Il Grande Freddo

Il grande freddo

Il Grande Freddo

 

La campagna elettorale è agli sgoccioli, ma i politici si sono dati da fare poco e male per promuoversi. Il ritorno di Berlusconi ha alzato l’asticella della demagogia raggiungendo picchi a dir poco fantascientifici, e tutti gli altri – come sempre – hanno pensato bene di “adeguarsi” al metodo dello stregone.

Il berlusconismo ha permeato la politica italiana per troppo tempo – attraverso una superficialità e una mediocrità mai raggiunte – per non declinare in scuola. Il renzismo – a sua volta – non è stato altro che una pessima imitazione del già pessimo, un tarocco che ha solo prodotto il dissolversi del partito democratico.

Renzi è il bottone del conto alla rovescia che si ostina a ticchettare col segno meno anche dopo l’implosione solo perché s’è incantato.  Non si è ancora reso conto che ha contribuito irreversibilmente a rendere ancora una volta la sinistra italiana ciò che è sempre stata … divisa e perdente, ma con l’aggravante di averla spogliata di ogni contenuto (vero o presunto), di qualsivoglia progettualità e di ogni – seppur sgangherata – credibilità.

Renzi e la sua perniciosa corte di miracolati hanno rosicchiato fino all’osso un cadavere fresco, ed ora, con la carcassa ancora tra i denti, chiamano carne il midollo. La peggior quinta colonna mai vista dai tempi di Alcibiade.

Di Maio invece è un’assoluta novità. I pregiudicati e i condannati non li forma, li prende già belli e fatti! Non poteva essere altrimenti, il Movimento è terra di conquista per arrivisti e criminalità organizzate, il perfetto maquillage per chi vuole ripulirsi e “rifarsi un nome”, anche falso. Chi ha già da tempo subodorato il declino delle compagini politiche “diciamo tradizionali”, vede in quell’accolita di ex arrabbiati, ormai irreggimentati e addomesticati, un’ottima opportunità per darsi al tradizionale “gattopardismo” italiano. E Sgarbi seduto sul ces*o a inveire contro lo scolaretto di Grillo è la migliore propaganda che si potesse immaginare.

Sento un grande freddo, forse perché è arrivata la perturbazione siberiana, anche se è più simile a quel che gelo che si sente quando si è rimasti soli dopo il darsi alla macchia di tutti gli altri.

E’ stata una campagna elettorale all’insegna della fuga: c’è chi fugge dall’essere ormai rincoglion**o e pregiudicato e si rintana in un mondo di grottesca e arteriosclerotica fantasia. C’è chi fugge dopo un colpevole naufragio, e che, attraverso la negazione assoluta, ti si ripresenta davanti come il comandante di una zattera sgangherata di disperati, uniti dall’incompetenza e dal clientelismo. C’è chi fugge da una rabbiosa rivoluzione reazionaria – per fortuna mai nata – pronto a tirare fuori il vestito della domenica del conformismo senza batter ciglio.

Fa freddo perché c’è vuoto, e nel siderale nulla solo il niente si fa spazio. Questo niente, aizzato dall’ipertrofico ampliarsi dell’eco multimediale, si chiama neofascismo. Si chiamano forza nuova e casapound (col ca**o che uso la maiuscola!). Il fascismo è il sotterraneo onnipresente. Da sempre permea e si coagula negli interstizi del malcontento e della paura. E’ la bava alla bocca del vile che inizia a schiumare in branco; ma quando le crepe iniziano a farsi voragini perché nessuno ha il coraggio di farsi argine e anzi cavalca colpevolmente il disagio, possiamo solo prepararci ad una colpevole era glaciale. Copritevi  che farà freddo.

fonte foto MeteoWeb.eu 

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