Linguaggio verbale e linguaggio del corpo: come si può definire il rapporto esistente tra queste due modalità comunicative? L’etnologo, antropologo e archeologo francese André Leroi-Gourhan (1911 – 1986) offre un’interessante risposta a questo interrogativo nel volume primo – intitolato Tecnica e linguaggio – de Il gesto e la parola, suo lavoro organizzato in due libri.
La tesi “microstorica” e le due “liberazioni”
Egli condivide con tutta l’antropologia francese moderna una tesi di fondo che è generalmente definita “microstorica”. Secondo questa tesi i mutamenti storici dipendono dal cambiamento, da parte dei singoli individui, dei modi di pensare i propri rapporti con gli altri (a livello quindi di rapporti sociali) e con la natura. Leroi-Gourhan fa dipendere la struttura attuale dei rapporti tra il gesto e la parola da due “liberazioni”: quelle, rispettivamente, della mano e della bocca, entrambe dovute alla conquista della posizione eretta da parte dell’uomo primitivo. Scrive a proposito lo studioso:
[…] in una prospettiva che va dal pesce […] all’uomo […], sembra di assistere a una serie di liberazioni successive: quella dell’intero corpo rispetto all’elemento liquido, quella della testa rispetto al suolo, quella della mano rispetto alla locomozione e, infine, quella del cervello rispetto alla maschera facciale.
A questa grande conquista nel campo evolutivo seguono nuovi equilibri ossei a livello vertebrale e la conseguente possibilità di espansione della massa cerebrale. Ciò ha condotto la mano a liberarsi dal peso della deambulazione e a estroflettersi in utensili, trovando poi il proprio schema espressivo nella gesticolazione. La bocca, dal canto suo, si è potuta liberare dal compito dell’uccisione e della prensione (a questo poteva ora pensare la mano), creando così il proprio sistema espressivo: il linguaggio verbale. Il rapporto tra il gesto e la parola risulta perciò complementare e simultaneo.
La liberazione della bocca è la diretta conseguenza della liberazione della mano, la quale – come afferma lo stesso André Leroi-Gourhan – “rende libera la parola”.
Annapaola Ursini