Dopo anni di progettualità e attivismo per il sociale, rischia lo sgombero, dai suoi locali di sempre, il GRIDAS, storica associazione culturale di Scampia, eredità dell’artista Felice Pignataro.
Il GRIDAS deve sgomberare la sua sede attuale che è la stessa da 40 anni. È quanto stabilito da una sentenza processuale del 24 Febbraio 2022 che, dopo un processo durato più di quindici anni, ordina lo sgombero della struttura ospitante e il pagamento, da parte dell’associazione, di 10.000 euro di spese legali.
Una struttura nata per essere centro sociale
La struttura in questione, rimasta inutilizzata per molti anni e in mano all’IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) di Napoli dal 1975, era destinata, fin dalla sua creazione, alla nascita di un centro sociale nell’ex quartiere di Secondigliano (oggi Scampia), alla periferia Nord di Napoli.
Essendo inutilizzata, il GRIDAS comincia, dal 1981, a usarla come sede delle proprie attività. E l’occupazione non viene mai contestata dall’IACP, perché i membri della associazione si occupano in toto della sua manutenzione, garantendo, allo stesso tempo, che gli edifici non siano minacciati e usurati dalla presenza della criminalità di quartiere.
Il rapporto con l’IACP
Solo nel 2005 l’IACP intenta una causa penale all’associazione e richiede la restituzione dei locali. Causa che si risolve, nel 2013, con un’ assoluzione, in quanto:
Il Gridas aveva in numerosissime occasioni richiesto la regolarizzazione della situazione e, dopo infiniti incontri tra l’IACP e il comune, nel novembre 2010 si era giunti all’accordo che il comune avrebbe acquisito, concedendo in permuta altri beni, i locali con l’intenzione di concederli in comodato d’uso o in locazione al Gridas (vedasi documentazione allegata dalla difesa) ma poi la situazione si era arenata in quanto lo stabile non risultava accatastato. Successivamente fino al 2012 erano stati anche effettuati vari rilievi per l’accatastamento ma poi non aveva saputo più nulla della situazione.
L’ente, non contento, decide di denunciare il GRIDAS che si vede recapitare una citazione di comparizione perché occupante “senza titolo” la struttura. Siamo nel 2015 e l’associazione sfrutta l’immobile esattamente per il fine al quale era destinato sin dalla sua nascita. La vicenda giudiziaria, purtroppo, si conclude lo scorso 24 Febbraio, con la condanna di cui sopra.
Tutti contro lo sgombero del GRIDAS
È un provvedimento che non può e non deve passare inosservato agli occhi dei più perché la rilevanza culturale e sociale che il GRIDAS ha rivestito negli anni, per Scampia, è riconosciuta su vari piani e da varie parti.
E, in effetti, lo scalpore suscitato dalla condanna non è fatto attendere. Lo sdegno ha investito tanto chi è vicino all’associazione quanto chi ne è apparentemente distante ma ne ha sempre apprezzato l’operato. L’intero panorama culturale italiano si è mobilitato, prima e dopo il provvedimento, per fare appello a una mediazione istituzionale.
Nell’Ottobre 2020, con una lettera aperta, molti celebri intellettuali e artisti (fra i nomi Erri De Luca, Maurizio De Giovanni, Maurizio Braucci, Enzo Avitabile e altri) avevano chiesto un intervento delle istituzioni.
Appelli a difesa del GRIDAS sono poi giunti, nelle ultime settimane, da personalità di spicco come il senatore Sandro Ruotolo, lo stesso scrittore Maurizio De Giovanni e Roberto Saviano che, da sempre, racconta e si batte per Scampia.
Roberto Saviano a sostegno del GRIDAS
Già nel 2010 Saviano difendeva l’associazione con parole potenti:
Il GRIDAS è stato un luogo di fantasia e sogno nei momenti più cupi di Scampia. Ha fatto più il carnevale di Scampia organizzato dal GRIDAS ogni anno che cento operazioni di polizia.
E dopo quest’ultima sentenza è ritornato sulla questione con un lungo post sui social che fa luce, ancora una volta, sulla questione, dandogli lo spazio che merita:
“Il sonno della ragione genera mostri” titola una famosa opera di Francisco Goya. C’è un posto, a Napoli, che tiene la ragione al riparo dal sonno, e lo fa con i colori, con i suoni, accogliendo, preservando, salvando: il centro GRIDAS (GRuppo di RIsveglio DAl Sonno), a Scampia. Voluto dall’artista Felice Pignataro, il GRIDAS ha riqualificato uno spazio abbandonato a se stesso.
Saviano continua…
Pignataro ha dato anni, sudore, picconate, risorse per renderlo non solo accessibile, ma un rifugio, un laboratorio, un cuore pulsante nel quale da quarant’anni si progettano eventi e corsi per bambini, giovani, professionisti, persone che abbiano voglia di essere coinvolte in una realtà felice, e che ogni anno regala al quartiere una splendida festa di Carnevale in cui, con i volti colorati e il cuore danzante, si fa politica insieme, si riflette su temi fondamentali per il tessuto sociale. Il GRIDAS, da quando è diventato un bene di inestimabile valore, è tornato appetibile: dal 2005, l’Istituto Autonomo Case Popolari (oggi ACER) rivendica la proprietà dei luoghi che aveva abbandonato al degrado. Il Tribunale di Napoli ha dichiarato “l’occupazione senza titolo” da parte del centro sociale, e ne ordina “l’immediato rilascio” e condanna il GRIDAS al pagamento delle spese processuali e di oneri per oltre 10mila euro. Sgomberare il Gridas, cancellare la sua storia, sarebbe un danno incalcolabile per Scampia e per Napoli.
E finisce con le parole di Pignataro…
Prendiamoci cura del Gridas, ricordando le parole di Felice Pignataro: “Abusivo non è chi restituisce all’uso dei cittadini una struttura abbandonata da anni e ritenuta pericolosa per l’incolumità degli stessi, ma piuttosto il potere che per anni espropria i cittadini, per incuria, delle strutture che potrebbero migliorarne la vita“.
La mobilitazione non si ferma
Intanto la mobilitazione continua da ogni parte e non sembra avere intenzione di fermarsi. Ne sono nati l’hashtag #IlGridasNonSiTocca e lo slogan:
Il GRIDAS è di tutti, il GRIDAS non si tocca, giù le mani dagli spazi sociali.
Mirella La Magna e il GRIDAS sono, inoltre, riconosciuti da Procida Capitale della Cultura 2022 come presidio culturale. Sono, dunque, destinatario di una delle 22 lettere sul futuro previste dalla manifestazione.
Il valore del GRIDAS per Scampia
GRIDAS, come già detto in precedenza, sta per ‘gruppo risveglio dal sonno’ con riferimento alla frase di Francisco Goya: “el sueño de la razon produce monstros“. L’associazione viene fondata, senza scopo di lucro, nel 1981, da Felice Pignataro, Mirella La Magna, Franco Vicario e altri. Il fine è di stimolare, attraverso arte e cultura, un risveglio delle coscienze e una partecipazione attiva alla crescita della società.
Negli anni, i murales realizzati da Felice Pignataro hanno dato visibilità alle battaglie di coloro che si battevano per la riqualificazione del territorio, a Napoli e non solo. Il GRIDAS è stato per molti quello che lo stesso Felice Pignataro ha definito una sorta di ‘Pronto soccorso culturale’.
Per non parlare di tutte le iniziative culturali e i laboratori di diverso genere al servizio, soprattutto, di bambini e ragazzi del quartiere. Fra questi, il carnevale è diventato l’evento di punta e una delle colonne portanti della vita sociale di Scampia dal 1983.
Con la scomparsa di Pignataro, nel 2004, il GRIDAS ha perso un grande punto di riferimento. Raccogliendo, però, la sua eredità e grazie all’impegno di Mirella, il gruppo ha continuato la sua missione di risveglio delle coscienze e della creatività. Ha migliorato le sorti di Scampia (tristemente noto per arretratezza culturale, malvivenza e criminalità) e di Napoli tutta. La città glielo riconosce ampiamente.
Una protesta che non può rimanere inascoltata
Ora la speranza è che la mobilitazione e la protesta non restino inascoltate. Sgomberare i locali del GRIDAS sarebbe una perdita enorme. E rischia di diventare, tristemente, uno schiaffo in faccia alla bellezza, alla cultura e alla parte pura e umana della società.