Il golpe nel Niger aumenta il caos in Africa

golpismo africano Il golpe nel Niger

Michele Marsonet Prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Università di Genova, docente di Filosofia della scienza e Metodologia delle scienze umane Ultima Voce

– di Michele Marsonet –

Prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Università di Genova, docente di Filosofia della scienza e Metodologia delle scienze umane

Il golpe del Niger ha colto di sorpresa l’Occidente e l’Unione Europea, che perdono così un prezioso punto di riferimento nell’area strategica del Sahel. Il presidente deposto, Mohamed Bazoum, era stato eletto democraticamente appena due anni fa e godeva di un certo appoggio popolare. Le motivazioni dietro l’insurrezione militare non sono ancora chiare, nel frattempo, Cina e Russia mostrano un crescente interesse nell’area, minando l’influenza occidentale. La situazione rimane incerta e delicata.


E’ arrivato inatteso l’ennesimo golpe militare nell’area del Sahel. Questa volta a essere coinvolto è il Niger, nazione molto estesa (1.267.000 Km quadrati) e con circa 27 milioni di abitanti.

Paese importante tanto per la sua posizione strategica nell’Africa centrale quanto – e soprattutto – per le sue grandi ricchezze minerarie. Possiede, tra l’altro, il 7% dell’uranio mondiale.

Il golpe giunge dopo quelli recenti nel Mali, in Ciad e nel Burkina Faso. A differenza di questi ultimi Paesi, tuttavia, il Niger aveva finora proiettato un’immagine di stabilità. Il presidente deposto dai golpisti, il 63enne Mohamed Bazoum, era stato eletto democraticamente appena due anni fa, e sembrava godere dell’appoggio popolare.

Ex colonia francese, come quasi tutti i Paesi dell’area, il Niger era l’unico ad aver conservato buoni rapporti con l’Occidente, e in particolare con la Francia. Bazoum era stato in visita a Parigi, su invito di Macron, poche settimane orsono.

L’Occidente e la UE perdono quindi un prezioso punto di riferimento in quest’area critica e strategica. Basti dire che, di recente, Mali e Burkina Faso hanno espulso l’ambasciatore francese, e il Ciad quello tedesco.

Segno evidente di un difficile rapporto con l’Unione Europea. Non a caso Bruxelles è stata colta di sorpresa da questo ennesimo golpe militare, e Josep Borrell si è limitato a dire che la situazione è troppo confusa per fare commenti. Più decisa la reazione del segretario di Stato Usa Antony Blinken, che ha chiesto ai golpisti l’immediato rilascio del presidente eletto.

La UE, tra l’altro, è anche impegnata con forze militari nel sostegno di Bazoum, e pure l’Italia ha in loco un contingente di 300 soldati, comunque inferiore numericamente a quello francese.

Non sono affatto chiare le motivazioni che hanno spinto i golpisti ad agire. Uno dei capi dell’insurrezione militare, il colonnello dell’Aeronautica Amadou Abdramane, ha sostenuto in tv che il golpe è il risultato del continuo degrado della situazione della sicurezza e del cattivo governo economico e sociale. Tuttavia la popolazione è scesa in strada in appoggio a Bazoum, mentre l’Onu ha temporaneamente sospeso i programmi di aiuto.

Cina e Russia hanno grandi interessi nell’area, e i sospetti riguardano soprattutto Mosca, che pure ha invitato le parti in causa a trovare un accordo. E’ evidente, comunque, che l’influenza occidentale in Africa va rapidamente scemando, a tutto vantaggio di Cina e Russia che promettono entrambe consistenti aiuti economici.

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