Non solo Babbo Natale
La tradizione natalizia di molte nazioni vede mostri, come il Krampus, dediti a punire bambini cattivi. Il folklore in Italia invece si concentra su due grandi figure benevoli. La prima è certamente Babbo Natale, diffuso globalmente come il paffuto e gioioso portatore di doni.
L’origine di questo è molto antica, riallacciandosi a tradizioni pre-cristiane su personaggi che portavano ai bambini dolciumi per gli ultimi giorni dell’anno.
Il Babbo Natale moderno, o Santa Claus, è una figura nata nel XVII secolo nell’Europa settentrionale. Riunisce in sé varie leggende, tra cui quelle legate alla figura del Vescovo di Myra San Nicola e racconti su spiriti benevoli portatori di regali.
Nel tempo, la tradizione si è arricchita di nuovi aspetti, sino a renderlo il Babbo Natale che noi tutti conosciamo.
La Befana è il secondo grande personaggio presente nel folklore italiano. Il nome deriverebbe dalla storpiatura popolare di epifania, mentre la strega che cavalca la scopa sarebbe la personificazione della natura in inverno.
Il lato oscuro del Natale: Il Krampus
I bambini di altri paesi tuttavia devono fare i conti con personaggi più maligni.
La maggior parte di queste tradizioni hanno origine nell’Europa centro-settentrionale, soprattutto in Germania. È il caso ad esempio del Krampus, figura diffusa anche in Austria e località alpine italiane. L’etimologia del nome è ampiamente dibattuta. Alcuni studiosi lo collegano a krampen, “artiglio”, altri a krampn, “putrefatto”. Questo è una bestia pelosa, dalla lunga coda, corna e lingua serpentesca. Si aggira nelle strade delle città la sera del 5 dicembre cercando i bambini cattivi per punirli. Il suo passaggio è anticipato da un tintinnio di campanelli.
L’origine della leggenda si lega ancora alla figura di San Nicola, che avrebbe esorcizzato il demonio proprio in una cittadina delle montagne tedesche. Per ricordare quanto fatto dal Vescovo, gli abitanti del posto assumono le sembianze di un demone aiutando Santa Claus a capire quali siano i bambini buoni.
Belsnickel e Sinterklaas
Un’altra leggenda è quella del Belsnickel. Nasce nell’Europa medievale, ed è probabilmente uno dei precursori della figura del Babbo Natale di oggi.
Il Belsnickel era solito portare dolciumi ai bambini buoni, mentre frustava coloro che si erano comportati male. Descritto come di corporatura magra e mascherato, indossava una pelliccia piena di campanelli.
I Paesi Bassi possono contare su una variante tutta loro di Babbo Natale. Si chiama Sinterklass, nome che di nuovo richiama il vescovo San Nicola. Sinterklaas indossa un copricapo vescovile e, in sella ad un cavallo, la sera del 6 dicembre cerca i bambini buoni. A questi lascia doni o poesie in cambio di carote o avena per il suo destriero.
Ad aiutarlo c’è anche Zwarte Piet, Pietro il moro. Di aspetto mediorientale, secondo la tradizione era solito rapire i bambini cattivi per portarli nella sua terra d’origine, cioè la Spagna.
Altre tradizioni
In Islanda il folklore ha prodotto la leggenda di Gryla e i suoi 13 figli. Quest’ultimi passano nelle 13 sere precedenti il 25 dicembre per le case islandesi alla ricerca di bambini. In caso siano stati buoni, lasciano a loro un dono, altrimenti una patata marcia. I 13 figli hanno sostituito la madre, che invece era solita mangiare chi non si era comportato bene.
La Germania settentrionale può invece contare su Knecht Ruprecht. Questo è un servo (knecht) di Babbo Natale. Monaco dall’aspetto trasandato, minaccia o picchia i bambini cattivi.
Infine, Frau Perchta. Molti studiosi collegano questa strega alla nostra befana, seppur la versione tedesca abbia abitudini più terrificanti. Infatti è solita aprire la pancia dei bambini cattivi con un lungo coltello e riempirla di spazzatura. In più, è accompagnata da demoni.
Dopo questa carrellata, si può dire che i bambini italiani siano stati fortunati. Il Krampus e gli altri, al momento, non tormenteranno i sonni neppure dei più cattivi.
Stefano Mincione