile declino demografico, (già in corso da diversi decenni) questo chiaramente rende il Mediterraneo destabilizzato. Nell’ultimo decennio il ruolo politico e strategico dell’Italia nel Mediterraneo è crollato a partire dall’assassinio di Gheddafi, passando per il caso irrisolto di Giulio Regeni e Patrick Zaki. La trattazione passa anche per lo Ius soli e come è stato inteso dai politici italiani (citando le posizioni di Giorgia Meloni, Letta, Salvini, Renzi, etc).
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In ultimo delle conclusioni sulla guerra in Ucraina che chiaramente avrà ripercussioni su tutto il Mediterraneo.
Leonardo è stato invitato a Tv2000 a parlare di disarmo (ci siamo occupati anche noi di questo tema nella diretta con Luca Ciarrocca). Si è parlato della posizione di Erdogan e della Turchia oltre che della Grecia e dell’ Italia, dell’Onu, della Nato, della Francia e degli Stati Uniti.