Erano gli anni ’60, e il mondo stava andando incontro a cambiamenti irreversibili, epocali.
La società, come un camaleonte che cerca di mimetizzarsi. Si rivelava, anno dopo anno, come un corpo da aggiustare, un organismo che necessita di evolversi per sopravvivere.
In tempi come quelli, era necessario trovare non solo nuove vie, ma anche nuovi linguaggi. In questo contesto nasce il Gruppo 63, del quale fa parte anche il semiologo Umberto Eco. Al centro degli interessi del gruppo, c’è anche la ricerca di una nuova estetica, di forme nuove che possano dare voce ad un mondo nuovo.
Il 1963 non solo è l’anno di fondazione del Gruppo 63.
Torna nella storia del Graphic Novel in Italia perché è l’anno di uscita della prima raccolta di Peanuts di Schulz in Italia, e a parlarne sarà lo stesso Umberto Eco, definendo l’autore di Snoopy un poeta:
Se poesia vuol dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se si passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sia fatte le cose, allora Schulz è un poeta
Eco si spinge oltre, e definisce Una Ballata del mare salato (1967) di Hugo Pratt opera di un “narratore verbo-visivo”.
L’attenzione di Umberto Eco nei confronti del mondo dei fumetti non è casuale, conferisce spessore a questa forma d’arte e ha a che fare con uno degli aspetti più interessanti del Graphic Novel: la contaminazione di generi. Il Graphic Novel, infatti, è la prima forma di arte visiva che ha un vero e proprio spessore narrativo e un coinvolgente approfondimento psicologico. Ed ha reso possibile una riscossione del fumetto.
Ed il merito è, in gran parte, di Dino Buzzati, che ha spianato la strada al Graphic Novel in Italia.
Era 1969 quando venne dato alle stampe il suo Poema a Fumetti, un’opera del tutto innovativa nella forma e nel contenuto. Dino Buzzati era famoso per i suoi romanzi, era considerato un uomo di tutto spessore, mentre il fumetto era visto, in generale, come un divertissement fine a se stesso. Partendo dal mito di Orfeo ed Euridice, lo scrittore mette in atto un’operazione di stravolgimento temporale e sociale, che si traduce anche con un diverso codice comunicativo: quello, appunto, del Poema a Fumetti. E la simbiosi tra narrazione, visiva e verbale, funziona perfettamente,
E’ un’operazione assolutamente non convenzionale, che è interessante anche da un punto di vista tecnico-meccanico.
Buzzati allestisce dei veri e propri set fotografici, e dagli scatti ricavati fa nascere a nuova vita il fotoromanzo, ricalcando le immagini, ridisegnandole, reinterpretandole, inserendo citazioni che sono tributi a Warhol, al mondo della pop art, ma anche a Dalì e Fellini.
Il risultato finale di questo gioco non è un libro d’arte in cui le illustrazioni sono fini a loro stesse, tantomeno un romanzo illustrato. È qualcosa di davvero originale e inedito.
È il primo, importante passo per preparare l’arrivo del Graphic Novel in Italia.
Un nuovo genere espressivo, al passo coi tempi, che troverà la sua fortuna tra le pagine di Pazienza, Pratt, Crepax. Ma che deve molto ai detentori del linguaggio storico della scrittura, a scrittori che hanno saputo sfidare le convenzioni per cercare nuove forme di rappresentare: Umberto Eco e Dino Buzzati.
Sofia Dora Chilleri