Il futuro si chiama Stati Uniti d’Europa

Stati Uniti d'Europa

 

 

Possiamo percepire ogni giorno un’assenza dell’Europa su tutti i fronti più caldi del mondo. Questa Europa richiede quasi sempre il voto unanime di tutti i 27 Stati membri. Ottenere decisioni unanimi con 27 stati diversi è impossibile.




È come avere in Italia una Confederazione di regioni nella quale il governo Centrale ed il Parlamento non possono assumere nessuna decisione senza l’approvazione unanime dei governi regionali. Siamo Italiani, e conoscendoci, lo sappiamo tutti come potrebbe essere questo ipotetico mondo. Per decidere concretamente occorre una Federazione, come negli Usa o in altre nazioni. Gli Stati Uniti d’Europa 

 

Difesa-Sicurezza-Immigrazione? Destra e Movimento?

Su questi temi recuperare la sovranità a livello di singoli Stati nazionali è impossibile. Chi lo propone fa semplicemente una bugiarda operazione di demagogia per raccogliere consenso a corto raggio e ottenere, per sé stessi e per i propri cittadini, un risultato di totale irrilevanza a medio-lungo termine. In altre parole urlare “Usciamo” non porta a nulla.

 Ci sarebero tantissime cose da dire sull’Europa, ma spendo un tema caldo che ultimamente sta prendendo informazioni tagliate e non chiare: immigrazione.

 

Trattato di Dublino (Berlusconi 2003): “la responsabilità dell’asilo è del Paese di primo sbarco“. Ovvero: chi arriva in Italia tocca all’Italia, chi in Spagna alla Spagna e via. Con la crisi migratoria che abbiamo ora questa convenzione non funziona, stiamo vedendo ogni giorno la fatica che facciamo. L’Europa è da costruire, questo peso c’è ed è anche avvertito dagli altri Paesi. Bisogna altresì constatare, purtroppo o per fortuna, che il PD e la sua coalizione sono i soli ad avvertire questa importanza. Non lo sentono e anzi sono antieuropee le altre forze politiche: i Cinquestelle, la Lega di Salvini, Fratelli d’Italia della Meloni e neppure Forza Italia di Berlusconi. Se molti cittadini europei hanno smarrito fiducia nell’Europa è perché l’hanno trovata immobile di fronte alle grandi sfide, ripiegata su un approccio tecnocratico. Incapace di andare avanti perché bloccata da troppi veti.




Per spezzare questo circolo vizioso dobbiamo avere coraggio e dire che chi vuole andare avanti in direzione di una maggiore integrazione deve poterlo fare. Non si vuole obbligare nessuno a procedere verso un’Unione sempre più politica ma non accettiamo neppure veti da nessuno. Se vuole prosperare e continuare a rappresentare un progetto d’avvenire, l’Europa deve mostrare di poter fare la differenza nella vita quotidiana dei suoi cittadini.

Ecco alcune semplici proposte, concrete e attuabili: Elezione diretta del presidente della Commissione, unificazione delle presidenze di Commissione e Consiglio, creazione di liste transnazionali alle prossime elezioni europee.

Il superamento dell’accordo di Dublino con un semplice motto: “in assenza di una solidarietà nella gestione della migrazione non potrà esserci solidarietà nel prossimo bilancio europeo” si tratta di stabilire una correlazione tra i soldi che l’Italia mette come paese contributore nel bilancio europeo e gli impegni che i paesi che ricevono quei soldi mettono nella gestione della migrazione.




Ora è facile, se si tratta di ricevere soldi siamo tutti Europeisti, quando si tratta di aiutare con l’immigrazione diventiamo tutti nazionalisti.

 

Con un’Europa diversa, con gli Stati Uniti d’Europa,  saremmo più forti, avremmo un esercito Unico, avremmo meno spese, potremmo controllare l’Immigrazione e aiutare più concretamente e meglio chi scappa da situazioni disastrose, potremmo essere una potenza economica forte. Le cose si possono sicuramente cambiare, un passo alla volta. Nella vita ci deve essere però più concretezza, più coraggio più Europa e più politica in europa.

 

Raffaele Bruschi

 

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