Hamada Shaqoura, il food blogger di Gaza che dona speranza cucinando pasti caldi

food blogger di Gaza

Hamada Shaqoura, giovane food blogger di Gaza, ha trasformato la sua passione per la cucina in una missione: preparare pasti caldi per gli sfollati. Cercando di ricreare un’atmosfera di normalità, il giovane Hamada intende portare la gioia tra i più piccoli.

Mentre la guerra continua a devastare le esistenze dei gazawi sempre più appese ad un filo tra la vita e la morte, terrorizzati non solo dalle bombe ma anche dalla fame, Hamada Shaqoura, food blogger di Gaza, con la sua passione per la cucina sta portando tra le tende dei sopravvissuti un messaggio di speranza: ce la faremo, tutti insieme riusciremo a combattere contro la guerra e la carestia.

Il cibo da passione a necessità per la sopravvivenza

Hamada è un giovane di 32 anni, food blogger di Gaza e appassionato dell’arte culinaria, originario del Nord di Gaza City, attualmente si trova insieme alla sua famiglia nel campo profughi di Rafah. Prima della guerra, il giovane food blogger di Gaza usava la sua pagina social per valorizzare la cultura gastronomica palestinese promuovendo i ristoranti della sua città, da nove mesi a questa parte, la passione per il cibo è diventata una necessità per la sopravvivenza e Tiktok da vetrina colma di prelibatezze si è trasformato in un canale per favorire l’azione umanitaria a sostegno degli sfollati.

“Umanizzare la lotta”

Umanizzando la realtà quotidiana dei gazawi, provati dalla guerra e dalla carestia, Hamada cerca di sensibilizzare il mondo sulla tragedia vissuta dal suo popolo. La motivazione che anima il suo impegno è più forte di qualsiasi difficoltà logistica, prendersi cura dei bambini è la missione che mostra sui social per mobilitare e incoraggiare i follower ad abbracciare la causa attraverso donazioni e condivisioni.

“Condividendo queste storie, voglio umanizzare la nostra lotta e mantenere la situazione di Gaza
nella coscienza globale…Miro a mostrare la forza della nostra comunità e l’importanza di un
supporto continuo. Si tratta di trasformare un piccolo atto di gentilezza in un faro di speranza per molti”, queste sono le parole del food blogger di Gaza in un’intervista rilasciata a The new arab.

Un pasto caldo come veicolo di speranza

Il giovane food blogger di Gaza sta mostrando straordinarie doti come la creatività e l’intraprendenza, non solo in cucina ma anche nella capacità di affrontare le difficili sfide quotidiane. Cucinare grandi quantità di cibo con alimenti base, cibo in scatola, e altri pochi prodotti reperiti nei rari supermercati ancora funzionanti, è un’impresa che ogni giorno fronteggia con determinazione.  Il cibo convogliato a Gaza attraverso i pacchi di aiuti umanitari internazionali ha uno scarso valore nutrizionale, trasformare questi poveri alimenti in pasti caldi è funzionale a ricreare uno stralcio di quotidianità tra le tende degli sfollati e diventa altresì veicolo di speranza.

Il giovane food blogger di Gaza ha dichiarato:

“Ogni pasto preparato con un pacchetto di aiuti racconta una storia di speranza e determinazione”.

Il sorriso sul volto dei bambini è la più bella ricompensa

 Nei video e nelle foto sui social, Hamada si mostra intento a cucinare diversi piatti, spaziando da ricette internazionali come gli hamburger e le patatine fritte o le fettuccine e gli spaghetti italiani a ricette prettamente mediorientali come l’hummus e i falafel, sempre circondato da bambini gioiosi e in trepidante attesa di gustare questi cibi succulenti.

La gioia stampata sul volto dei più piccoli è la ricompensa più gratificante per il giovane food blogger di Gaza, come ha affermato, “quando vedo i sorrisi e l’entusiasmo sui volti dei bambini mentre assaporano un piatto che mancava loro, è un promemoria del perché faccio tutto questo”.

Emergenza alimentare a Gaza

L’Integrated Food Security Phase Classification, ha denunciato in un suo rapporto il rischio di una carestia nella Striscia di Gaza, evidenziando l’emergenza alimentare e addirittura parlando di “un’estrema mancanza di cibo, fame ed esaurimento delle capacità di far fronte alla carestia” per circa 495.000 persone.

Secondo i dati raccolti da Save the Children, “nel Nord si stima che 1 bambino su 3 sotto i due anni soffra di deperimento, la forma più grave di malnutrizione”.
Davanti ad una situazione umanitaria così catastrofica, in cui sopravvivere significa lottare, emerge con forza la portata e l’immenso valore dell’impegno di solidarietà portato avanti dal giovane food blogger di Gaza.

Ricreare un’atmosfera di casa

Preparare dei pasti in un contesto segnato dalla guerra rappresenta una sfida quotidiana, oltre alle difficoltà nel reperimento degli ingredienti più adatti si aggiunge la scarsa disponibilità di gas e acqua per cucinare in modo sicuro. A causa del danneggiamento delle infrastrutture idriche, approvvigionarsi di acqua pulita e non contaminata è già in sé molto complesso.
I piatti sostanziosi preparati dal giovane food blogger di Gaza, partendo dai semplici alimenti a disposizione, non solo forniscono nutrimento, ma hanno anche un impatto psicologico positivo sui più piccoli, gli odori e i sapori che si spargono nell’aria resa pesante e tetra dalla guerra, diffondono un senso di leggerezza, ricreano un’atmosfera di normalità, di casa.

Jenny Favazzo

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