Il lemmino Salvini Vs il Monsignore comunista
La Cei bacchetta i politici sulla questione migranti e non ha bisogno di sottolineare che è un participio.
L’evidente vantaggio sintattico ha il suo peso, soprattutto quando si ha a che fare con la nostra classe dirigente. E’ fin troppo evidente che i nostri politicanti non sono degli accademici della Crusca.
Matteo Salvini si sente chiamato in causa e si “autoconiuga” per declinare la solita solfa: Monsignor Galantino – presidente della Conferenza Episcopale Italiana – è un comunista! In Italia va così … se difendi i diritti dei più deboli sei comunista, ma se fai gli interessi di pochi vai al governo e puoi ammazzare il tempo a sciorinare hashtag. Mai come in questo scorcio di storia il tempo pensa seriamente all’eutanasia!
Grande errore Monsignore! Lei ignora che Salvini è amico dei neri e dei gay, basta che i due fenomeni non si presentino contemporaneamente (come diceva il grande poeta Brunello Robertetti) e in un altro Paese.
Per il Matteo felpato prima gli italiani! Beh … dipende, a sud di Grosseto cominciano già a puzzare d’Africa, ma per ora anche i terroni tornano utili. Però tranquilli, quando salirà al potere farà accoppiare tutti i terun con gli abitanti di Grumello del Monte per ripulire il sangue infetto.
Se proprio vogliamo dirla tutta anche Salvini è a sud di altro: il nostro Lumbard non è che ha i tratti tipici dello svedese. Anzi, in Scandinavia lo prenderebbero per un Lemmino, e almeno lì sarebbe una specie protetta. Però a queste latitudini il nostro Lemmino fa il politico, quindi non ci venissero a dire che non siamo democratici; quale altra classe dirigente può vantare una tale ricchezza faunistica? Siamo la foresta amazzonica del politicume, le Galapagos dell’intrallazzo.
Caro Monsignor Galantino, mi permetta, ma lei non ha capito niente! L’immigrato non è un problema ma un’opportunità e, guardando Mafia Capitale, anche un affare.
Da che è mondo è mondo il nemico comune fa branco, e se il suddetto è già ferito, indebolito e denigrato è fatta! Tutti sembriamo più forti se ce la prendiamo con il più debole, e se il debole viene da giù, dalla bassa, è addirittura un terno al lotto, perché si sa che lo straniero ci sta già pregiudizialmente sui coglioni. Eh sì, così possiamo spruzzarci su un po’ di fobia antislamica condita con l’intramontabile e sempre efficace esclamazione “Mammaliturchi”.
Caro Priore, pardon … Monsignore, qualsiasi politiculo di terza categoria su un’occasione del genere si sarebbe buttato a pesce, figuriamoci Salvini che in teoria dovrebbe intrecciare cesti di vimini sotto tranquillanti! Eh su!
Non conta se l’Italia è solo il terzo paese per richieste di asilo: da noi i richiedenti sono poco più di 64.000, in Svezia 81.000, mentre in Germania addirittura 202.000. Ma il guaio non sono i numeri ma la capacità di affrontarli seriamente e con coscienza, e da queste parti è cosa tristemente nota che mancano proprio serietà e coscienza.
Non importa neanche se rispetto all’anno scorso i migranti sono aumentati solo dell’8% e tutte le catastrofiche previsioni sugli sbarchi si sono rivelate delle bufale ! Figuriamoci se conta qualcosa che la regione che ospita più migranti è la Sicilia e non la Lombadia. Tutti questi numeri non interessano a nessuno. Chi va a guardarli? Basta accodarsi al gregge e non si sbaglia mai! L’importante è far casino e istillare odio! Funziona sempre!
L’intolleranza verso l’extracomunitario genera consenso … mettiamocelo in testa; per questo Zaia può permettersi di dire che i suoi corregionali non ce la fanno più a sopportare i migranti quando in realtà il Veneto ospita solo 5.184 profughi su una popolazione di 5 milioni di abitanti. Ma non è colpa di Zaia, cosa può farci lui se il “nero spicca”?
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fonte foto Mauro Biani
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